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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Giugno 2008
 
   
  PRESENTATO IL RAPPORTO SULL´IMMIGRAZIONE IN PIEMONTE IN CRESCITA IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI STABILMENTE PRESENTI SUL TERRITORIO

 
   
  Torino, 12 giugno 2008 - Si conferma in crescita il numero degli immigrati stabilmente presenti sul territorio piemontese. E’ quanto emerge dal Rapporto 2007 dell’Osservatorio sull’Immigrazione in Piemonte, presentato ieri mattina a Torino, presso la sede dell’Ires Piemonte. Gli immigrati stranieri residenti in Piemonte erano 252. 302 all’inizio del 2007 (fonte Istat) e a fine anno hanno raggiunto, probabilmente, le 300. 000 presenze, pari a circa il 6,8% della popolazione. L’afflusso di immigrati tende a mantenere numericamente costante il livello della popolazione in età lavorativa, contrastando la riduzione della popolazione più giovane in regione, anche se non basta a compensare la diminuzione della natalità tra gli italiani. Le assunzioni nel 2007 segnalano un’eccezionale crescita di rumeni o bulgari, dovuta all’impatto delle regolarizzazioni seguite all’accesso nell’Ue, che produce sia un’emersione del lavoro sommerso, sia un aumento dei flussi da queste due nazioni. Gli immigrati sono in larga parte collocati in lavori manuali, in attività poco appetibili agli italiani. I dati confermano l’inserimento dei cittadini stranieri in professioni di basso profilo, pur con alcuni spunti positivi per operai specializzati nelle costruzioni e nell’industria manifatturiera, operatori paramedici e addetti alla ristorazione e ai pubblici esercizi. Il radicamento della popolazione immigrata nella nostra regione è documentato dal crescente numero di iscrizioni al sistema scolastico e formativo: nella scuola (dall’infanzia alle medie superiori) si contano quasi 43. 000 stranieri, nei vari percorsi di formazione se ne registrano oltre 10. 000. È evidente il maggiore orientamento degli immigrati verso titoli di studio rapidamente e facilmente spendibili sul mercato del lavoro. Sotto il profilo della salute gli stranieri evidenziano un basso ricorso al ricovero per malattie croniche importanti (come i tumori o le malattie cardiocircolatorie), un preoccupante impatto dei problemi di scarsa sicurezza (ambientale e di lavoro) sulla frequenza di traumi; qualche problema di accesso alle opportunità di prevenzione e cura utili per la salute riproduttiva. Peraltro il servizio sanitario regionale sembra più ricettivo nei confronti dei bisogni di salute e di assistenza di questa popolazione di quanto avviene nel resto d’Italia. Il 2007 è stato un anno particolare per l’evoluzione della disciplina giuridica della condizione dello straniero in Italia. Infatti, nonostante la fine della legislatura abbia posto termine anche ai progetti del governo di riformare da un lato il testo unico sull’immigrazione e la legge sulla cittadinanza, la spinta alle riforme è venuta da una serie di direttive comunitarie i cui decreti legislativi di recepimento sono stati emanati nel corso del 2007. “Affrontare il tema dell’immigrazione – afferma Assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso - esige una profonda conoscenza della dimensione del fenomeno. Le caratteristiche dei flussi immigratori sono in continuo mutamento e quindi per programmare adeguate politiche di integrazione sociale non si può prescindere dalle trasformazioni della realtà sociale. Come Assessore mi sto misurando con almeno tre questioni di importanza decisiva: il lavoro, come ambito primario di inserimento sociale; l’integrazione inteso come sistema di accompagnamento all’inserimento sociale per colmare il gap esistente tra cittadini stranieri e cittadini italiani; l’integrazione delle politiche come modus operandi efficace ed efficiente per evitare dispersioni di risorse economiche”. .  
   
 

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