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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Maggio 2006
 
   
  IBM E ALTRE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI DANNO VITA ALLA GLOBAL PANDEMIC INITIATIVE L’OBIETTIVO È IDENTIFICARE E MAPPARE LE PANDEMIE E PRODURRE VACCINI PIÙ MIRATI

 
   
  Armonk, New York, 16 maggio 2006 - Ibm e altre importanti organizzazioni e istituzioni internazionali di tutto il mondo hanno annunciato la Global Pandemic Initiative, un programma di collaborazione che si propone di contribuire ad arginare la diffusione delle malattie infettive. Questa iniziativa nasce dalla crescente preoccupazione per la possibilità che si manifestino e si diffondano nuovi ceppi patogeni e coinvolge gli scienziati Ibm, organizzazioni sanitarie e università di tutto il mondo. Insieme, esploreranno l’uso della tecnologia informatica e analitica avanzata, per prevenire e arginare potenziali scoppi di malattie infettive nelle varie parti del mondo. Ibm sfrutterà numerose tecnologie chiave e costituirà degli “Innovation Center” sanitari, presso i laboratori di ricerca dell’azienda in tutto il mondo, per collaborare con la comunità internazionale a questo sforzo congiunto. “La minaccia di una pandemia è certamente un fenomeno globale”, ha spiegato Samuel J. Palmisano, Chairman e Chief Executive Officer Ibm. “Anche la nostra risposta deve, quindi, essere globale e deve affidarsi – così come avviene per molte altre importanti questioni che affrontiamo oggi – a un’innovazione aperta e collaborativa. Ibm è fiera di contribuire con i suoi partner a questo impegno, fondato su un’innovazione che conta realmente”. L’aspetto centrale di questo impegno sarà l’uso di tecnologie software avanzate che Ibm intende fornire alla comunità Open Source e che sono progettate per aiutare a condividere le informazioni sulle pandemie e a usarle per prevedere la modalità di diffusione delle malattie. Sarà utilizzata, tra l’altro, un’architettura software, sviluppata da Ibm, denominata Interoperable Healthcare Information Infrastructure (Ihii), che è stata progettata per migliorare le comunicazioni e la collaborazione tra le strutture mediche, nelle fasi di raccolta e condivisione dei dati sanitari. Ibm espanderà il ruolo dell’Ihii per inserire anche informazioni relative alla salute pubblica, agevolando la condivisione di dati clinici tra strutture mediche, laboratori e agenzie di salute pubblica. Ibm prevede inoltre di costituire una comunità di utenti intorno alla sua struttura di modellazione epidemiologica, denominata Spatio-temporal Epidemiological Modeller (Stem), in grado di sfruttare le informazioni raccolte dall’Ihii, insieme alle informazioni supplementari, quali immagini ad alta risoluzione fornite dalle Nazioni Unite, mappe, ubicazione degli aeroporti, modelli di viaggio e rotte migratorie degli uccelli in tutto il mondo. Ciò consentirà agli utenti di sviluppare rapidamente modelli relativi alla modalità con cui è probabile che una malattia si diffonda geograficamente nel corso del tempo. Questi modelli possono aiutare gli esperti di Sanità e i responsabili della pianificazione pubblica a sviluppare piani di emergenza efficaci. Alla fine, tali piani potrebbero prevedere lo sviluppo e la distribuzione di vaccini più efficaci e tempestivi. Parallelamente Ibm sfrutterà la conoscenza acquisita tramite un’iniziativa collaborativa nota come “Project Checkmate”, in cui Ibm e The Scripps Research Institute conducono ricerche biologiche avanzate sui virus influenzali. La collaborazione è studiata per prevedere il modo in cui i virus muteranno nel corso del tempo, utilizzando tecniche predittive avanzate basate su sistemi di calcolo ad alte prestazioni, quali il supercomputer Bluegene Ibm. Questo consentirà alle aziende farmaceutiche di sviluppare vaccini efficaci, attingendo alla competenza immunologica e chimica dell’istituto Scripps. Gli scienziati Ibm dei laboratori di ricerca situati in Cina, India, Israele, Giappone, Svizzera e Usa fungeranno da punti di contatto per la collaborazione. I membri del comitato direttivo della Pandemic Initiative comprendono: U. S. Agency for International Development, Centers for Disease Control and Prevention, Organizzazione Mondiale della Sanità, Scripps Research Institute e University of Pittsburgh Medical Center - Center for Biosecurity. .  
   
 

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