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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Maggio 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, AUMENTO DEI PREZZI: GARANTIRE L´ACCESSO ALLE MATERIE PRIME CON LA LOTTA ALLE SPECULAZIONI, LA RIMOZIONE DELLE MISURE CHE DISTORCONO LA CONCORRENZA E UNA NUOVA POLITICA ENERGETICA

 
   
  Strasburgo, 21 maggio 2008 - L’accesso alle materie prime è di importanza vitale per l´economia dell´Ue. E´ quanto sostiene il Parlamento rilevando che il recente rialzo dei loro prezzi ha danneggiato la crescita. Chiede quindi una strategia in materia di accesso alle materie prime, la lotta alle speculazioni, la rimozione delle misure che distorcono la concorrenza e una nuova politica energetica. Criticando le prassi commerciali cinesi, sollecita più attenzione per i Pvs, e il bando delle risorse legate ai conflitti. Le "materie prime" e i "prodotti di base" sono prodotti alimentari agricoli, prodotti di base agricoli, metalli, minerali e prodotti energetici utilizzati come fattori di input nel processo industriale, siano essi trasformati, grezzi o riciclati. Approvando con 602 voti favorevoli, 19 contrari e 62 astensioni la relazione di Jens Holm (Gue/ngl, Se), il Parlamento osserva anzitutto che l’accesso a questi prodotti «è di importanza vitale per l’economia dell’Ue», data la sua mancanza di offerta interna, ma rileva che, attualmente, non esiste una strategia europea coerente per far fronte alle sfide poste dall’accresciuta concorrenza nell’accesso alle materie prime. I deputati esprimono quindi preoccupazione circa le previsioni di un aumento della domanda mondiale per tali prodotti, anche perché il recente aumento dei loro prezzi sui mercati internazionali «si è tradotto in un´assenza di crescita economica» nell´Ue e minaccia la sua competitività. Notano infatti che, dal 2002, l´indice dei prezzi delle materie prime non combustibili è cresciuto del 159%, quello dei metalli e dei minerali del 285% e quello delle materie prime agricole del 133%. Tali aumenti, secondo il Parlamento, sono dovuti ad una crescita significativa della domanda proveniente da paesi emergenti - quali Cina, India e Brasile - e al cambiamento delle condizioni meteorologiche. Ma notano che questo fenomeno è determinato anche dalle pratiche restrittive adottate da taluni paesi esportatori, dalla forte espansione del mercato di agrocarburanti e della produzione di bestiame, nonché dalle speculazioni di borsa. Il Parlamento raccomanda «vivamente» l´adozione, a livello europeo e internazionale, di tutte le misure necessarie a garantire la moderazione dei prezzi che consentirebbe di uscire dalla attuale crisi alimentare. Per il lungo periodo, però, chiede di elaborare una normativa adeguata volta a combattere le operazioni speculative e di riesaminare i poteri e le competenze degli organi nazionali e internazionali di sorveglianza delle materie prime alimentari, per «garantire la stabilità e la sicurezza dei mercati ed evitare che tali operazioni compromettano il diritto all´alimentazione». Accesso libero ai mercati delle materie prime e nuova politica energetica - Il Parlamento invita la Commissione ad attuare una strategia completa ed equilibrata riguardo all´accesso alle materie prime «tenendo conto degli interessi dell´industria Ue e dei paesi in via di sviluppo». Ritiene peraltro che, a lungo termine, la cooperazione economica regionale e commerciale dovrebbe essere incoraggiata e potrebbe condurre alla conclusione di accordi di libero scambio. In tale contesto, l´accordo di libero scambio Euromed dovrebbe essere una priorità, vista l´importanza degli scambi di materie prime in questa regione. Pur riconoscendo il diritto dei paesi di limitare l’accesso alle proprie materie prime per motivi ambientali o per far fronte a carenze critiche di approvvigionamento, il Parlamento si dice preoccupato da questa tendenza che provoca una «distorsione della concorrenza». Sollecita quindi la Commissione a perseguire attivamente l’obiettivo dell’eliminazione multilaterale delle misure aventi effetti di distorsione, nel pieno rispetto delle restrizioni dettate da motivi legati allo sviluppo dei paesi meno avanzati ed a occuparsi della questione dell’accesso «libero ed equo» ai mercati delle materie prime nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Chiede inoltre di negoziare un accesso non discriminatorio ai mercati delle materie prime in cambio dell´accesso a tecnologie rinnovabili, che consentono il risparmio energetico e un uso efficiente delle risorse in tutti i negoziati bilaterali sugli accordi di libero scambio. L´ elevato prezzo del petrolio rafforza la necessità di un´impostazione «urgente e diversa» nella politica energetica per migliorare ed aumentare l´efficienza e l’utilizzo di altre fonti energetiche, comprese quelle rinnovabili. Il Parlamento sottolinea tuttavia la posizione, sempre più critica, riguardo ai benefici economici e ambientali della produzione di agrocarburanti. L´aula non ha peraltro accolto la proposta dei Verdi di chiedere una moratoria immediata sulle importazioni e la produzione nell´Ue di biocombustibili, finché non ne fosse valutato appieno l´impatto sulla sicurezza ambientale globale. Incoraggia la ricerca e l´innovazione sull´approvvigionamento sostenibile di materie prime, puntando anche sul recupero dei materiali fuori uso. Si dice poi preoccupati per il fatto che una parte crescente delle risorse del pianeta sia utilizzata per l’allevamento del bestiame che è responsabile, insieme all´industria della produzione di carne, del 18% delle emissioni complessive mondiali di gas serra, nonché della deforestazione nei Pvs. Gli effetti negativi della politica commerciale cinese - I deputati esprimono il loro timore nei confronti della Cina che, a loro parere, sembra non consentire alle imprese straniere di avere una partecipazione maggioritaria in settori come l´acciaio. Sono preoccupati, infatti, che abbia introdotto diversi meccanismi che limitano l´esportazione di materie prime e di metalli o che fornisca aiuti pubblici per il loro acquisto da fonti esterne. Tali prassi, secondo i deputati, pongono gravi difficoltà all´industria dell’Ue e al suo interesse a rispettare gli obiettivi in materia di cambiamento climatico e ad esportare tecnologie rinnovabili e, quindi, «devono essere combattute con tutti gli strumenti disponibili». Inoltre, la nuova politica commerciale di alcuni paesi emergenti, in particolare la Cina, che cercano materie prime in tutto il mondo, soprattutto in Africa, ha un’incidenza negativa «di rilievo» sulla sicurezza globale dell´accesso ai prodotti di base. Il Parlamento, infatti, sottolinea l´esigenza di superare l´attuale impostazione, fondata su una relazione da Stato a Stato, che «si disinteressa» delle questioni relative ai diritti dell´uomo, alla responsabilità sociale delle imprese e alle norme sociali e ambientali. Più attenzione ai Paesi in via di sviluppo - Il Parlamento deplora che molti dei paesi in via di sviluppo (Pvs) e, in particolare, quelli meno avanzati (Pma), «siano stati relegati a produrre ed esportare materie prime e prodotti di base i cui prezzi, soggetti a volatilità, sono diminuiti nel lungo termine», ostacolando il processo di riduzione della povertà. In proposito, osservano che, per 95 dei 141 Pvs, i prodotti di base rappresentano almeno il 50% dei proventi da esportazione. Li incoraggia, quindi, a diversificare la loro economia e a sviluppare attività economiche legate a fasi più avanzate del processo produttivo, comprendenti anche la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti. D´altro canto riconosce che l’aumento dei prezzi dei prodotti di base «ha contribuito a migliorare significativamente i conti esteri» di alcuni Pvs. I deputati rilevano inoltre che gli aiuti per il commercio sono un importante strumento di sviluppo e che l’Ue ha già ridotto gradualmente le sue tariffe sui prodotti agricoli provenienti dai paesi meno sviluppati, con l´iniziativa "tutto fuorché le armi", e da molti paesi Acp attraverso gli accordi di partenariato economico. Tuttavia, per garantire l’efficacia nel sostegno ai Pvs e, in particolare, a quelli meno sviluppati, chiedono di riesaminare il regime di finanziamenti compensativi dell´Ue, il Flex (strumento volto a indennizzare i paesi Acp in caso di crollo dei proventi da esportazione e a fornire loro risorse di bilancio supplementari per sostenere le riforme e le politiche macroeconomiche e settoriali, Ndr). Il Parlamento, infine, sollecita la Commissione a intensificare i suoi sforzi per raggiungere un accordo internazionale sulle risorse legate ai conflitti, il cui obiettivo primario sia «la proibizione totale del commercio di risorse che alimenta conflitti armati o ne è il risultato». Insiste, inoltre, sulla messa a punto di una regolamentazione che proibisca la vendita e la commercializzazione, nell’Ue, di risorse legate ai conflitti. Chiede poi a tutti i paesi partecipanti al commercio di diamanti di aderire totalmente al sistema di certificazione del processo di Kimberley per il commercio internazionale di diamanti grezzi. .  
   
 

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