|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Giugno 2008 |
|
|
  |
|
|
PARTECIPAZIONE, DALLA CAPANNINA ISTRUZIONI PER L’USO L’INIZIATIVA DELLA REGIONE TOSCANA A FORTE DEI MARMI. I CASI FRANCESE E TEDESCO NUOVE TECNOLOGIE E MODELLI A CONFRONTO: PREGI E DIFETTI DA APPUNTARE SUL TACCUINO
|
|
|
 |
|
|
Forte dei Marmi (Lu), 9 giugno 2008 - Sbagliando s’impara e nel tempo i risultati crescono: una regola che vale anche per la partecipazione. «L’importante è avere le giuste istruzioni per l’uso – sottolinea l’assessore Fragai - E a questo serve questa giornata che abbiamo organizzato a Forte dei Marmi. Per questo abbiamo voluto portare l’esempio di tante esperienze diverse». Luci e ombre, pregi e difetti a confronto: con addetti ai lavori, amministratori, professionisti, attivisti di associazioni e semplici cittadini che, tra il pubblico, prendono diligentemente appunti. Sul palco della Capannina il professor Jean Pierre Gaudin dell’università di Aix-en-provence racconta come in Francia, grazie a un dibattito pubblico, sono stati rivisti i tracciati e il progetto dell’Alta velocità tra Nizza e Marsiglia. Il pensiero corre alla Tav italiana. Un’esperienza! positiv a quella francese, che ha permesso di evitare il blocco dei cantieri e superare, almeno parzialmente, le divisioni che si erano create tra territori e cittadini, con un progetto alternativo su cui è stato trovato un vasto consenso. In pochi mesi. «Certo – analizza il professore – anche il dibattito pubblico francese ha i suoi limiti. L’autorità, di nomina politica e composta spesso da ex funzionari pubblici, a volte può essere a rischio di imparzialità. L’esito del di dibattito non è inoltre vincolante, anche se la pubblicità del dibattito pubblico è tale da esercitare una certa pressione sulle istituzioni». Il modello francese, che la Toscana ha in parte adottato, riguarda le grandi opere: tracciati di autostrade e ferrovie, per lo più. A Berlino invece la partecipazione interessa dal 2001 i piccoli progetti di quartiere: giurie di cittadini, anche di poche decine ! di persone, e bilanci partecipativi, come quello di Porto Alegre. Ne parla Anja Katharina Rocke, ricercatrice tedesca dell’Istituto universitario europeo di Fiesole. La formula è semplice, migliorata negli anni: circa 500 mila euro da spendere per ogni quartiere, non trasferimento di poteri ma cooperazione tra cittadini e istituzioni. L’interesse esiste, spiega la ricercatrice. Le risposte sono dinamiche. Ma manca, aggiunge, un modello globale di partecipazione e i numeri rimangono comunque limitati, anche se la formula piace e nel Regno Unito, per esempio, il Segretario di Stato per le Comunità sta promuovendo l’introduzione di procedure di bilancio partecipativo in ogni città a partire dal 2012. Non solo dall’Europa arrivano comunque esperienze significative. A Livorno, e ne ha parlato oggi a Forte dei Marmi prima il sindaco Cosimi e poi l’assessore alla partecipazione, il Comune ha deciso di coinvolgere! e far partecipare i cittadini (e soprattutto i giovani) al re! cupero d i un luogo denso di memoria, per la città, come il Cisternino. Dall’esperienza è scaturito anche un censimento di altri spazi per i giovani della città da recuperare o valorizzare. L’aiuto che alla partecipazione possono fornire le nuove tecnologie è evidente: nel pomeriggio è stata presentata la piattaforma Ideal-eu, una piattaforma europea on line sui cambiamenti climatici che vede la Toscana in prima fila e che domani potrebbe essere utilizzata per altri processi partecipativi. Altrettanto importanti sono le metodologie: Iolanda Romana di “Avventura Urbana” parla dell’Open Space Technology e dei processi partecipativi organizzati a Bolzano, Roma, Bologna e in Calabria per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione, per prevenire gli ecomostri, per favorire l’integrazione urbana e rendere una città più desiderabile. Certo la partecipazione costa. Occorre info! rmare i cittadini, si devono stampare le guide e organizzare le occasioni di incontro. “Un milione e 800 mila euro spesi in cinque mesi per organizzare il dibattito pubblico sul tracciato della Tav Nizza-marsiglia – annota il professor Gaudin – possono sembrare molti. Ma rispetto ad un’opera che costa tra i 5 e i 10 miliardi di euro non sono poi tantissimi”. Soprattutto se il risultato finale è diverso e migliore. E per chi crede negli strumenti della partecipazione questa è una convinzione. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|