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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 04 Giugno 2008 |
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FESTRIVAL ECONOMIA: RUSSIA, QUANDO I CEREALI DECIDONO TUTTO LA TESTIMONIANZA DI EGOR GAYDAR, EX PRIMO MINISTRO DI ELTSIN
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Trento, 4 giugno 2008 - “Dal collasso dell’impero sovietico possibili importanti lezioni per quel che siamo oggi” Nel 1992 è stato primo ministro russo sotto il governo di Boris Eltsin e ha promosso l’abolizione della regolamentazione dei prezzi da parte dello Stato. Nel 1994 è stato tra i fondatori del partito della Scelta Democratica della Russia e fino al 2003 è stato deputato. Negli ultimi anni si è gradualmente ritirato dalla scena politica per concentarsi sulla ricerca economica. Del 2007 il libro “Collasso di un impero: lezioni per la Russia moderna”, tradotto con successo in inglese e spagnolo e destinato anche al mercato italiano. E proprio “Il collasso dell’impero” è il titolo della conversazione che – per gli appuntamenti delle “Visioni” del Festival dell’economia – ha visto protagonista, in Sala Depero, Egor Gaydar. Ad incalzarlo John Lloyd, editorialista del “Financial Times”. Il suo è stato un viaggio dentro l’attualità, certamente, ma con continui riferimenti al passato, a partire dagli anni Trenta e dallo stalinismo e con il ricorso a citazioni continue dagli archivi della storia sovietica. Per l’ex primo ministro russo, comunque, ´´se i prezzi petroliferi sono oltre i 100 dollari è più facile governare la Russia´´ e il riferimento è stato alle grandi difficoltà del governo russo durante la crisi petrolifera del 1995-96. Esaminando l´attuale situazione economica della Federazione russa, Gaydar ha invece aggiunto che ´´c´e´ una forte pressione all´emissione di obbligazioni di Stato, che però non si possono garantire´´. Ha tuttavia giudicato positivamente la politica economica degli ultimi anni ´´che ha fatto - ha ricordato - una riforma fiscale con la flat tax, esenzioni e riduzioni di imposte sugli utili, cambiamenti nell´imposizione sulle risorse naturali. Si è ottenuto un incremento dei redditi ed è migliorato il federalismo fiscale. Soprattutto stabilizzare l´economia prima del crollo del petrolio nel 2003 è stato un successo´´. Gli è stato anche chiesto un giudizio sul nuovo presidente Dmitri Medvedev. Gaydar si e´ limitato a dire che ´´lo vedremo solo nei prossimi mesi´´ ma si è dichiarato ´´più ottimista rispetto a sei mesi fa. E comunque Medvedev è persona istruita, vuole fare qualcosa di buono per la Russia. E poi ho un mio metodo per giudicare i politici: non da quello che dicono, ma da quello che fanno”. Un accenno, non senza toni polemici, ai rapporti tra Unione Europea e Russia. “E’ vero che l’elite russa cerca un rapporto con l’Europa ma io ricordo la battuta di un ministro degli esteri di un paese dell’Est: entrare in Europa è il paradiso, ma il negoziato per entrarci è l’inferno. L’unione Europea deve trattare la Russia come un buon vicino, non per imporre regole ma per decidere come vivere insieme”. Nel suo racconto momenti drammatici (1991, la crisi dei cereali, l’urbanizzazione crescente, la guerra in Afghanistan) e il tentativo di raccontare la storia della Russia, ha detto, per riparare ad un errore concettuale, una sorta di fanfaluca: “Quella di chi racconta che c’era una volta un grande Impero, una superpotenza con problemi ovvi poi toccata da un tentativo di riforme con risultati disastrosi (crollo impero, dissoluzione Urss) prima che qualcuno riuscisse a riportare la Russia al suo ruolo”. Per andare oltre questo schematico racconto dell’era Gorbaciov – Eltsin, l’ex primo ministro è partito appunto da Stalin, dai cereali confiscati ai contadini, dalle terribili purghe. E sempre attorno al ruolo centrale dei cereali – dapprima esportati e poi importati, in una alternanza dalle tinte drammatiche, con rischi concreti di guerra civile anche negli Anni Novanta – Gaydar ha sviluppato il suo intervento. O forse sarebbe meglio dire: i suoi ricordi. . . |
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