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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Maggio 2008
 
   
  DAL 23 MAGGIO 2008 – TORINO / IL “PROGETTO A SAN SALVARIO” DI CONFARTIGIANATO IN MOSTRA A TORINO GEODESIGN

 
   
  Il “Progetto a San Salvario” (in mostra al Palafuksas dal 23 maggio) realizzato in collaborazione con i ragazzi dello IAAD di Torino e quelli del NABA di Milano, è l’occasione per ribadire l’importanza delle imprese artigiane e stimolare la valorizzazione dell’artigianato, che deve necessariamente passare attraverso un dialogo costante con la grande industria e con il design. Design inteso come utilità, come veicolo di modernità e stimolo alla crescita in tutti i settori. Inoltre “Progetto a San Salvario” spalanca la porta ai giovani. Avere vent’anni ed esporre con i più grandi designer del mondo. Essere ammessi a Torino Geodesign. Una sfida importante che ha ottenuto un grande riconoscimento. “Confartigianato Imprese Torino - afferma il direttore Franco Solia - è impegnata da anni nello studio del rapporto fra ricerca, innovazione e artigianato e si propone oggi come interlocutore e attore del dibattito, con questa iniziativa. Il mondo del design contemporaneo, Geodesign appunto, è una risorsa importantissima per il nostro territorio, molto importante anche per le nostre imprese che hanno dunque la possibilità di misurarsi con le nuove frontiere della modernità, al servizio delle comunità locali, per progettare, realizzare e commerciare utensili complessi, utili alla comunità”. “Passaggio a San Salvario” è un percorso tra le vie della città ascoltando e “riflettendo” la città stessa; è un caso speciale di Geodesign in cui il gruppo di lavoro di Confartigianato è stata coinvolto come designer e coordinatore di una pluralità di soggetti: non una singola azienda ma un’intera categoria di settore (rappresentata da Confartigianato Torino); non una sola comunità con cui dialogare, ma l’intero quartiere di San Salvario; non un solo designer, ma tre realtà di progettisti distinte: il gruppo interdisciplinare ghigos e due scuole, la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano con l’artista Stefano Boccalini e l’architetto Davide Crippa e lo IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design) di Torino con il designer Umberto Rondolino. Il quartiere su cui si è concentrato il lavoro, San Salvario, è una realtà vitale ma per questo anche molto complessa, che conta quattordicimila abitanti, centoquindici etnie, tre Moschee, una Sinagoga Ebraica con annessi una scuola e un ricovero per anziani, una chiesa Cattolica, un Tempio Valdese, l’Esercito della Salvezza e una serie di associazioni che a vario livello operano all’interno del quartiere (tra cui l’Agenzia di Sviluppo di San Salvario). In una realtà così sfaccettata ci siamo chiesti come attivare un progetto che fosse in grado di dialogare con il territorio e con il suo vissuto senza risultare riduttivo. Abbiamo ipotizzato un dispositivo che permetta di conoscere il territorio nelle sue trame più nascoste – raccontano i ragazzi che hanno collaborato al progetto-. E’ nata così l’idea di progettare un archivio mobile, un archivio in grado di acquisire informazioni direttamente sul campo, che possa aggirarsi tra le vie e i cortili di San Salvario per raccogliere le testimonianze e il vissuto delle persone in tutte le loro possibili forme (testi, racconti orali, ricette, favole, video, disegni, suoni, sapori ed odori…). L’archivio raccoglie e dà: ascolta, registra, cataloga ed offre, sempre disponibile per acquisire nuovi “dati” o mettere in comune quelli che già conserva. Ciò che viene restituito al quartiere attraverso l’archivio è dunque una base su cui costruire un senso di appartenenza che non sia solamente legato alla storia del territorio e alle storie dei suoi abitanti, ma che a partire da quelle riesca anche a costruire nuove appartenenze. Le comunità, infatti, oggi non sono solo quelle che ci consegna la storia, ma sono anche quelle che di volta in volta riusciamo a costruire per identificarci all’interno di un sistema sociale che molto spesso non ha la capacità, proprio nei suoi organi costituitivi, di rappresentarci. L’archivio mobile diventa cosi una piattaforma che permette al quartiere di incontrarsi e di condividere inediti possibili modi di vita, una piattaforma su cui instaurare nuovi percorsi condivisi. Questo contemporaneo “raccoglitore urbano” dovrà, da una parte, farsi custode delle esperienze delle diverse comunità del quartiere, raccogliendone le infinite testimonianze e, dall´altra, divulgare preziosi segreti sussurrandoli allo spazio urbano. Torino, città cosmopolita e multiculturale, ribadisce, anche grazie a questo progetto di Confartigianato, il suo ruolo di città moderna, capace di dialogare con le imprese, le istituzioni e anche i ragazzi, speranza per il futuro, per progettare insieme il suo rinnovamento. .  
   
 

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