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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Maggio 2008
 
   
  TUTELA MATERNITA’ E DIFFERENZE TRA DONNE LAVORATRICI PRESENTATA IERI LA RICERCA SUL MONDO DEL LAVORO SVOLTA DALL’UNIVERSITÀ DI TRENTO

 
   
  Trento, 8 maggio 2008  - “La tutela della maternità. Differenze di trattamento tra le donne lavoratrici” è questo il titolo della ricerca presentata nel pomeriggio di ieri presso le sale della Fondazione Kessler di via S. Croce. L’iniziativa, in prossimità con la “Festa della Mamma”, ha voluto anche essere un modo positivo e propositivo per rendere omaggio alla maternità fuori dai consueti schemi stereotipati cui si associa questa festa. La ricerca conferma che anche in Trentino, la maternità condiziona fortemente ancor oggi la vita personale e lo sviluppo professionale delle donne rendendo difficile conciliare tempi e modalità lavorative, soprattutto nei primi anni di vita del bambino. “In Trentino – ha sottolineato l’assessore provinciale alle pari opportunità, Iva Berasi -, la maternità può contare su una normativa importante e all’avanguardia in tema di protezione e tutela, ma questo non è ancora sufficiente per allinearci agli standard dei paesi del Nord Europa, che registrano i più alti tassi di maternità e i più alti tassi di occupazione femminile. Il sistema delle tutele si applica in modo differenziato in rapporto alla tipologia di contratto e di lavoro della donna. La maternità, di conseguenza, risulta essere il principale motivo di abbandono del lavoro da parte delle donne, nonché causa primaria che determina inattività o lavoro sommerso femminile”. Sulla necessità di rafforzare la rete dei servizi a favore delle donne e madri si è espressa anche la vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Margherita Cogo. Berasi ha indicato i contesti in cui occorre agire: il settore privato, il potenziamento della rete degli asili nido (con nuovi orari, servizi di trasporto e costi ridotti). “Credo – ha sottolineato Berasi – che vadano incentivati anche servizi quali la tagesmutter e le liste jolly per consentire la sostituzione anche temporanea delle lavoratrici nelle imprese private. Sono convinta che non sia sempre possibile valutare la sostenibilità e l’efficacia dei servizi rivolti alla persone su un criterio che tiene unicamente conto dei costi e dei benefici. La donna è una risorsa per la società, un fattore di sviluppo e progresso”. La Commissione provinciale per le pari opportunità tra uomo e donna e la Consigliera di Parità hanno promosso nel corso del 2007 la ricerca “La tutela della maternità. Differenze di trattamento tra le donne lavoratrici”, affidata al Dipartimento di Economia dell’Università di Trento e, in particolare alla professoressa Paola Villa, allo scopo di evidenziare le differenze nelle disposizioni legislative e nella contrattazione collettiva e le conseguenti implicazioni economiche esistenti in Trentino. I risultati di questa ricerca hanno rappresentato la base di discussione dell’incontro di oggi a cui erano presenti, tra le altre l’assessore provinciale alle pari opportunità Iva Berasi e la vicepresidente Margherita Cogo e in cui sono state analizzate le differenze di trattamento nel congedo per maternità per individuare percorsi possibili e azioni positive da mettere in campo. Questo lavoro propone una riflessione sul tema della tutela e del sostegno economico della maternità, cercando di far luce sulle differenze esistenti tra le donne occupate in Trentino rispetto alle disposizioni per il sostegno della maternità (definite dalla legislazione, dalla contrattazione collettiva, ecc. ) e la loro implementazione. Secondo i dati forniti dall’assessore Berasi, il 16,4 per cento delle donne abbandonano il lavoro alla nascita del primo figlio (soprattutto nel settore privato): “Negli ultimi due anni, ogni giorno due donne trentine hanno lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia soprattutto perché non esistono dei servizi in grado di permettere loro di gestire la casa e il lavoro”. Il desiderio di maternità è superiore ai due figli ma il tasso di natalità si attesta all’1,3. La vicepresidente Cogo ha rilanciato la necessità di politiche a sostegno della maternità, accompagnate da servizi: “Credo importante che il consiglio provinciale di Trento abbia sancito negli scorsi mesi il diritto all’asilo nido da parte delle madri e delle famiglie. Secondo la docente Paola Villa, Le condizioni del mercato del lavoro e le caratteristiche organizzative del mondo del lavoro non facilitano la conciliazione del doppio ruolo, con ripercussioni negative sia sulle scelte di fecondità sia sulle scelte lavorative delle madri. In primo luogo, le condizioni del mercato del lavoro rendono difficile l’integrazione delle donne nel lavoro. Nel nostro Paese, ed anche in Trentino, sono molte le difficoltà che le giovani donne incontrano nell’accedere ad un lavoro di buona qualità, in termini di sicurezza, condizioni retributive e tutela della maternità. E le difficoltà di accesso delle giovani donne ad un lavoro buono portano al rinvio delle scelte procreative. In secondo luogo, date le difficoltà incontrate dalle lavoratrici madri nel conciliare vita familiare e vita professionale, l’evento maternità ancora oggi condiziona fortemente le possibilità di sviluppo professionale delle donne. “Per le madri – come spiega la ricerca - è difficile armonizzare i tempi di vita con quelli del lavoro, soprattutto nei primi anni di vita del bambino. Sono numerose le ricerche che documentano le difficoltà incontrate dalle donne in Italia nel conciliare le esigenze di vita familiare con tempi e modalità organizzative proprie del mondo della produzione. Non sorprende pertanto osservare come la maternità in Italia continui ad essere il principale motivo di abbandono del lavoro da parte delle donne, il fattore primario che determina lo scivolamento verso l’inattività (o il sommerso) e la principale fonte di discriminazione sui luoghi di lavoro. Sono forse meno indagate, quindi meno note, le differenze presenti nel mercato del lavoro rispetto al sostegno e alla tutela della maternità, differenze riconducibili alle specifiche caratteristiche delle diverse posizioni lavorative occupate dalle donne”. La maternità, nel nostro Paese può contare su una normativa importante e all’avanguardia in tema di protezione e tutela della maternità. Va tuttavia ricordato che il sistema delle tutele si applica in modo pieno alle lavoratrici dipendenti, occupate con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ci sono quindi differenze significative tra chi ha un rapporto di lavoro standard e le lavoratrici atipiche. Anche all’interno del lavoro dipendente ci sono differenze di rilievo tra le lavoratrici del settore pubblico e quelle del settore privato. All’interno di questo secondo gruppo, ci sono altre differenze che dipendono dallo specifico contratto collettivo di lavoro applicato. Sulla base di un’analisi qualitativa, focalizzata sulla descrizione delle disposizioni a tutela della maternità per un insieme di posizioni lavorative (differenziate per settore, contratto collettivo di lavoro, rapporto contrattuale individuale) questa ricerca intende evidenziare le differenze esistenti al fine di individuare possibili aree di intervento. L’analisi si è concentrata sui settori più importanti dal punto di vista occupazionale per le donne in provincia di Trento, includendo nell’analisi il lavoro subordinato, parasubordinato ed autonomo, lavoro dipendente del settore pubblico e del settore privato. Il lavoro considera le principali disposizioni di tutela e di sostegno della maternità rilevanti per ciascuna posizione lavorativa considerata. Oltre a quanto previsto dalla normativa nazionale, si è anche considerata la contrattazione collettiva nazionale e/o provinciale (per i lavoratori dipendenti) e le disposizioni delle associazioni di categoria (per i lavoratori autonomi, liberi professionisti). Il quadro normativo italiano è caratterizzato da una serie di strumenti finalizzati alla tutela della maternità. Quanto previsto dal legislatore può essere integrato dalla contrattazione collettiva per i lavoratori dipendenti o dalle disposizioni delle associazioni di categoria. Nell’esaminare le differenze che derivano dalle disposizioni (legislative, contrattuali, ecc. ) per la tutela e il sostegno della maternità, si è cercato di mettere in luce le disparità di trattamento derivanti dallo status occupazionale della donna (dipendente o indipendente; rapporto di lavoro subordinato, parasubordinato o autonomo; contratto a tempo indeterminato, determinato, stagionale; ecc. ). Nell’ultimo decennio, l’ampliamento delle tipologie contrattuali, quindi l’espansione dei lavori “atipici”, fa sì che persone che svolgono lavori simili, dal punto di vista del contenuto professionale, possono avere un diverso tipo di trattamento in termini di tutele, data la diversa natura del contratto che regola il rapporto di lavoro o la prestazione. Si è cercato quindi di mettere a fuoco le differenze della tutela della maternità fra coloro che hanno un contratto di lavoro standard (dipendente, a tempo indeterminato), ed inoltre possono fruire di un buon contratto collettivo di lavoro, e chi lavora con un contratti di lavoro atipico, non è protetto da un contratto collettivo ed ha debole potere contrattuale. Il Capitolo 1 propone un inquadramento generale sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro in Trentino. L’evidenza empirica mostra come in Trentino, partecipazione femminile e maternità sono due termini sin troppo correlati, dove quest’ultimo condiziona ancora fortemente la partecipazione delle madri alla vita attiva. Il Capitolo 2 considera la legislazione italiana in tema di sostegno e tutela della maternità, focalizzando l’attenzione sulle principali disposizioni del “Testo Unico delle disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” (Tu). Il Capitolo 3 descrive il metodo utilizzato per individuare l’insieme delle posizioni lavorative oggetto di studio. Per ogni posizione lavorativa si è proceduto all’analisi delle disposizioni di legge esistenti a livello nazionale (Tu), alla verifica delle modalità con cui la contrattazione collettiva nazionale e/o provinciale integra (in senso migliorativo) quanto disposto dal legislatore, alla individuazione di eventuali elementi di criticità nell’ambito della tutela della maternità attraverso interviste a testimoni privilegiati. Il Capitolo 4 descrive, per ciascuna delle posizioni lavorative individuate, il sistema delle tutele della maternità. In particolare si sono evidenziate le “condizioni di miglior favore” (rispetto al Tu), laddove contemplate dalla contrattazione collettiva nazionale e/o provinciale e gli eventuali aspetti problematici e/o criticità. .  
   
 

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