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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Maggio 2008
 
   
  AL PICCOLO TEATRO STUDIO, DAL 27 MAGGIO, “ANTIGONE” DI SOFOCLE CON IL GRUPPO DI ATTORI PERMANENTI DEL TEATRO STABILE DI TORINO. ANTIGONE VS CREONTE, L’ETERNA OPPOSIZIONE RILETTA DA LE MOLI, TRADOTTA DA CACCIARI

 
   
  Milano, 12 maggio 2008 - Antigone e The Changeling, i due spettacoli che tra la fine di maggio e primi di giugno saranno ospiti del Piccolo Teatro Studio sono entrambi espressione del progetto Attori Permanenti del Teatro Stabile di Torino, rappresentazioni corali, messe in scena da un gruppo stabile di attori. La prima di queste, l’Antigone di Sofocle, in scena dal 27 maggio all’1 giugno 2008, si avvale della regia di Walter Le Moli e della nuova e moderna traduzione di Massimo Cacciari, che restituisce afflato politico a una tragedia che è archetipo sociale, fondamento di una democrazia dialettica e discorsiva, in cui la partecipazione del cittadino alla vita della polis era intensamente attiva. «La parola è un’arma - dice Le Moli - e le armi uccidono. Le parole rappresentano il mondo e noi vediamo quel che le parole descrivono; non possiamo guardare direttamente la Natura, dobbiamo rappresentarcela e la prima forma di rappresentazione è la parola, la forma principe». Nella tragedia di Sofocle ci troviamo di fronte a due rappresentazioni differenti: le parole di Antigone e quelle di Creonte. Questo cerca il dialogo (ma discorrere e ascoltare fanno parte del linguaggio della polis), quella rifiuta perché è parte del mondo-altro, pre-esistente alle leggi della polis, legato alla stirpe e perciò a coloro che ne costituiscono la storia: i morti e gli dei-dei morti. Niente di più lontano perciò da Creonte e dal mondo degli dei-viventi, dalla polis e dalle sue regole non eterne. In questa prospettiva, lo scontro ideologico e dialogico tra Antigone e Creonte suggerisce spunti di riflessione di grande attualità. Il Coro, visibilmente e materialmente superiore al fronteggiarsi dei protagonisti, è il vero motore dell’azione, simbolo della polis, della sopravvivenza della città allo scontro di due principi contrapposti, egualmente duri e inflessibili. Uno scontro che procede tra tesi e antitesi, che lascia agli spettatori il senso ultimo della sintesi. La polis mette in corto circuito gli elementi di crisi, facendoli collassare, e reagisce infine per garantire la propria sopravvivenza: da un lato facendo sparire Antigone nelle proprie viscere, fino all’oblio, dall’altro rimuovendo semplicemente Creonte dal ruolo di potere. Una lettura del tutto nuova quindi del mito di Antigone che, armata della sola forza delle parole, ci consegna un allestimento pregno di quesiti attualissimi e di spunti per una visione possibile di una democrazia oggi continuamente messa in discussione. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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