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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Maggio 2008
 
   
  ECCEZIONALE RISULTATO PRESENTATO A NEL CORSO DI UN CONVEGNO SULL’ACQUACOLTURA A CURA DI ARSIA, A PIOMBINO E’ TOSCANO IL POLPO PIÙ LONGEVO AL MONDO

 
   
  Importante risultato dalla ricerca Arsia sull’allevamento in cattività Una sperimentazione condotta dalla Maricoltura di Rosignano Solvay apre nuove prospettive per il comparto Presentati i risultati delle ultime ricerche promosse dall’Arsia in provincia di Livorno Hanno raggiunto i cinque mesi di vita alcuni esemplari di octopus vulgaris, comunemente detto ‘polpo’, allevato negli impianti toscani della Maricoltura di Rosignano Solvay nell’ambito di un progetto di ricerca specifico – cofinanziato da Arsia e Maricoltura Rosignano Solvay - che punta proprio a promuovere la differenziazione delle produzioni. L’eccezionale risultato è stato presentato quest’oggi a Piombino, nell’ambito del convegno organizzato da Arsia proprio per presentare le più recenti sperimentazioni e ricerche promosse dall’Agenzia regionale nel comparto. Cinque mesi di vita possono forse sembrare pochi, ma si tratta – in realtà – di un vero e proprio successo mondiale, mai raggiunto altrove prima d’ora. Fino al raggiungimento di questo risultato infatti i giovanili di polpo in cattività non hanno mai superato i 60 giorni di vita. <<Un risultato, frutto di 3 anni di ricerche, che apre concrete possibilità di allevamento di questa specie negli impianti di acquacoltura – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia -, una vera opportunità per tutto il comparto che conferma quanto ricerca e innovazione rappresentino elementi fondamentali e strategici per lo sviluppo, la differenziazione delle produzioni e la competitività anche in questo settore, sempre in un’ottica di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare>>. <<Fra gli aspetti positivi della ricerca svolta sul polpo – ha spiegato Francesco Lenzi, di Maricoltura Rosignano Solvay - la sua grande adattabilità alla cattività e gli elevati indici di accrescimento, con alta sopravvivenza delle paralarve oltre i 35-40 giorni che hanno permesso poi l’eccezionale risultato di arrivare per alcuni esemplari ai cinque mesi: tutti aspetti importanti in un’ottica di produzione finalizzata al mercato. Tra gli aspetti critici rimane ancora la messa a punto della parte nutrizionale che rappresenta uno degli elementi che hanno ancora bisogno di approfondimento in future ricerche>>. L’acquacoltura toscana dunque, è viva e va sempre più in una direzione che punta alla differenziazione delle produzioni, all’ammodernamento delle strutture, al ricambio generazionale nelle aziende e, non a caso, Aldo Manetti, presidente della Ii Commissione agricoltura del Consiglio regionale toscano, ha parlato del comparto come di una “eccellenza” sia in termini di apertura alla ricerca e alla sperimentazione che in quelli di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare. Quaranta impianti di acquacoltura, di cui 25 di acqua dolce, con una produzione annua di 4000 tonnellate di pesce, con il 68% proveniente da allevamento di specie marine. Sono questi alcuni numeri che danno la misura del comparto in Toscana, settore in crescita grazie anche alla possibilità di introdurre nuove specie – come è stato spiegato durante i lavori – quali, ad esempio, molluschi e ostriche, e incrementare le produzioni marine offshore con l’obiettivo di prospettare anche la riconversione di parte degli operatori toscani. .  
   
 

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