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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Maggio 2008
 
   
  AMBIENTE: TRE PROCEDIMENTI D’INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA L’INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE EUROPEA RIGUARDA I RIFIUTI E LE EMISSIONI

 
   
  Bruxelles, 8 maggio 2008 - La Commissione europea prosegue la sua azione a carico dell’Italia in due casi di violazione della normativa Ue sulla protezione della salute umana e dell’ambiente contro i rischi derivanti dai rifiuti. Inoltre, la Commissione si accinge ad inviare una diffida a nove Stati membri, tra cui l’Italia, che non hanno rilasciato o aggiornato le autorizzazioni per gli impianti industriali secondo quanto previsto dalla direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. Il caso dei rifiuti in Campania davanti alla Corte di giustizia Il caso riguarda la drammatica emergenza rifiuti che ha colpito Napoli e la Campania. Nel corso della primavera 2007 i rifiuti non vennero raccolti per settimane, il che costrinse alla chiusura delle scuole per motivi sanitari e spinse gli abitanti frustrati a mettere fuoco ai sacchi di immondizia accumulatisi per le strade. I rifiuti non raccolti e i roghi hanno rappresentato una grave minaccia per la salute e per l’ambiente, a causa della propagazione di malattie e dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. La Commissione ha di conseguenza avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia nel giugno dello scorso anno per violazione della direttiva quadro sui rifiuti 2006/12/Ce. La situazione si è ripetuta nel dicembre 2007 e la Commissione ha reagito il 1° febbraio 2008 inviando un ultimo avvertimento, con il quale, vista l’urgenza della crisi, ha dato all’Italia un mese di tempo per rispondere. In febbraio la Commissione ha effettuato una missione di accertamento a Napoli e nelle zone circostanti. Agli inizi di marzo è pervenuta la risposta dell’Italia. Anche se negli ultimi tempi l’emergenza è divenuta meno drammatica grazie alla rimozione dei rifiuti dalle strade in seguito alla nomina di un nuovo commissario di governo, la Commissione ritiene che le misure adottate non siano adeguate per risolvere nel lungo periodo il problema e per impedire il ripetersi dei fatti inaccettabili verificatisi lo scorso anno. Un nuovo piano di gestione dei rifiuti per la Campania è stato adottato alla fine del dicembre 2007, ma alla Commissione risulta che il precedente piano, adottato più di un decennio fa, non è stato mai correttamente attuato. La Campania è ben lungi dal poter creare un sistema di gestione efficiente che consenta la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, le autorità italiane sono state incapaci di indicare un calendario chiaro per il completamento e la messa in servizio degli impianti di selezione, delle discariche, degli incineratori e delle altre infrastrutture necessarie per risolvere i problemi dei rifiuti che affliggono la regione. La Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia delle Comunità europee per la mancata osservanza della direttiva quadro sui rifiuti. La direttiva impone agli Stati membri di far sì che i rifiuti vengano raccolti o smaltiti senza pericolo per la salute umana, di vietare l’abbandono o lo smaltimento incontrollato dei rifiuti e di creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento. Per il Lazio manca il piano di gestione dei rifiuti La Commissione si accinge a inviare all’Italia una prima lettera di avvertimento ai sensi dell’articolo 228 del trattato in merito alla mancata adozione da parte della Regione Lazio del piano di gestione dei rifiuti. L’articolo 228 si applica quando uno Stato membro non ha dato piena esecuzione ad una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee. L’articolo attribuisce alla Commissione il potere, dopo l’emanazione di due avvertimenti, di deferire lo Stato membro alla Corte una seconda volta e di chiedere che vengano inflitte ammende. Nel giugno 2007, con la sentenza pronunciata nella causa C-82/06 a seguito di un ricorso della Commissione, la Corte di giustizia ha condannato l’Italia per l’assenza dei piani di gestione dei rifiuti in alcune regioni e province. I piani sono obbligatori ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti e della direttiva 91/689/Cee sui rifiuti pericolosi. L’italia ha successivamente adottato i piani di gestione dei rifiuti per tutte le regioni e province interessate, ad eccezione del Lazio. Le autorità italiane hanno informato la Commissione che sono stati adottati provvedimenti per l’adozione del piano del Lazio, ma finora senza risultati. La Commissione si accinge pertanto ad avviare un procedimento di infrazione ai sensi dell’articolo 228. Prime diffide per il mancato rilascio delle autorizzazioni industriali La Commissione europea è in procinto di inviare a nove Stati membri una diffida scritta per il mancato rilascio delle autorizzazioni previste per gli impianti industriali dalla direttiva 96/61/Ce sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. La direttiva intende prevenire e limitare le emissioni industriali nell’aria, nelle acque e nel suolo. Gli Stati membri dovevano rilasciare le autorizzazioni nuove o rivedere ed eventualmente aggiornare quelle esistenti entro il 30 ottobre 2007 per gli impianti industriali in esercizio prima del 30 ottobre 1999. Prima della scadenza, la Commissione aveva a più riprese ricordato a tutti gli Stati membri l’avvicinarsi della data ultima per il rilascio delle autorizzazioni. Nel novembre del 2007 li aveva inoltre invitati a fornire dati sul numero complessivo di impianti in funzione prima della data di applicazione della direttiva e sul numero di autorizzazioni rilasciate (nuove, riesaminate e aggiornate). Dalle risposte pervenute si può rilevare che in nove Stati membri (Belgio, Bulgaria, Estonia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Spagna) il numero di impianti che non hanno ancora ottenuto le autorizzazioni nuove o aggiornate è molto elevato: nel complesso si tratta di oltre 9 000 impianti su un totale di 52 000 impianti interessati in tutta l’Ue. .  
   
 

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