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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Settembre 2006 |
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STUDIO UBS “PREZZI E SALARI” 2006 UN RAFFRONTO GLOBALE TRA SALARI E POTERE D’ACQUISTO BASATO SU 71 CITTÀ A LIVELLO MONDIALE. QUATTRO CITTÀ EUROPEE E TOKYO LE PIÙ CARE - MASSIMI SALARI IN SCANDINAVIA, SVIZZERA E NEGLI USA.
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Zurigo / Basilea, 4 settembre 2006 - Zurigo e Ginevra, sulla base dei più alti salari netti corrisposti, occupano i primi posti nel confronto del potere d’acquisto insieme a Dublino, Los Angeles e Lussemburgo. L’asia è il continente in cui si lavora di più, quasi 50 giorni all’anno in più rispetto all’Europa occidentale. In Asia gli impiegati possono compensare un minore potere d’acquisto del salario orario almeno in parte con un orario di lavoro più lungo. Oslo, Londra, Copenhagen, Zurigo e Tokyo sono le città più care del mondo tenendo conto di un paniere ponderato composto da 122 beni e servizi. Inserendo nel confronto anche i costi delle abitazioni e gli affitti, dallo studio Ubs “Prezzi e salari” si evince che la vita è particolarmente cara a Londra e New York. Il paniere registra i prezzi più bassi dei prodotti nelle città di Kuala Lumpur, Bombai, Nuova Delhi e Buenos Aires. Leggero calo per New York e Chicago - Le oscillazioni all’interno della classifica sono spesso una conseguenza di variazioni nella struttura dei cambi. Rispetto all’edizione 2003 di “Prezzi e salari”, le città statunitensi di New York e Chicago sono leggermente scese di posizione all’interno della classifica, principalmente a causa dell´ indebolimento del dollaro statunitense. Shanghai e Pechino rimangono invece relativamente convenienti nonostante il boom economico poiché la valuta nazionale, il renminbi, non è stato abbandonato alla pressione di rivalutazione delle forze di mercato. Massimi salari in Scandinavia, Svizzera e negli Usa - Nelle città dell’Europa occidentale e dell’America settentrionale, i lavoratori di una rosa di 14 professioni rappresentative guadagnano ca. 15 euro lordi per ogni ora di lavoro prestata, nelle città asiatiche e dell’Europa orientale oggetto dello studio, il salario all’ora è invece compreso tra 3 e 4 euro. I salari più alti si percepiscono a Copenhagen, Oslo, Zurigo, Ginevra, New York e Londra. Nel confronto sui salari netti, le città scandinave e tedesche perdono terreno a causa dell’elevato livello di imposte e di contributi sociali. L’unica a salire di posizione nel confronto dei salari a livello internazionale è l’Europa anglosassone con Dublino e Londra che si collocano ora tra le prime dieci posizioni. Lavorare 35 minuti per un Big Mac - Il livello dei salari acquista un certo significato e indica cosa ci si può permettere solo se correlato al livello dei prezzi. Il confronto diviene particolarmente chiaro se si prende un prodotto omogeneo a livello mondiale, come il Big Mac. Dalla media mondiale risulta che è sufficiente lavorare 35 minuti per potersi permettere un Big Mac, le differenze sono tuttavia notevoli: a Nairobi serve un’ora e mezza di lavoro per potersi comprare un Big Mac con il salario netto percepito all’ora. Nelle città statunitensi di Los Angeles, New York, Chicago e Miami bastano invece al massimo 13 minuti di lavoro. A causa dei maggiori costi di produzione, nelle città svizzere e scandinave servono da 15 a 20 minuti, sebbene tali città ricoprano le prime posizioni in classifica nel confronto globale del potere d’acquisto prendendo in considerazione il salario lordo. Deducendo dal salario netto l’acquisto del paniere base di beni, nelle città di Zurigo, Ginevra, Dublino, Los Angeles e Lussemburgo avanza solitamente qualcosa per concedersi una vacanza, l’acquisto di oggetti di lusso o semplicemente da accantonare. Seoul ha l’orario di lavoro più lungo, Parigi quello più corto - I bassi salari orari percepiti in Asia possono almeno in parte essere compensati da un orario di lavoro più lungo. Con un numero medio di ore di lavoro annue di 2088, le città asiatiche sono quelle in cui si lavora di più. Con una settimana di 42 ore lavorative, si ottengono in media 50 giorni in più all’anno di lavoro rispetto a Parigi o Berlino, dove le ore di lavoro annue sono rispettivamente 1480 e 1610. L’analisi dei dati storici dello studio Ubs “Prezzi e salari”dimostra che in Europa l’orario di lavoro si è ridotto negli ultimi 30 anni a favore di più tempo libero. Americani e asiatici attribuiscono invece un maggior valore al reddito che percepiscono lavorando. Livello dei salari e tempo libero determinano il benessere – il maggior tempo libero a disposizione consente però di accrescere il livello di benessere solo se i salari hanno già raggiunto un livello sufficientemente alto. Le Americhe: New York la più cara – Los Angeles il maggiore potere d’acquisto - Un dollaro guadagnato a Los Angeles, al netto di imposte e contributi sociali, vale più di un dollaro guadagnato a Chicago, New York, Miami, Toronto e Montreal. Anche se a New York si percepiscono i salari più alti, si registrano all’interno del continente americano anche i maggiori costi legati al tenore di vita. Il livello dei salari notevolmente più alto consente però a chi lavora nelle città nordamericane di poter disporre di molto più denaro, dopo avere speso quello da devolvere all’acquisto del paniere di base, da destinare a vacanze, articoli di lusso o da risparmiare, rispetto all’America latina. Il potere di acquisto esistente in America centrale e del sud costituisce in media solo un terzo di quello delle città nordamericane. Rispetto all’ultima edizione dello studio di raffronto “Prezzi e salari” il maggiore salto in alto è stato compiuto dalle città brasiliane di San Paolo e di Rio de Janeiro nonché Santiago del Chile. Crescita economica e apprezzamento valutario hanno ridotto il divario sia dei prezzi che dei salari rispetto alle città nordamericane. I prezzi sono tuttavia aumentati molto più pesantemente rispetto ai salari, il forte dislivello tra nord e sud nella distribuzione del potere di acquisto resta quindi per ora confermato. Asia Pacifico: grosso dislivello di prezzi e salari - In nessun´ altra regione, la forbice dei prezzi tra città più cara e città meno cara è così pronunciata come in Asia. Mentre Tokyo si colloca al quinto posto tra le città più care al mondo, in fondo alla classifica troviamo Nuova Delhi, Bombai e Kuala Lumpur, tre delle città meno care. Singapore e Taipei hanno una posizione intermedia nel confronto dei prezzi e dei salari, analogamente alle due città dall’altra parte dell’oceano Sydney e Auckland. A Tokyo si percepiscono i salari più alti di tutta l’Asia, anche se la capitale del Giappone è retrocessa di sette posizioni nel confronto internazionale dei salari dall’ultimo rilevamento di prezzi e salari del 2003. I motivi sono legati alla svalutazione dello yen rispetto all’euro nonché all’andamento dei prezzi ancora deflazionario sino a poco tempo fa. Il massimo potere d’acquisto in Asia è detenuto dagli impiegati di Tokyo, Taipei e Seoul. Sydney e Auckland sono addirittura riuscite ad entrare nella Top Ten mondiale. Europa: mercato unico ed euro stimolano la convergenza dei prezzi - La riduzione delle differenze di prezzo per beni e servizi simili è un indicatore fondamentale dell’integrazione del mercato. Gli autori dello studio Ubs hanno appurato una convergenza dei prezzi all’interno del mercato unico dell’Ue basata su dati omogenei relativi ai prezzi registrati nel corso di molti anni. La creazione di un mercato unico comune e l’introduzione dell’euro hanno consentito di ridurre le differenze esistenti nei prezzi. Dal 1985, infatti, la relativa diversificazione dei prezzi nella media delle città inserite nello studio dell’Unione dei 15 si è ridotta di circa un terzo. L’armonizzazione del livello dei prezzi non è tuttavia un processo lineare e vi sono sempre dei momenti di arresto. L’integrazione del mercato registra i massimi risultati in Eurolandia. L’entrata dei nuovi dieci membri ha nuovamente portato a una maggiore diversificazione dei prezzi all’interno dell’Unione Europea. Svizzera: elevato potere d’acquisto stabile - Nel raffronto del potere d’acquisto, le città svizzere di Zurigo e Ginevra mantengono le prime posizioni in classifica. Un notevole contributo a tale risultato è apportato dai salari percepiti nel settore pubblico. A differenza, infatti, di molti paesi emergenti, dove insegnanti e conducenti d’autobus guadagnano notevolmente meno rispetto ad analoghe professioni nel settore privato, tali lavori sono retribuiti relativamente bene in Svizzera (e anche in Scandinavia). Le città svizzere si riconfermano però ai vertici della classifica anche per i prezzi. Sono in particolare i prezzi dei generi alimentari a confermare l’immagine di “isola dei prezzi alti”, solo a Tokyo i prezzi di tali generi sono ancora più alti. Le differenze di prezzo tra le due città svizzere oggetto dello studio, Ginevra e Zurigo, sono inferiori per i prodotti in commercio che per i servizi, che a Ginevra sono più convenienti del dieci percento circa rispetto a Zurigo. . |
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