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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Maggio 2006
 
   
  LA DELEGAZIONE ITALIANA AL PARLAMENTO EUROPEO

 
   
  Bruxelles, 16 maggio 2006 - A seguito della loro elezione al Parlamento italiano, dodici eurodeputati hanno dovuto scegliere: andare a Roma o restare a Bruxelles e a Strasburgo? Il mandato nazionale è infatti incompatibile con quello europeo. In dieci hanno optato per Camera o Senato e sono quindi stati sostituiti da colleghi della medesima lista candidati alle europee del 2004. Vediamo chi sono i protagonisti di questo imponente ricambio. Sui 78 deputati italiani al Parlamento europeo, ben venti erano candidati alle elezioni politiche dei 9 e 10 aprile scorsi. Come vedremo più in dettaglio, la carica di parlamentare europeo è incompatibile con quella di deputato o senatore nazionale e i dodici eletti hanno dovuto scegliere tra il seggio europeo e quello nazionale. Ad eccezione di Gianni De Michelis (Ni, It) e Umberto Bossi (Ind/dem, It), gli altri hanno accettato il mandato nazionale e sono quindi stati sostituiti dai colleghi delle loro stesse liste “primi non eletti” alle elezioni europee del giugno 2004. Con effetto dall’8 maggio, pertanto, Marco Cappato subentrerà a Emma Bonino (Alde/adle, It), Carlo Casini ad Armando Dionisi (Ppe/de, It), Gabriele Corrado a Fausto Bertinotti (Gue/ngl, It), Donata Maria Assunta Gottardi a Enrico Letta (Alde/adle, It), Andrea Losco a Massimo D´alema (Pse, It), Achille Occhetto a Antonio Di Pietro (Alde/adle, It), Aldo Patriciello a Lorenzo Cesa (Ppe/de, It), Gianluca Susta a Pier Luigi Bersani (Pse, It), Armando Veneto a Paolo Cirino Pomicino (Ppe/de, It) e, infine, Donato Tommaso Veraldi subentrerà a Giovanni Procacci (Alde/adle, It), che è l’unico eurodeputato eletto al Senato. Per tre di loro si tratta di un ritorno. Marco Cappato - che ha rinunciato al seggio appena ottenuto alla Camera - è stato deputato europeo per tutta la scorsa legislatura (1999-2004). Per Carlo Casini, invece, inizia ora il quarto mandato europeo, essendo stato deputato dal 1984 al 1999 senza interruzioni. Achille Occhetto, infine, ha solcato le aule di Bruxelles e Strasburgo dal 1989 al 1998. Dal consueto "totoministri" che segue ogni ricambio di governo, inoltre, sembra che altri parlamentari europei possano essere chiamati ad assumere nuovi incarichi nel futuro Gabinetto di Romano Prodi. Non è quindi escluso che, anch´essi, una volta confermata la loro nomina, debbano lasciare gli scranni di Bruxelles e Strasburgo per tornare in Italia. Le incompatibilità “europee” La carica di membro del Parlamento europeo è incompatibile con molte altre funzioni a livello comunitario: membro della Commissione delle Comunità europee; giudice, avvocato generale o cancelliere della Corte di giustizia o del Tribunale di primo grado; membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea; membro della Corte dei conti; Mediatore; membro del Comitato economico e sociale; membro del Comitato delle Regioni; membro dei comitati od organismi istituiti in virtù o in applicazione dei trattati Ue; membro del consiglio d´amministrazione, del comitato direttivo ovvero impiegato della Banca europea per gli investimenti; funzionario o agente, in attività di servizio, delle istituzioni delle Comunità europee o degli organismi specializzati che vi si ricollegano o della Banca centrale europea. Le incompatibilità “nazionali” A livello nazionale, il mandato europeo è incompatibile con l´ufficio di deputato e di senatore, con la carica di componente del governo di uno Stato membro e con l´incarico di Presidente di Regione o assessore regionale. Una legge del 2004 ha introdotto le ulteriori incompatibilità con le cariche di consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15. 000 abitanti. Riguardo al mandato di sindaco e di presidente di provincia, tuttavia, la legge italiana prevede una norma transitoria che consente agli eletti al Parlamento europeo nel 2004 di continuare a ricoprire le loro cariche nei rispettivi enti locali fino alla conclusione del proprio mandato. Di questa norma transitoria hanno beneficiato, ad esempio, Gabriele Albertini (Ppe/de, It), tuttora sindaco di Milano, e Paolo Costa (Alde/adle, It), sindaco di Venezia sino all´aprile 2005. Dal luglio 2004, inizio dell´attuale legislatura, sono già tre i deputati italiani eletti al Parlamento europeo che hanno dimissionato per assumere una carica istituzionale nazionale, incompatibile con quella di deputato europeo. Nel 2005, infatti, hanno rinunciato al mandato europeo Ottaviano del Turco e Mercedes Bresso, per diventare presidenti di Regione (rispettivamente Abruzzo e Piemonte), e Antonio de Poli per entrare nella giunta regionale veneta (assessore alle politiche sociali). Michele Santoro, invece, è tornato alla sua attività di giornalista. I deputati uscenti erano stati sostituiti dai primi non eletti della medesima lista: Vincenzo Lavarra (già membro del Parlamento europeo nella precedente legislatura), Gianni Rivera, Iles Braghetto e Giovanni Procacci (anch´egli deputato europeo nella precedente legislatura). . . .  
   
 

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