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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Giugno 2008
 
   
  DOSSIER CARITAS 2008, IL DISAGIO IN TOSCANA COLPISCE LA FAMIGLIA MANCA UN PIANO NAZIONALE CAPACE DI FORNIRE RISPOSTE E! FFICACI

 
   
  Firenze, 17 giugno 2008 - Cresce il disagio in Toscana e la famiglia continua ad essere il bersaglio preferito. È una delle considerazioni immediate che affiorano sfogliando il Dossier Caritas 2008 sulle povertà in Toscana che è stato presentato questa mattina nell’Auditorium del Consiglio regionale a Firenze. Tra le oltre 20 mila persone che si sono rivolte ai Centri d’Ascolto della Caritas crescono disoccupazione e solitudine (soprattutto tra le persone anziane), si amplia anche il disagio abitativo. «Una ricerca preziosissima – ha commentato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori - un’altra fonte di informazioni per migliorare la programmazione delle politiche, la costruzione delle azioni e la definizione di misure adeguate per contrastare il disagio e l’esclusione sociale. Purtroppo la mancanza di un piano nazionale oltre ad indebolire l! e già fragili politiche sociali locali rende impossibil! e un app roccio efficace. Il Dossier è inoltre uno strumento che ci permette di individuare tutto un sommerso che spesso i servizi pubblici non sono in grado di intercettare». Seppur con un eccesso di semplificazione, in base ai risultati della ricerca il profilo più a rischio è quello che corrisponde al maschio italiano adulto scarsamente istruito. «Occorre fare alcune precisazioni – ha spiegato Stefano Simoni, coordinatore del rapporto – Anzitutto che l’aumento delle persone ascoltate è dovuto sia alla crescita della rete di rilevazione che all’effettivo aumento delle persone nei Centri. Inoltre sottolineerei come il disagio familiare sia dovuto all’esistenza di un welfare non a misura di famiglia. Vale a dire che il sistema attuale è in grado di offrire protezione alla famiglia finchè questa è in grado di lavorare e produrre un reddito. E questo vale sia per gli italiani che per gli stranier! i». I dati in sintesi - La V edizione del Dossier raccoglie e analizza i dati sulle situazioni di povertà e disagio sociale intercettate dagli 88 Centri d´Ascolto delle Caritas regionali. Le persone che nel 2007 si sono rivolte ai Centri di Ascolto Caritas sono state 20. 227, quasi 4 mila in più rispetto al 2006 e per circa l’80% straniere. Nel 2005 erano state più di 15 mila, un anno prima poco più di 13 mila. A livello territoriale gli incrementi maggiori nell’area fiorentina: più di 3 mila persone in più in confronto al 2006. Cittadinanza. C’è una certa continuità con le rilevazioni passate, dato che resta sempre elevata la percentuale di stranieri. Nel 2005 erano l’81%, nel 2006 il 78%, nel 2007 l’80%. Il numero medio di visite effettuate da ciascuna persona durante l’anno è stato di circa 3. Più o meno la met&agrav! e; degli stranieri ed un terzo degli italiani si sono presenta! ti al Ce ntro una sola volta. Genere. Parità sostanziale tra i sessi ma rispetto al passato le donne, che costituivano la maggioranza, sono diminuite: nel 2006 erano il 54,7%, nel 2007 il 50,4%. Le donne restano comunque in maggioranza tra gli stranieri, seppur in diminuzione (dal 56,3% del 2006 al 50,9% del 2007). Età. Interessanti sono l’incremento delle presenze nella fascia 19-24 anni, quasi il 2% rispetto al 2006, e la prevalenza di persone comprese tra 25 e 44 anni, circa il 56%, che poi sono quelle comunemente meno prese in considerazione dalle politiche sociali. Gli stranieri comandano le presenze nella fascia 25-34, quasi un terzo. Circa il 13% degli italiani ha più di 65 anni. Stato civile. In prevalenza si tratta di persone coniugate: dal 43,2% del 2006 al 48% del 2007. Gli italiani separati o divorziati sono circa il 26%, contro l’8% degli stranieri. Gli italiani non spos! ati, separati o divorziati o vedovi/e costituiscono il 70% degli ascoltati, ovvero un numero elevato di persone prive del supporto del coniuge. Condizione familiare. Il 45,7% degli ascoltati vive nel proprio nucleo familiare, quelli che vivono da soli sono il 15%. Più di un terzo del totale vive presso persone con cui non ha vincoli di parentela, spesso sono soprattutto immigrati che vivono con il datore di lavoro come assistenti di cura o familiari. Oltre il 41% degli stranieri vive in nucleo non familiare, gli italiani sono il 10,6%. Vive da solo oltre il 30% degli italiani (erano il 33% nel 2006). Le donne vivono per il 57% con la propria famiglia; percentuale che scende al 31,5% tra i maschi i quali vivono da soli per quasi un quarto del totale. Circa il 40% dei maschi vive in un nucleo non familiare. Gli italiani over 65 che vivono da soli sono il 38%. Circa la metà degli ascoltati ha dichiarato di convivere con almeno un figlio; ol! tre il 65% sono donne. Il 60% di chi ha dichiarato la mancanza! di figl i a carico è di sesso maschile. Condizione abitativa. Oltre il 25% degli ascoltati condivide l’abitazione con amici o familiari. Vivono in affitto o in altre strutture quasi l’8%. Ben oltre il 29% vive in affitto o subaffitto e solo il 3% vive in un alloggio di proprietà. L’8% vive in un alloggio di fortuna ed più del 10% è senza alloggio. I pochi proprietari e gli assegnatari di alloggi di edilizia popolare sono italiani; gli stranieri si trovano in prevalenza a condividere la dimora con parenti o amici o vivono presso il datore di lavoro. Circa il 15% degli italiani è senza fissa dimora; gli stranieri sono il 9%. Lavoro e formazione. Le persone ascoltate sono per circa un terzo in possesso di un diploma di scuola media superiore, il 4,7% è privo di qualsiasi titolo di studio. I laureati sono quasi il 6%. Le donne italiane si sono rivelate le meno istruite; quelle stran! iere, soprattutto provenienti dall’est europeo, quelle con i titoli di studio più elevati. Il 72,5% delle persone hanno dichiarato di essere disoccupate; nel 2006 erano quasi il 70%, nel 2005 il 67%. Diminuiscono perciò gli occupati, pari al 18,4% (contro il 23,2% del 2006 e il 27% circa del 2005). Gli stranieri disoccupati sono il 74,1%, i pensionati sono quasi esclusivamente italiani, 11,7%. Stranieri. Il 31,6% del totale sono rumeni, aumentati rispetto al 2006 di quasi il 2%. In diminuzione quelli provenienti da Polonia a Ucraina. Più che raddoppiati gli immigrati di origine somala: dai 298 nel 2006 si è passati a 681 nel 2007 (circa il 5% del totale). In generale quasi il 37% del totale proviene da paesi Ue, il 19% dall’est europeo, il 25% da paesi africani, il 10% da quelli sudamericani. La fetta più consistente degli immigrati dall’Europa dell’est (Ue e non Ue) è di sesso femminil! e. Quelli provenienti da paesi africani sono invece in maggior! anza uom ini. In calo il numero degli stranieri irregolari: nel 2007 sono il 44%, erano rispettivamente il 55% nel 2006 e il 52% nel 2005. Istanze. Povertà ed occupazione sono le problematiche maggiormente evidenziate dagli ascoltati. Per circa il 30% ciascuna. Analogo risultato nel 2006, con la differenza che la prevalenza era per problemi di ordine economico (quasi il 36%). Per gli stranieri il problema maggiore è il lavoro, 32%, per gli italiani invece è di natura economica, 37%. Forte la richiesta di beni e servizi materiali, per oltre la metà degli ascoltati. La richiesta prevalente è di un servizio mensa, seguita da quella di vestiario, docce ed igiene personale e viveri. .  
   
 

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