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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Maggio 2008
 
   
  16/25 MAGGIO 2008 – REGGIO EMILIA / ATERBALLETTO INAUGURA RED 2008 DEDICATO A ISRAELE

 
   
  L’inaugurazione di Red 2008 - inserito nel Reggio Parma Festival e quest’anno dedicato alla danza israeliana - è affidata venerdì 16 maggio alle 21 (replica sabato 17 maggio alle 21. 30) ad Aterballetto, che presenta al Teatro Valli di Reggio Emilia "Orizzonte Terra", una serata che comprende la prima assoluta di "Terra" omaggio di Mauro Bigonzetti a Israele su musiche di Bruno Moretti e la prima del riallestimento per Aterballetto di "Minus 7", coreografia di Ohad Naharin, il maggiore coreografo israeliano, cui sarà dedicata tutta la seconda parte del festival, che si concluderà il 25 maggio. In "Terra" non si vogliono raccontare le origini, i secoli di diaspora, il passato recente ed il presente ma si vuole scandagliare quel sedimento che si è formato nelle nostre coscienze collettive, sedimento lasciato dalla storia di un popolo, quello ebraico che da sempre si è intrecciata con altre storie ed altre culture, in un inarrestabile processo di osmosi che, però, non ha intaccato le caratteristiche fondanti di quella cultura. Tutto questo, l’idea del continuo vagare, della ricerca incessante, l’idea della meta della vita, contribuisce a delineare l’immagine che abbiamo di questo popolo, immagine che diviene quasi la metafora dell’esistenza stessa dell’uomo. La composizione musicale di Bruno Moretti (originariamente commissionata dal New York City Ballet), si sviluppa in quattro movimenti ed anch’essa segue l’ispirazione di un attraversamento di mondi culturali, partendo da un ambiente latino, attraversa un territorio balcanico e mitteleuropeo sino alla terra delle origini per concludersi in un mondo “genericamente occidentalizzato”. Suona invece come una summa del pensiero artistico "Minus 7", che il coreografo Ohad Naharin ha concesso alla compagnia italiana: non un lavoro nuovo, ma piuttosto una ricostruzione, che lo stesso coreografo spiega così: "mi piace prendere pezzi e sezioni di lavori esistenti e rilavorarli, riorganizzarli e creare la possibilità di guardarli da un’altra angolazione. Questo mi insegna sempre qualcosa di nuovo sul mio lavoro e sulla composizione. In questo pezzo ho preso sezioni da lavori differenti. Era come se stessi raccontando solo o l’inizio, o la parte centrale o la fine di tante storie ma quando l’ho organizzato il risultato è diventato coerente tanto quanto l’originale se non di più”. . .  
   
 

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