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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Aprile 2008
 
   
  INVESTIMENTI ITALIANI ALL’ESTERO: NEL 2008 BUONE PROSPETTIVE DI CRESCITA E RADICAMENTO DELLA PRESENZA ITALIANA IN ASIA E SUDAFRICA

 
   
  Roma, 29 aprile 2008 - Prospettive positive nel 2008 per gli investimenti e l’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi asiatici: per Cina e India, grazie anche a regolamentazioni e incentivi introdotti dai Governi locali, è previsto un aumento degli investimenti soprattutto in comparti a maggior valore aggiunto come le infrastrutture, le attività eco-sostenibili, i servizi di logistica avanzata e le telecomunicazioni, mentre in Giappone, Thailandia, Singapore e Hong Kong dovrebbero consolidarsi trend di crescita già in atto nel consumo di prodotti italiani di alta gamma e collaborazioni con l’Italia anche nel settore della ricerca e sviluppo. Gli investimenti italiani nel continente asiatico sono il tema dell’incontro che vede riunirsi a Johannesburg il 29 aprile le Camere di Commercio Italiane presenti in Cina, Giappone, Hong Kong, India, Singapore, Sudafrica e Thailandia e i rappresentanti del mondo imprenditoriale e istituzionale italiano e sudafricano. Alla fine del 2007, l’Italia, pur presentando una diminuzione sia per numero che per valore di investimenti, si è posizionata terza fra i Paesi europei in termini di progetti realizzati in Cina. Attualmente sono 348 le iniziative imprenditoriali italiane per un ammontare di 347 milioni di dollari, concentrati soprattutto nel settore della consulenze, dei servizi legali e nella produzione di macchinari industriali, quindi non solo su alcuni modelli di eccellenza nazionale per i quali potrebbe risultare più semplice investire. Per quanto riguarda la localizzazione scelta per l’investimento, le tre maggiori aree di sviluppo sono nell’ordine Shanghai, Pechino e Guangzhou. Tra le iniziative incoraggiate dal governo cinese rientrano gli investimenti esteri nell’ovest della Cina, allo scopo di promuovere una strategia per lo sviluppo coordinato fra le regioni orientali ed occidentali. Strettamente legata allo sviluppo degli investimenti in Cina è la crescita della presenza italiana nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Le aziende italiane presenti con una propria filiale a Hong Kong e Macao sono oltre 300, principalmente del comparto moda di lusso. Malgrado le dimensioni limitate del territorio e della relativa popolazione, il mercato di consumo è, infatti, particolarmente ricettivo per gli articoli di alta gamma. A febbraio 2008 le importazioni di Hong Kong dall’Italia hanno registrato un +20,5% rispetto allo stesso periodo del 2007. In materia di ricerca e sviluppo, esistono crescenti potenzialità di cooperazione bilaterale tra la ricerca di base italiana e quella applicata particolarmente vivace ad Hong Kong. Le Pmi italiane potrebbero infatti trarre beneficio dalla posizione privilegiata della Regione in termini di produzione e commercializzazione dei propri prodotti in Cina e di accesso ai fondi locali dedicati alla promozione del settore della R&s. Singapore si conferma per l’Italia un importante mercato di riferimento nella regione, con un valore delle esportazioni nel 2007 pari a 1,7 miliardi di euro, concentrate soprattutto nel settore dei macchinari industriali. Il Paese asiatico offre buone opportunità anche per le aziende del settore della difesa, soprattutto per la fornitura di velivoli da addestramento di nuova generazione all’Aeronautica singaporeana. Come per la Regione di Hong Kong, elevata è la ricettività del mercato ai prodotti italiani di alta gamma. Singapore, sta inoltre potenziando i propri impianti portuali per soddisfare le crescenti esigenze del mercato turistico emergente. In India, il flusso di investimenti si è triplicato nel biennio 2006-2007, passando da 3,5 a 10 miliardi di euro. I servizi e l’industria informatica, i settori che complessivamente raccolgono oltre il 35% del totale degli investimenti diretti esteri. L’italia, con oltre 330 imprese presenti sul territorio, si posiziona tra i primi 5 Paesi al mondo per collaborazioni nel settore tecnologico, con un totale di 484 collaborazioni dal 1991 al 2007. Per favorire una maggiore apertura del mercato, il governo indiano sta cercando di semplificare l’iter burocratico per l’approvazione degli Ide incoraggiando quei progetti per cui risulti sufficiente la “via automatica”, ossia il semplice consenso governativo successivo all’investimento. La presenza italiana in Giappone, articolata attorno ai due poli di Tokyo e Osaka, è rappresentata da filiali commerciali e investimenti immobiliari effettuati dalle principali case di moda, per un valore di 20 milioni di euro, pari a oltre la metà degli investimenti complessivi. Gli Ide italiani in Giappone risentono in alcuni casi delle difficoltà tipicamente legate ad una struttura industriale imperniata sulla piccola e media azienda e amplificate dall’incontro con un mercato maturo, altamente competitivo e di difficile penetrazione linguistica. Ciononostante, buone opportunità per le Pmi italiane potrebbero derivare dall’indotto della grande industria giapponese, come quella meccanica, che, colpita da processi di rilocalizzazione verso la Cina, si mostra particolarmente adatta per il matching con le aziende italiane. In Thailandia, da flussi di investimento scarsi, analoghi a quelli verso il Giappone, negli ultimi cinque anni si è passati ad un forte incremento della presenza italiana, con l’approvazione da parte del governo locale di 36 progetti, pari al 50% di quelli realizzati dal 1970 ad oggi, di cui 11 approvati solo nel 2007. I settori con maggiori opportunità di investimento sono rappresentati dall’automotive, l’elettronica, l’agroalimentare e il tessile e ampi spazi di penetrazione si stanno aprendo nei comparti delle energie alternative e dei servizi ad alto valore aggiunto. “Le economie asiatiche si sono poste l’obiettivo di creare un contesto favorevole per gli investimenti stranieri – sottolinea Davide Cucino, presidente della Camera di Commercio Italiana in Cina e rappresentante delle Camere di Commercio Italiane dell’Area Asia e Sudafrica – incoraggiando la presenza di imprese estere attraverso modalità che non si riducano alla compravendita di prodotti ma possano generare positive ricadute di lungo periodo sia per i Paesi asiatici che per quelli investitori. Con la loro attività, le Camere di Commercio Italiane dell’Area promuovono il posizionamento delle imprese italiane cercando di orientarlo verso quei settori a più elevato contenuto di conoscenza e tecnologia che in tema di investimenti godono di un maggior supporto governativo”. Anche il Sudafrica ha messo a punto una serie di iniziative finalizzate non solo ad incentivare gli investimenti ma anche le esportazioni. Tra queste, il “National Industrial Participation Programme” (Nipp), il cui target principale é l’impresa straniera che acquisti o effettui leasing per almeno 6,3 miliardi di euro, e l’”Export Marketing & Investment Assistance Scheme” (Emia), finalizzato al supporto delle Pmi attraverso sussidi alle esportazioni. “La Coppa del Mondo di Calcio 2010 costituirà un’ottima opportunità di investimento per il Sistema Italia, soprattutto nel settore dei lavori civili, dei servizi e delle forniture” afferma Nicolina Di Santolo, presidente della Camera di Commercio italo-sudafricana. “Tuttavia – prosegue la Di Santolo – è importante prendere in considerazione tutte le potenzialità che offre il mercato sudafricano, guardando oltre la pur importante scadenza dei Mondiali di calcio. Per diffondere la conoscenza di tali opportunità d’investimento un ruolo primario può essere giocato dalle Camere di Commercio Italiane all’Estero, il cui punto di forza è certamente quello di favorire contatti diretti tra operatori, assicurando il necessario rispetto delle normative locali”. .  
   
 

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