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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Settembre 2006
 
   
  DONNE D’IMPRESA CRESCONO: IN DODICI MESI 18MILA IN PIÙ UNA SU 3 È IMMIGRATA, UNA SU 10 È CINESE

 
   
   Roma, 4 settembre 2006 – Altre 18mila neo-imprenditrici si aggregano all’esercito del milione e 200mila donne capitane d’impresa nel I semestre 2006, portando quasi al 24% la componente femminile sul totale delle imprese italiane. Secondo l’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere, realizzato da Retecamere, tra il 30 giugno 2005 ed il 30 giugno 2006 la voglia d’impresa “rosa” ha mantenuto un ritmo più serrato di quello del totale delle imprese: 1,5% a fronte dello 0,9% totale, con il Nord-ovest che mette a segno il tasso di crescita più consistente (+1,8%). Se a Molise, Basilicata e Abruzzo spetta il primato in termini di incidenza delle imprese femminili sul totale, è alle donne calabresi che va la medaglia delle più intraprendenti: Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro, infatti, sono le province in cui si registrano i più elevati tassi di crescita rispetto a giugno 2005, anche se le grandi città – Milano, Napoli, Roma, Torino e Bari – continuano nella classifica delle province più popolate da donne imprenditrici. In aumento Spa ed Srl, le ‘compagne’ d’impresa sono quasi sempre altre donne. Nell’avvio di una nuova attività, sempre più donne scelgono forme giuridiche strutturate, come quelle delle società di capitali: rispetto a giugno dello scorso anno, aumentano dello 0,9% le Spa ed Srl (sono oggi quasi 97mila) e, parallelamente, si riduce di 1 punto percentuale la preponderante presenza di ditte individuali che, con le loro 876mila unità, rappresentano oggi il 71,3% delle imprese femminili (erano il 72,3% a giugno 2005). In diminuzione dello 0,5% risultano anche le società di persone (sono 239. 758, pari al 19% del totale). La voglia di fare impresa al femminile rimane comunque una questione “tra donne”: il 95,3% delle imprese oggi esistenti sono infatti ad esclusiva[1] conduzione femminile (erano il 95,1% lo scorso anno). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Pari opportunità significa anche… Tende invece a diffondersi la cultura delle “pari opportunità”, tant’è vero che le donne imprenditrici cominciano a mettere lo “zampino” anche in settori tradizionalmente “maschili”: sono quasi 3mila in più le imprese femminili nel settore delle costruzioni (+7,8%), 7. 825 in più quelle attive nelle attività immobiliari, informatica e ricerca (+6,3%), 1. 028 in più quelle operanti nei Trasporti e Telecomunicazioni (+4,8%), 801 in più quelle dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+3,5%). Elevata però anche la crescita in settori tradizionalmente a vocazione femminile, quali quello della Sanità (+660 imprese con un tasso di crescita del +7,5%), dell’Istruzione (+240 imprese, +4,3%), e del Turismo (+2. 133 imprese, pari al +2,5%). 1. 700 nuove imprenditrici con gli occhi a mandorla Ben 5mila delle nuove imprenditrici titolari di ditte individuali provengono da Paesi extracomunitari: prime tra tutte le cinesi (9. 141, +1. 700 dal giugno 2005), seguite anche quest’anno dalle svizzere (che sfiorano quota 5mila, ma crescono solo di 151 unità) e dalle marocchine (2. 785, +592 rispetto allo scorso anno). .  
   
 

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