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Notiziario Marketpress di
Giovedì 08 Maggio 2008 |
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“ECOMUSEI, IMPORTANTI OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO SOSTENIBILE PER L’UMBRIA”. CONVEGNO A PERUGIA.
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Perugia, 8 maggio 2008 – “Gli ecomusei, intesi non come semplici collezioni di cose, ma come luoghi di relazioni, memorie storiche e testimonianze materiali e immateriali, veri e propri strumenti per valorizzare le identità, i paesaggi e i territori, sono tra i progetti culturali più innovativi avviati in molti paesi europei. Anche l’Umbria vuole sostenerli, coinvolgendo cittadini, comunità ed enti locali, per elaborare un concetto più moderno di sviluppo e di sostenibilità ambientale”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Ambiente e allo Sviluppo sostenibile della Regione Umbria, Lamberto Bottini, concludendo i lavori di “Ecomusei – Patrimonio, territorio, comunità”, il convegno che si è tenuto a Perugia, durante l’intera giornata di ieri a Villa Umbra di Pila, organizzato dagli assessorati all’Ambiente e allo Sviluppo sostenibile, ai Beni e alle Attività culturali e alle Politiche agricole della Regione Umbria. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Istituto per la Storia d’impresa “Franco Momigliano”, è stata l’occasione per discutere delle prospettive degli ecomusei umbri, dopo l’entrata in vigore della L. R. 34/2007 (“Promozione e disciplina degli ecomusei”) e per confrontarsi con le esperienze di altre realtà del Paese. Molti gli interventi di dirigenti regionali e funzionari di enti locali, operatori e studiosi come il Piemonte, la Toscana e il Salento (tra le prime ad occuparsi della materia), perlopiù incentrati sulle relazioni tra ecomusei e istituzioni scolastiche, associazioni e soggetti imprenditoriali, ma anche tra ecomusei e musei tradizionali, Sistema-parchi e centri regionali “Infea” per l’informazione, la formazione e l’educazione ambientale. “Incontri come quelli di oggi – ha aggiunto Bottini – sono importanti per elaborare, anche in questo settore, un linguaggio comune, per recepire suggerimenti e per costruire un futuro condiviso. Gli ecomusei possono essere un vero e proprio strumento di gestione del territorio. Istituirli – ha aggiunto l’assessore – é l’occasione per misurarci con un nuovo modello di localismo, in risposta ad una globalizzazione ancora oggi inadeguata, e per tutelare attività tradizionali locali, in grado di accrescere produttività, occupazione, sviluppo economico e turistico”. In Umbria, è stato detto nel corso dei vari interventi del pomeriggio, diverse sono le esperienze degli ecomusei, sorti in modo spontaneo, spesso casuale, alcuni dei quali nati anche prima della recente legge regionale. Si va dall’“Ecomuseo Colli del Tezio”, nel triangolo Assisi-gubbio-peugia, ricco di patrimoni storici-architettonici-archelogici (in un’area collinare-rurale di circa 450kmq, che comprende i colli del Tezio, il monte Acuto, monte Malbe e monte Pacciano, da dove è stato creato l’antico acquedotto medievale che riforniva la “Fontana maggiore” e la città di Perugia) all’“Ecomuseo dell’Alto Orvietano” (in un’area prevalentemente collinare di 350 kmq), importante per la presenza dei bacini fluviali del Nera e del Velino e per antiche produzioni nel settore siderurgico, meccanico, tessile, idroelettrico e tipografico. Di grande interesse sono anche l’“Ecomuseo del fiume Tevere e della Torre”, (attivo nel territorio compreso tra le frazioni di Ponte Pattoli, Ponte San Giovanni e San Martino in Campo e con sede a Pretola di Perugia) e il progetto di “museo diffuso” in Valnerina, elaborato dal “Cedrav” (Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra), per far conoscere, tra le altre cose, stazioni di posta, mulini, centri di medicina popolare e di chirurgia, antichi itinerari lungo le vie “dell’acqua, del carbone, della cura, della devozione, del ferro, della tessitura, del ghiaccio e della transumanza”. I lavori del convegno erano stati aperti da Silvano Rometti, assessore ai Beni e alle Attività culturali della Regione Umbria, che, illustrando i termini della legge regionale, ha sottolineato come la normativa umbra, in una sorta di costruzione dal basso “è il frutto di tanti incontri organizzati per dar voce alle istanze dei territori”. Rometti ha spiegato che saranno le comunità locali ad essere responsabili dei progetti e dei processi di costruzione degli ecomusei. Alla Regione Umbria – ha aggiunto – spetterà poi il ruolo di regia nel percorso di riconoscimento delle iniziative, secondo le linee-guida proposte da un comitato tecnico-scientifico e adottate dalla Giunta regionale. . |
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