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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Giugno 2008
 
   
  PORTUALITÀ E INTERMODALITÀ DI TRASPORTO IN ALTO ADRIATICO

 
   
  Venezia, 12 giugno 2008 - Oggi ci sono le condizioni per un accordo vero tra i porti dell’Alto Adriatico, così da far diventare questo braccio di mare un grande terminal e polo logistico a servizio dell’Europa, in particolare dell’Est, nei suoi rapporti economici mondiali. E ci sono anche le risorse per accompagnare le azioni da parte degli operatori economici. Lo hanno ribadito all’unisono l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso, il commissario per la gestione dell’Autorità Portuale veneziana e presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo Paolo Costa e il responsabile della logistica e della portualità della Commissione Europea Jean Trestour, nel corso della Conferenza Marco Polo Ii che si chiude ieri pomeriggio a Venezia. In uno scenario di crescita di oltre il 50 per cento del traffico merci europeo di qui al 2013, lo sviluppo della logistica e di modalità di trasporto alternative alla strada diventa una strada obbligata, sotto il profilo economico, ambientale e delle strozzature infrastrutturali. Con il Programma Marco Polo Ii la Commissione Europea ha messo a disposizione 450 milioni di euro per finanziare progetti che rispondano a queste esigenze, eppure non ci sono sufficienti richieste e le iniziative progettuali che vengono presentate sono spesso di basso o limitato profilo. La Conferenza Marco Polo ha voluto essere momento di stimolo, sollecitazione e spiegazione di una opportunità anche economica unica, in uno scenario mondiale già mutato ma che vede ancora una volta relegare l’Adriatico in una posizione abbastanza residuale nonostante le oggettive potenzialità, mentre i tradizionali porti del Nord Europa faticano a smistare la crescita delle merci. Venezia – ha fatto presente Trestour – dovrebbe recuperare la sua vocazione storica di fulcro degli scambi mercantili, tenuto anche conto che le merci, se trovassero opportuno e conveniente approdare nel Golfo di Venezia, arriverebbero a destinazione con almeno due giorni d’anticipo rispetto agli scali nord europei. Una crescita della capacità di attrazione dei traffici e della logistica del Nord Est – ha aggiunto Costa – non disturberebbe nessuno, anzi allevierebbe la situazione di crescente pesantezza negli scali europei tradizionali. In più sarebbe una opportunità per la nostra economia – ha aggiunto Chisso – e darebbe una valida prospettiva di crescita e di nuova occupazione a Porto Marghera, per il quale dobbiamo concretamente progettare un futuro positivo. Il Porto di Venezia – ha aggiunto Chisso – non deve però più essere considerato un approdo per la città lagunare, ma deve proporsi come scalo di tutto il Nord Est, in sinergia vera e non predicata con gli altri porti del nord Adriatico, e non solo quelli italiani, per costruire la quale oggi esistono le condizioni favorevoli. Rispetto alla portualità tradizionalmente intesa, Venezia ha inoltre delle carte in più, perché vi confluiscono tutte le modalità di trasporto: strada, ferrovia e navigazione interna, cui si accompagnano le Autostrade del Mare rimaste però ancora al palo, e spazi di entroterra portuali che gli altri porti non hanno. Per sviluppare il sistema va però superato il collo di bottiglia della concorrenzialità tra Adriatico e Tirreno, quest’ultimo finora privilegiato anche nelle azioni di Governo, e chiediamo – ha affermato Chisso – che tutte le forze politiche della maggioranza operino per raggiungere al più presto questo obiettivo. .  
   
 

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