|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 08 Maggio 2008 |
|
|
  |
|
|
3 AL TEATRO ARSENALE : SE QUESTO È UN UOMO DI PRIMO LEVI 13 - 25 MAGGIO 2008
|
|
|
 |
|
|
Milano, 8 maggio 2008 - Scritto da Primo Levi fra il dicembre del 1945 e il gennaio del 1947, dopo il suo ritorno dal campo di concentramento di Auschwitz, Se questo è un uomo resta a 61 anni dalla sua prima edizione un testo potentissimo e profondamente toccante, una storia vera che commuove e insieme uno strumento fondamentale per tenere desti la coscienza e il ricordo di una delle pagine più nefaste della storia del Novecento. Un romanzo che condivide con molti capolavori il destino di un successo tardivo: il manoscritto, rifiutato da molti editori, tra cui la stessa Einaudi, viene inizialmente pubblicato da un piccolo editore, De Silva. Nonostante la buona accoglienza critica, inclusa una recensione favorevole di Italo Calvino su L´unità, incontra uno scarso successo di vendita. Delle 2500 copie stampate, se ne vendono appena 1500, sopratutto a Torino. Solo nel 1958 la casa editrice Einaudi lo accoglie fra i "Saggi", facendone in breve tempo un successo editoriale pubblicato e ristampato in tutto il mondo. Luca Fusi ha voluto trasformare questo racconto scritto in una sorta di rito, sfruttando la sua forza catartica, cercando di rispettare al massimo l’approccio razionale, quasi freddo, che deriva a Primo Levi dal suo mestiere di chimico. Un approccio che costituisce il grande punto di forza della sua opera: solo grazie a questo distacco “scientifico” Levi può affrontare l’orrore indicibile dei campi di sterminio, consegnandoci nel contempo un resoconto storico fedele ed un’opera di letteratura straordinaria, della quale si legge ancora chiaramente la necessità e l’urgenza. Nella sua terribile esperienza di prigionia ad Auschwitz, compresa fra due terribili inverni nord europei, Levi si trova dinnanzi a un sistema, il lager, organizzato e finalizzato all’annientamento della dignità umana. Dentro questo folle progetto di distruzione, l’uomo non riesce più a provare pietà, non conosce più l’amicizia, la ribellione, la speranza: si cura solo, assurdamente, di non morire e per questo lotta; combatte per mantenere in piedi quel mucchietto di ossa, senza altro scopo che non sia quello di aggiungere sofferenza alla propria condizione. Alle parole di Levi fa da contraltare un coro silenzioso di fantasmi (interpretati dai diplomandi della Scuola di Teatro “Arsenale”) che incarnano i compagni dell’autore nel suo viaggio, in ricordi ed immagini che conducono il pubblico lungo le fasi del racconto, dalla cattura fino alla liberazione del campo. La musica dal vivo del pianoforte di Luca Rampini accompagna fedelmente il percorso narrativo, talvolta interagendo direttamente con le parole, talvolta creando semplicemente momenti di pausa fra un testo e l’altro: spazi vivi nei quali lo spettatore rimane solo con le proprie emozioni, pause indispensabili della narrazione che permettono di riflettere o interrogarsi evitando l’“assuefazione” all’orrore di ciò che si sta ascoltando. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|