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Notiziario Marketpress di
Venerdì 23 Maggio 2008 |
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VICENZA TEATRO OLIMPICO: LE NOZZE DI FIGARO “IL SUONO DELL’OLIMPICO” PORTA IN SCENA L’OPERA MOZARTIANA SABATO 24 E MERCOLEDÌ 28 MAGGIO
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Il cartellone de “Il Suono dell’Olimpico” presenta l’atteso appuntamento con l’opera, che torna nel teatro palladiano in una doppia data, sabato 24 e mercoledì 28 maggio (con inizio alle ore 20. 00), quando andrà in scena “Le Nozze di Figaro”, opera buffa del 1786, frutto del genio creativo di W. A. Mozart e della poesia di Lorenzo Da Ponte. La produzione dell’Orchestra del Teatro Olimpico si realizza in collaborazione con il Teatro Sociale di Rovigo, grazie all’interessamento del suo direttore artistico, Marcello Lippi, che vedremo anche nel cast dei cantanti. Vero evento nell’ambito della rassegna curata dall’Orchestra del teatro Olimpico, per la direzione artistica di Giancarlo De Lorenzo, la realizzazione dell’opera vede l’importante partecipazione di Zambon Group, l’azienda farmaceutica di origini vicentine da sei anni sostenitrice dell’Oto in una partnership che è cresciuta nel tempo. Dal tradizionale concerto che l’azienda dedica all’intera città di Milano nel giorno di Sant’ambrogio, nell’omonima basilica meneghina, e che viene affidato all’orchestra vicentina, si è passati di recente ad un suo più ampio coinvolgimento nell’attività dell’Oto. In questo contesto è nato il progetto di portare la lirica a Vicenza, in occasione di una commemorazione del fondatore dell’impresa, Alberto Zambon. Figura di imprenditore coraggioso ma anche di uomo entusiasta, sognatore, colto e sensibile, aveva tra le sue passioni tanto la chimica farmaceutica quanto la musica. Per questo la famiglia Zambon desidera ricordarlo nella "sua" Vicenza, con la "sua" musica. Oltre alle date pubbliche, una terza, lunedì 26 maggio, sarà dedicata interamente all’azienda e al suo pubblico. L’orchestra del Teatro Olimpico sarà guidata dal suo direttore principale, Giancarlo De Lorenzo, per una regia dell’opera affidata a Gabbris Ferrari, al suo debutto in Olimpico e con l’Oto. L’artista rodigino spazia dalla pittura alla ricerca grafica, dalla scenografia alla regia di balletto, teatro e opere, fino all’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Urbino e all’Accademia di Venezia, dove occupa la cattedra di scenografia. A Rovigo dirige “Minimiteatri”, un teatro di ricerca da cui nascono lavori di avanguardia, alcuni dei quali realizzati per gli eventi di Genova Città della Cultura, e per la Biennale di Venezia. Sul palco vedremo protagonisti Luca Tittoto (basso) nei panni di Figaro e Gabriella Costa (soprano) interprete di Susanna, sua promessa sposa. Conte e contessa di Almaviva saranno Marcello Lippi (basso) e Natalia Lemercier Miretti (soprano). Silvia Balistreri (soprano) darà la voce a Cherubino (paggio del conte), mentre Roberto Covatta (tenore) interpreterà due personaggi: il maestro di musica Basillio e don Curzio (giudice). Armando Gabba (basso) vestirà i panni del medico Bartolo, mentre Chiara Fracasso (mezzosoprano) sarà la governante Marcellina. Nei ruoli di Antonio e Barbarina vedremo i giovani Flaviano Giordano e Barbara Carrer, al loro debutto. Il cast si completa con la presenza di Thierry Parmantier, ballerino e coreografo nato a Bruxelles ma vicentino di adozione, che sarà impegnato in azioni mimiche. La parte del coro è affidata a “I Polifonici Vicentini”, del Maestro Pierluigi Comparin. Macchina teatrale perfetta, “Le Nozze di Figaro” saranno interpretate dalla regia di Ferrari, cui spetta il compito di inserire l’opera nel contesto unico al mondo dell’Olimpico, pur ispirandosi rigorosamente alle indicazioni degli autori e alla musica. Una vera sfida, quella della scena fissa, sia per il regista, che dovrà rendere le ambientazioni con soluzioni sceniche basate su arredi, attrezzeria e dettegli dei costumi, ma anche per i cantanti, chiamati a sfruttare al massimo le loro corde attoriali. L’opera buffa in italiano, che debuttò al Burgtheater il 1° maggio 1786 diventando presto un grande successo in tutta Europa, nasce su musiche di W. A. Mozart e libretto di Lorenzo Da Ponte. Solo l’incontro di questi due geni poté dare come frutto un’opera rivoluzionaria, su un testo già dichiarato pericoloso e scandaloso al suo debutto teatrale nel 1784, per certe battute che accusavano esplicitamente la nobiltà, e riproposto invece in una forma che fu applaudita dai nobili viennesi. Nel 1786 il “libero professionista” Mozart, allora ventinovenne, propose al teatro imperiale un soggetto tratto dalla commedia Le mariage de Figaro (del 1781) di Pierre Auguste Caron de Beaumarchais, secondo capitolo di una trilogia dedicata al “Barbiere di Siviglia”, che si chiuderà nel 1793 con La mère coupable. Il Testo, irriverente nei confronti di aristocratici e benpensanti della Francia pre-rivoluzionaria, fu cautamente riadattato da Lorenzo da Ponte, assunto da poco come poeta di corte a Vienna grazie all’influenza di Pietro Metastasio e Antonio Salieri. Con la qualifica di “poeta dei teatri imperiali” collaborò nuovamente con Mozart, curando anche il Don Giovanni e Così Fan Tutte. La musica con cui Mozart racconta degli intrighi di Figaro e della sua fidanzata Susanna alle spalle del frivolo Conte d’Almaviva si affida alle più usuali convenzioni dell’opera buffa tardosettecentesca, proponendo familiari alternanze di recitativi secchi e accompagnati, arie e brani d’insieme. L’opera raggiunge però un perfetto equilibrio formale tra musica e testo poetico, in una sinergia inedita nel repertorio operistico dell’epoca. La scansione dei versi è valorizzata dalle idee mozartiane, mentre Da Ponte lascia che le più astute arguzie si facciano strada nelle battute dei suoi personaggi, in un trionfo di facezie e doppi sensi. I toni satirici dell’originale si stemperano in favore dell’arte, e non solo per assecondare le censure degli imperiali, tanto che “Le Nozze di Figaro” furono accolte con un trionfo dallo stesso pubblico di cui gli autori si facevano beffa con geniale arguzia ed eleganza. . . |
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