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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Aprile 2008
 
   
  A FINE ANNO LE AUTO IMMATRICOLATE NON SARANNO PIÙ DI 2.167.000 (-13% RISPETTO AL 2007). MERCATO AUTO 2008: A FINE ANNO IMMATRICOLAZIONI IN CALO DEL 13%

 
   
  Roma, 29 aprile 2008 - A dicembre 2008 il mercato auto si fermerà a 2. 167. 000 immatricolazioni (-13% vs 2007). La stima emerge da una ricerca del Centro Studi Fleet & Mobility che attesta come il calo registrato dal mercato nei primi mesi dell’anno (-10%) non sia legato a fattori esclusivamente congiunturali, ma anche strutturali. “Il settore sta vivendo il momento più critico dal 1993 (quando il mercato segnò meno 29%) e allora non c’erano le auto a km 0”, dichiara il Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility Pierluigi Del Viscovo. “Fino a un mese fa si riteneva che comunque si sarebbero raggiunte a fine anno i 2. 450. 000 immatricolazioni, perché era previsto nei piani delle Case che, in un modo o nell’altro, le avrebbero messe sul mercato. Ma a questo punto il gap è talmente ampio che il recupero appare non realistico”. Tra i fattori congiunturali, il Centro Studi evidenzia (in positivo) l’incentivo alla rottamazione, che produce ancora qualche limitato effetto, ma anche (in negativo) le elezioni politiche e soprattutto la recessione che viene da Ovest, che colpirà l’Italia nel 2008 e in modo più deciso nel 2009. Nell’elenco dei fattori strutturali vengono annoverate tre tendenze positive: 1. Gli Italiani tendono oggi a cambiar le auto più rapidamente, spinti dall’evoluzione tecnologica che le fa invecchiare prima. 2. Le auto vecchie sono più inquinanti e subiscono sempre più spesso limitazioni nella circolazione urbana, spingendo al cambio in favore di auto maggiormente “eco-compatibili”. 3. Il prezzo delle auto si è drasticamente abbassato: prima equivaleva al suo valore assoluto, ora, invece, equivale alla sua rata mensile, grazie agli strumenti di credito. Tra i fattori strutturali che incidono negativamente sul mercato, il Centro Studi segnala: 1. La scarsa fiducia degli italiani nel futuro, esposti come mai prima alle turbolenze esterne, a causa dell’assenza di una politica monetaria e di bilancio (anche se il super-Euro pone al riparo dall’inflazione delle materie prime) e nervosi/insicuri verso la classe politica ritenuta incapace di promuovere il cambiamento: ciò genera atteggiamenti difensivi e non proattivi; 2. Una tendenziale minore sensibilità agli incentivi, legata alla ripetitività e al fatto che non tutti i consumatori rispondono allo stesso modo: “quando hai fatto il pieno la prima volta, è poi difficile ripetersi”; 3. La pressione delle Case sui prezzi (km 0) è destinata a ridursi, poiché i nuovi mercati sono ormai una realtà (Est Europa e l’area dei Bric’s) e una certa rilocalizzazione degli impianti produttivi si sta concretizzando (fuori Europa, ovviamente). Un’ultima riflessione operata dalla ricerca concerne il prodotto auto, in costante, quanto incerta, mutazione. Se ne producono sempre di più grandi, ma anche di più piccole. In ogni segmento si offrono allestimenti di lusso, ma c’è anche una corsa parallela all’auto super economica, essenziale. Aumentano le prescizioni per la riduzione dell’inquinamento ma, al contempo, cresce la potenza dei motori (che inquinano, quindi, di più). Il traffico e i limiti costringono a basse velocità, eppure il mercato sforna auto sempre più veloci. Questa fase “esplorativa di sé” porta confusione, la confusione riflessione, la riflessione attesa, e l’attesa uccide il mercato. .  
   
 

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