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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Giugno 2008
 
   
  FESTIVAL ECONOMIA ENRICO MORETTI: ULISSE E LE SIRENE DEL PETROLIO LA CRESCITA DEL SUO PREZZO, L’ECONOMIA DEI PAESI PRODUTTORI, IL PROGRAMMA “OIL FOR FOOD” E LE RENDITE ILLECITE. IL PETROLIO PUÒ DIVENTARE UNA VERA E PROPRIA ARMA, POLITICA E IN QUALCHE CASO MILITARE.

 
   
  Trento, 3 giugno 2008 - Enrico Moretti ha iniziato ricostruendo l’andamento del prezzo del petrolio. Dalla seconda guerra mondiale fino alla crisi del ‘72 il suo prezzo è rimasto sostanzialmente invariato. Nel ‘79 si è verificata un’altra impennata e in seguito anche nel 2001. Poi il prezzo ha continuato a salire e oggi si pensa che questo aumento sia strutturale e non cambierà. Per chi lo importa è certamente una brutta notizia. Teoricamente è invece buona per chi lo produce. Spesso si tratta di paesi in via di sviluppo che potrebbero trarre vantaggio da questo andamento. Storicamente, ha sottolineato Moretti, in molti di questi paesi si sono però verificati due problemi: mancanza di democrazia e corruzione. Per evitare questi problemi, uno strumento recente e utilizzato in due casi è quello degli “Escrow Accounts”, che consentono il controllo delle risorse derivanti dalla vendita del petrolio da parte di organismi come Onu o Banca Mondiale. Queste organizzazioni possono controllare direttamente le risorse ricavate dalla vendita del petrolio e destinarle alle priorità di sviluppo indicate preventivamente dal paese produttore. “Oil for Food” è uno di questi strumenti (un altro esempio è Exxon-mobil in Chad). Varato nel 1995, il programma consentiva all’Irak, sotto embargo, di importare cibo e medicinali vendendo petrolio. Ha avuto effetti positivi per la popolazione, soprattutto sul fronte del contrasto alla malnutrizione. Ha fornito alla popolazione civile 32 miliardi di dollari in cibo e medicine. E’ stato il programma umanitario più imponente che si sia mai realizzato ma ha avuto anche problemi notevoli. L’errore di fondo, secondo Moretti è stato permettere all’Irak di scegliere i compratori del petrolio e di fissarne il prezzo. La sua tesi è che l’Irak avrebbe venduto il petrolio sotto prezzo movimentando in questo modo un sistema di corruzione basato su tangenti. Per dimostrare questa teoria ha usato tecniche statistiche e dati pubblici. Ha ammesso che questo modo di procedere non permette di raggiungere una prova dei fatti utile ad ottenere condanne in tribunale. E’ sufficiente però per porsi molti interrogativi. . .  
   
 

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