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Notiziario Marketpress di Venerdì 14 Luglio 2006
 
   
  PIEMONTE / TERRITORIO: INIZIATO L´ITER PER UN NUOVO PIANO PAESAGGISTICO. PER LA PRIMA VOLTA RIGUARDERÀ L´INTERO TERRITORIO

 
   
  Il processo di pianificazione paesaggistica, che inizia sostanzialmente oggi con il seminario che si svolge a Torino presso il centro congressi della Regione, si inserisce nel più generale quadro strategico prefigurato dalla Giunta Regionale e anticipato nelle sue linee essenziali dal documento programmatico “Per un nuovo piano territoriale regionale”, approvato nel dicembre 2005. “La Regione Piemonte –spiega l’assessore alla Pianificazione territoriale Sergio Cont– con l’avvio del Piano paesaggistico, il primo esteso a tutto il territorio regionale, intende modificare radicalmente l’approccio alle tematiche del paesaggio, superando la semplice gestione dei vincoli di tutela, che si è operata fino a ora, per attuare una politica attiva, capace di grandi ricadute e opportunità per la Regione stessa, da tempo impegnata a cercare nuove vie di sviluppo e nuove immagini identitarie, attraverso un confronto con gli enti locali, le forze economiche, sociali e culturali che operano sul territorio”. L’iniziativa regionale trova riscontro nel nuovo assetto normativo definito dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, entrato in vigore nel 2004 e da poco modificato, nonché nei principi contenuti nella Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze nel 2000 dai 45 paesi del Consiglio d’Europa e recentemente ratificata anche dal nostro Paese. Più in particolare, la Regione intende basare la sua azione sull’affermazione che gli obiettivi di qualità paesaggistica da perseguire non riguardano solo pochi “brani” di paesaggio di indiscusso valore, ma che occorre dare pieno riconoscimento al significato complesso del paesaggio in quanto “parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni”. “A fronte di una domanda, sempre più ampia, di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio –afferma Conti– le politiche devono misurarsi con scenari economici, sociali e territoriali profondamente mutati nell’ultimo mezzo secolo. Nella nostra regione, i processi insediativi e di sviluppo industriale, particolarmente intensi, e quelli di sviluppo infrastrutturale da essi trascinati, hanno progressivamente accentuato le pressioni esercitate sulle risorse paesaggistiche, cancellato molti dei paesaggi originari e distorto i rapporti tra la città e la montagna. Nelle città vi sono enormi aree industriali dismesse, mentre in campagna sono state abbandonate intere cascine, un tempo fiorenti e oggi ridotte a ruderi: non si può parlare di strategie per il paesaggio se prima non si recuperano queste strutture”. Il piano paesaggistico regionale dovrà essere elaborato attraverso il riscontro e il coinvolgimento delle comunità locali e con procedure di condivisione e partecipazione sin qui poco sperimentate. E’ importante che i piani provinciali costituiscano, da un lato, un quadro di riferimento organico delle iniziative di programmazione sul territorio, avanzate dai vari soggetti pubblici o privati e, dall’altro, un osservatorio delle trasformazioni in atto o previste, per consentire una governance del piano coerente con quella della promozione dello sviluppo. In questo senso pare indispensabile stabilire un rapporto strategico con i comuni capoluogo, in molti casi centro delle trasformazioni del paesaggio più incisive e con forte identità territoriale. .  
   
 

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