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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Maggio 2008
 
   
  INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA “L’ALCHIMIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA”, AD AOSTA

 
   
  Aosta, 21 maggio 2008 - Giovedì 29 maggio prossimo, alle ore 18, al Centro Saint-bénin di Aosta, l’Assessore all’Istruzione e Cultura inaugurerà l’esposizione “L’alchimia dell’Arte Contemporanea. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo”. Aperta sino al 5 ottobre prossimo, la rassegna presenta al pubblico una selezione di opere dei seguenti artisti: Matthew Barney, Glenn Brown, Angela Bulloch, Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Tony Cragg, Thomas Demand, Glenn Brown, Flavio Favelli, Giuseppe Gabellone, Douglas Gordon, Jeppe Hein, Damien Hirst, Mona Hatoum, Carsten Hollen, Anish Kapoor, Suchan Kinoshita, Udomsak Krisanamis, Shirin Neshat, Jennifer Pastor, Alessandro Pessoli, Susan Philipsz, Paola Pivi, Charles Ray, Thomas Ruff, Andreas Slominski, Yutaka Sone, Rudolf Stingel, Liu Wei, Cerinth Wyn Evans. L’alchimia è un’antica pratica che combina elementi di scienza, astrologia, semiotica, medicina, misticismo, religione e arte. Disciplina semi-scientifica nata dall’incontro tra fisica e chimica, è anche una forma di arte magica che ricerca la verità attraverso le trasformazioni della materia, implicando un’esperienza di crescita ed un processo di purificazione spirituale per l’artefice dell’esperimento. La mostra, curata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, si propone di dimostrare come l’arte contemporanea possa essere considerata una forma di alchimia dei nostri giorni, nata da una conoscenza metafisica e filosofica, che nella sua materializzazione può assumere connotati esoterici e mistici oltre ad una valenza psicologica. Le opere di arte contemporanea possono essere avvicinate ai processi e ai simboli alchemici, che possiedono un significato interiore nato dal legame tra la rappresentazione materiale e la trasformazione fisica del mondo che ci circonda. Come l’alchimia, l’arte contemporanea non separa la dimensione materiale da quella simbolica e filosofica, e trasforma metaforicamente la ricerca della pietra filosofale nella ricerca della perfezione e nel superamento dei confini dell’esistenza umana. Questo processo, simboleggiato nell’alchimia classica dalla trasmutazione dei metalli semplici in oro, diviene nell’arte la trasformazione della materia e degli oggetti quotidiani in opere artistiche portatrici di messaggi. Come l’alchimia tende a un linguaggio criptico e simbolico, rendendo difficile tracciare le trasformazioni e le relazioni tra gli oggetti, restando sospesa in un universo onirico, così l’arte contemporanea lascia al singolo la capacità di interpretare le opere, entrando in rapporto diretto con l’artista. Se nel passato l’alchimia si prefiggeva la ricerca del sapere universale, oggi gli artisti contemporanei raccontano il mondo che ci circonda, le sue trasformazioni e le sue contraddizioni, inserendo nelle loro opere la ricerca di una verità e la lotta interiore dell’uomo tra il bene e il male. La mostra del Centro Saint-bénin offre un percorso attraverso cui riscoprire, in chiave alchemica, alcuni grandi maestri dell’arte contemporanea, rivelando attraverso l’analisi delle loro opere la loro visione del mondo contemporaneo. Ogni artista diviene in qualche modo un alchimista quando attraverso la trasformazione della materia cerca di comunicare al pubblico una nuova versione della realtà. Per gli artisti come per gli alchimisti, infatti, non vi è alcuna ragione per separare la dimensione materiale da quella simbolica o filosofica. L’assessore sottolinea come questa esposizione, che presenta al pubblico opere realizzate con tutti i mezzi espressivi, dal video alla pittura, dalla scultura l’installazione e alla fotografia, rappresenti un significativo contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dell’arte contemporanea. .  
   
 

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