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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Giugno 2008
 
   
  MATERNITÀ E LAVORO: UNA CONCILIAZIONE POSSIBILE, MA SERVE L’IMPEGNO DI TUTTI I RISULTATI DELLA RICERCA DELLA PROVINCIA DI PARMA SULLA GENITORIALITÀ

 
   
  Parma, 12 giugno 2008 – Analizzare le tematiche connesse alla maternità e alla paternità nel mercato del lavoro parmense. Questo lo scopo della ricerca “Conciliare maternità e lavoro”, promossa dall’Assessorato alla Formazione professionale, Politiche del lavoro e Pari opportunità della Provincia di Parma e dalle Consigliere provinciali di parità, finanziata con risorse del Fondo sociale europeo e realizzata da Forma Futuro e dalla società Le Nove. L’indagine ha scandagliato la realtà parmense sull’equilibrio tra vita e lavoro di fronte all’evento-nascita, offrendo diversi spunti di riflessione. La realizzazione complessiva dell’azione di ricerca, che ha riguardato gli anni compresi tra il 2001 e il 2005, ha implicato l’utilizzo di cinque tipologie differenti di intervista (interviste a testimoni privilegiati, interviste telefoniche, interviste con questionario, storie di vita e focus group). Molti gli aspetti della questione indagati: da quello istituzionale a quello sociale, a quello privato legato alle scelte dei singoli. La molteplicità degli strumenti utilizzati è stata tale da permettere un intreccio di lettura su più piani: si è passati dalla costruzione della bibliografia aggiornata all’individuazione del materiale esistente sull’argomento, dalla ricerca quantitativa (dati) al piano delle interviste, fino all’organizzazione di tre focus group. In tal modo sono stati ricostruiti dati numerici e qualitativi, così da ottenere da un lato un quadro complessivo del fenomeno di utilizzo dei congedi parentali da parte di uomini e donne nel territorio parmense, e dall’altro un sondaggio sulle motivazioni che sono alla base dei comportamenti di donne e uomini di fronte alla genitorialità e al suo intersecarsi con il piano della vita professionale. I risultati della ricerca sono stati presentati questo pomeriggio nel corso di un convegno che si è tenuto alla Sala De Strobel della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, a cui hanno partecipato il senatore Tiziano Treu, l’assessore provinciale alla Formazione professionale, alle Politiche del lavoro e alle Pari opportunità Manuela Amoretti, la consigliera provinciale di Parità Silvana Melegari, la sociologa Marina Piazza e della società Le Nove, Maria Merelli e Paola Nava. I risultati della ricerca - Nel territorio parmense, le donne dimissionarie nel primo anno di età del bambino nel periodo 2001-2005 sono state 1. 107 (dati forniti dalla Direzione provinciale del Lavoro di Parma). I congedi parentali sono stati usufruiti, fra il 2002 e il 2006, da 8. 166 individui di cui 618 padri, pari al 7,6%. I dati dimostrano ancora una volta come l’evento nascita, con i suoi carichi di organizzazione dei compiti di cura e familiari e di riorganizzazione di quelli lavorativi, continui ad essere segnato da una persistente e forte disparità fra i due sessi. Il materiale quantitativo e qualitativo raccolto mostra che continuano a essere rilevanti le difficoltà per le coppie di trovare un’accettabile organizzazione dei compiti quotidiani anche quando entrambi i genitori fanno ricorso, con varie combinazioni, alle opportunità offerte dai congedi parentali. Fatte salve alcune eccezioni, è emersa anche una certa “indifferenza” verso la nascita da parte del mondo dell’impresa, che, per solito, respinge le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori riguardo a orari diversificati e più flessibili. Obiettivo conciliazione - La ricerca è stata impostata con lo scopo di fornire spunti per interventi mirati: uno strumento di conoscenza per l’azione successiva e per la progettazione e realizzazione di politiche a livello locale e nazionale. L’orizzonte dell’azione è quello della conciliazione fra orari di lavoro e tempi di vita – per donne e uomini – che arrivino a coinvolgere i poteri del governo locale, le parti sociali (non solo organizzazioni datoriali e sindacali ma anche singole realtà d’impresa), le stesse lavoratrici e lavoratori. Solo attivando processi diretti a tutti gli attori del “sistema conciliazione” nei suoi diversi componenti (individui e famiglie, mondo del lavoro, welfare locale e servizi) è infatti pensabile di dar vita a una nuova cultura. .  
   
 

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