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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Giugno 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, ELETTRICITÀ: PROPRIETÀ DIVERSE PER PRODUZIONE E TRASMISSIONE

 
   
  Strasburgo, 19 giugno 2008 - Il Parlamento europeo chiede di separare la proprietà delle attività di produzione e di trasmissione dell´energia elettrica, respingendo le alternative per consentire una separazione funzionale corredata di garanzie d´indipendenza di gestione. Propone poi di vietare il possesso della rete di trasmissione da parte di società non Ue e insiste sull´integrazione dei mercati regionali e sull´efficienza energetica. Propone inoltre di rafforzare i diritti dei consumatori, specie di quelli più vulnerabili, anche attraverso una carta dei diritti e un mediatore indipendente. Approvando con 449 voti favorevoli, 204 contrari e 19 astensioni la relazione di Eluned Morgan (Pse, Uk), il Parlamento sottolinea anzitutto che gli obiettivi principali della direttiva dovrebbero essere «la garanzia di norme comuni per il mercato interno realmente europeo» dell´energia elettrica, «lo sviluppo di una rete comune» ed «un´ampia offerta di energia accessibile a tutti». Rileva poi che il buon funzionamento del mercato interno dell´energia elettrica dovrebbe offrire ai produttori incentivi adeguati per investire in nuove centrali elettriche e ai consumatori misure idonee per promuovere un impiego più efficiente dell´energia. Allo stesso tempo avanza una serie di proposte volte a proteggere i consumatori e a tutelare i loro diritti, nonché a definire gli obblighi di servizio universale e chiarire i requisiti in materia di concorrenza. Disaggregazione della proprietà per produzione e trasmissione (unbundling) - La legislazione vigente impone la disaggregazione giuridica e funzionale delle operazioni di rete dalle attività di approvvigionamento e generazione o di produzione. Gli Stati membri hanno rispettato tale obbligo applicando strutture organizzative diverse. Alcuni di essi hanno creato imprese completamente separate per la gestione della rete, mentre altri hanno costituito un’entità giuridica all’interno di un’impresa integrata. In Italia, dopo una transizione caratterizzata da un organismo interno all´azienda ex monopolista, si è giunti nel 2005 alla separazione totale della proprietà, le cui maggioranze azionarie sono rimaste in mano pubblica (si veda il Background in calce). Il Parlamento ha accolto, con talune precisazioni, la proposta della Commissione di imporre la disaggregazione completa della proprietà (full ownership unbundling): un soggetto non può esercitare il controllo su un’impresa di approvvigionamento e, allo stesso tempo, detenere una qualsiasi forma di interesse in un operatore di sistemi di trasmissione (intesa come il trasporto di energia ad alta tensione, non come distribuzione/fornitura ai clienti finali), e viceversa. Più in particolare, dopo un anno dalla data di attuazione della direttiva, gli Stati membri dovranno garantire che la stessa persona o le stesse persone non siano autorizzate, «individualmente o congiuntamente», ad esercitare, direttamente o indirettamente, un controllo su un´impresa che esercita l´attività di generazione o l´attività di fornitura e a esercitare direttamente o indirettamente un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un gestore di sistemi di trasmissione. Oppure ad esercitare, direttamente o indirettamente, un controllo su un gestore di sistemi di trasmissione e a esercitare direttamente o indirettamente un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un´impresa che esercita l´attività di generazione o l´attività di fornitura. Queste stesse persone non dovranno essere autorizzate a nominare membri dei vari organi di governo delle imprese suddette né esserne membri loro stesse. I deputati precisano inoltre che tali persone non potranno gestire il sistema di trasmissione attraverso un contratto di gestione o esercitare un´influenza «in qualsiasi altro modo diverso dalla proprietà», o esercitare un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un´impresa che esercita l´attività di generazione o di fornitura. Queste "incompatibilità", precisa un emendamento, non valgono se il soggetto in questione è lo Stato membro o un ente pubblico. Con 569 voti favorevoli, 58 contrari e 10 astensioni, il Parlamento ha peraltro respinto l´alternativa proposta dalla Commissione che prevedeva la possibilità di affidare a società indipendenti designate dagli Stati membri - i Gestori di sistema indipendenti (Iso - Indipendent system operator) - la concessione e la gestione dell´accesso ai servizi, nonché del funzionamento, del mantenimento e dello sviluppo del sistema di trasmissione e della capacità a lungo termine. Questa soluzione prevedeva il mantenimento della proprietà della rete da parte dei produttori. Ha inoltre respinto (con 261 sì, 381 no e 31 astensioni) un emendamento che intendeva riprendere il compromesso raggiunto dal Consiglio dei Ministri che, pur esplicitando la preferenza per il "full unbundling" e non escludendo il ricorso all´Iso, prevedeva anche la possibilità per le aziende integrate verticalmente di non vendere la proprietà della rete e di ricorrere a un Gestore di trasmissione indipendente (Ito, Indipendent Transmission Operator) interno all´azienda stessa ma totalmente separato a livello contabile e societario. L´indipendenza, con questo approccio, sarebbe stata garantita da una serie di norme e sistemi di controllo, nonché dal rafforzamento del ruolo dei regolatori nazionali dell´energia. Per il Consiglio, peraltro, questo sistema andrebbe applicato sia al mercato dell´elettricità sia a quello del gas. Va notato che per il gas i deputati della commissione per l´industria e l´energia avevano già proposto una soluzione simile a questa (il voto in Plenaria è previsto a luglio). I deputati, inoltre, accolgono la regola generale proposta dalla Commissione secondo cui i sistemi di trasmissione o i gestori di sistemi di trasmissione non possono essere oggetto di controllo ad opera di una o più persone di paesi terzi. Anche se sono ammesse delle deroghe in virtù di un accordo concluso con uno o più paesi terzi, del quale la Comunità sia parte. Più diritti per gli utenti e tutela dei più vulnerabili - L´attuale normativa prevede già talune garanzie riguardo all´obbligo di servizio pubblico e tutele per i consumatori. Il Parlamento precisa la portata di alcune di queste e chiede l´integrazione di nuovi diritti. Ritiene infatti che gli interessi dei consumatori «dovrebbero essere al centro» della direttiva, mentre i cittadini dell´Ue e le piccole e medie imprese devono poter godere del servizio universale, «cioè del diritto alla fornitura di energia elettrica di una qualità specifica a prezzi basati sui costi e facilmente comparabili, trasparenti e non discriminatori». Un emendamento chiede poi di imporre agli Stati membri di provvedere affinché tutti i clienti abbiano il diritto di essere riforniti di elettricità da un fornitore - ove questi accetti - «a prescindere dallo Stato membro in cui il fornitore sia registrato». Le autorità nazionali di regolamentazione, d´altra parte, dovrebbero far rispettare i diritti degli utenti «predisponendo incentivi e imponendo sanzioni alle imprese che non rispettano le norme in materia di protezione dei consumatori e di concorrenza». Il Parlamento chiede inoltre agli Stati membri di istituire sportelli unici che mettano a disposizione dei consumatori tutte le informazioni necessarie concernenti i loro diritti, la legislazione in vigore e le modalità di ricorso a loro disposizione in caso di controversia. Più in generale, accogliendo una proposta del Pse, l´Aula chiede alla Commissione di elaborare - consultando tutte le parti interessate - una carta che elenchi i diritti dei consumatori di energia sanciti dalla normativa Ue. Carta che i fornitori dovrebbero trasmettere ai loro clienti. Tra questi diritti figura l´obbligo del fornitore del servizio di energia elettrica di specificare i diritti dei consumatori «mediante la loro chiara indicazione sulla fattura e nei siti web delle imprese elettriche». Dovrà inoltre precisare l´esistenza di eventuali diritti di recesso «senza alcuna penalizzazione», nonché l´indennizzo e le modalità di rimborso applicabili se i livelli di qualità del servizio stipulati non sono raggiunti, «anche in caso di fatturazione imprecisa e tardiva». Gli utenti dovranno poter «facilmente cambiare fornitore» e, in tale eventualità, dovranno poterlo fare «entro due settimane» e avranno il diritto di ricevere «un conguaglio definitivo . Non oltre un mese dopo la notifica al fornitore interessato». Quest´ultimo, peraltro, dovrà fornire all´utente le coordinate dell´autorità di ricorso competente nonché le informazioni dettagliate riguardanti la procedura da seguire in caso di controversia, la cui composizione dovrà essere rapida e efficace. In proposito, facendo proprio un emendamento del Pse, l´Aula chiede inoltre alle autorità nazionali di regolamentazione di predisporre "servizi reclami" indipendenti e sistemi alternativi di ricorso quali un mediatore indipendente dell´energia o un organismo dei consumatori. I consumatori dovrebbero avere inoltre il diritto di essere adeguatamente informati, «quanto meno con cadenza trimestrale», del loro consumo effettivo di energia elettrica e dei costi relativi, ma anche di ricevere adeguata comunicazione dell´intenzione di modificare le condizioni contrattuali e di essere informati del loro diritto di recesso al momento della notifica. Dovrebbero in particolare essere avvisati direttamente - «in modo trasparente e comprensibile» e in tempo utile - di eventuali aumenti delle tariffe. Inoltre, i deputati chiedono agli Stati membri di completare l´installazione dei contatori intelligenti «con un disagio minimo per i consumatori entro 10 anni dall´entrata in vigore della direttiva». La povertà energetica - ossia la situazione in cui un cittadino «non può permettersi di riscaldare la propria abitazione in modo accettabile» - costituisce, per i deputati, un problema crescente all´interno dell´Ue. Un emendamento chiede quindi agli Stati membri di elaborare piani d´azione nazionali per affrontare il problema e «garantire il necessario approvvigionamento energetico per i clienti vulnerabili». A tal fine, precisano, è necessario un approccio integrato ed è opportuno che le misure comprendano politiche sociali, politiche tariffarie e miglioramenti dell´efficienza energetica per le abitazioni. La direttiva, pertanto, dovrebbe quanto meno «ammettere politiche nazionali di discriminazione positiva, in termini di modelli di tariffazione, per i clienti vulnerabili». Il Parlamento chiama poi gli Stati membri a garantire i clienti finali vulnerabili dalle interruzioni del servizio in inverno, soprattutto ai pensionati e ai disabili. Reti transfrontaliere e cooperazione regionale - Secondo i deputati il mercato interno dovrebbe rafforzare gli scambi e i flussi di elettricità a livello transfrontaliero, al fine di «assicurare l´uso ottimale della capacità disponibile di generazione elettrica e i prezzi più bassi possibili». Ciò tuttavia «non deve costituire un pretesto per gli Stati membri e i produttori per non investire nelle nuove tecnologie per la generazione di energia elettrica». Su questa materia, il Parlamento ha approvato la relazione di Alejo Vidal-quadras Roca (Ppe/de, Es) relativa al regolamento che mira a facilitare lo sviluppo di un mercato all’ingrosso trasparente ed efficiente con un elevato livello di sicurezza dell´approvvigionamento e che, a tal fine, prevede i meccanismi per l’armonizzazione. Per il Parlamento, una maggiore cooperazione regionale dovrebbe essere il primo passo nello sviluppo di una rete elettrica europea pienamente integrata, che alla fine incorpori le isole energetiche attualmente presenti nell´Unione europea. Gli Stati membri devono pertanto promuovere, a livello europeo, e anche a livello regionale ove possibile, l´integrazione dei loro mercati nazionali e la cooperazione dei gestori delle reti a livello europeo e nazionale. Un emendamento, d´altra parte, chiede agli Stati membri di provvedere affinché i piccoli impianti di generazione decentrata e/o distribuita che generano meno di 50 Mw e tutti i generatori integrati «beneficino di procedure di autorizzazione semplificate». Inoltre, approvando la relazione di Giles Chichester (Ppe/de, Uk), il Parlamento si è pronunciato sul regolamento che istituisce l´Agenzia per la cooperazione fra regolatori nazionali dell´energia, che dovrebbe essere competente per tutte le questioni transfronatliere, allo scopo di integrare a livello europeo le funzioni di regolamentazione svolte dalle autorità nazionali. Efficienza energetica e cambiamenti cimatici - Gli Stati membri dovranno incoraggiare la modernizzazione delle reti di distribuzione, che devono essere costruite in modo da favorire la generazione decentrata e assicurare l´efficienza energetica. Un emendamento precisa che essi dovrebbero in particolare incoraggiare maggiormente la produzione combinata di calore ed elettricità. Per promuovere l´efficienza energetica, i deputati ritengono che occorre imporre alle imprese elettriche l´introduzione di formule tariffarie «basate su prezzi crescenti in caso di livelli di consumo elevati». Attribuiscono inoltre agli Stati membri la possibilità di imporre che gli introiti derivanti dalla fornitura di elettricità ai clienti civili vadano ad alimentare programmi di efficienza energetica. Un altro emendamento chiede agli Stati membri di provvedere affinché i fornitori di energia elettrica specifichino nelle fatture e in tutto il materiale promozionale inviato ai clienti finali la quota di ciascuna fonte energetica nel mix complessivo di combustibili utilizzato «in modo armonizzato e comprensibile» al fine di agevolare il raffronto. L´aula ha peraltro respinto la proposta di imporre ai fornitori di fornire informazioni sull´impatto ambientale, «in termini almeno delle emissioni di Co2 e dei rifiuti radioattivi derivanti dall´elettricità prodotta dalla miscela complessiva di carburante utilizzata». Inoltre, i deputati chiedono di inserire «il contributo al raggiungimento dell´obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il 2020» tra i criteri per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione di impianti di generazione. Background - Il mercato italiano: Enel, Terna e gli altri - Secondo i dati dell´Autorità per l´energia elettrica e il gas, nel 2006, più dell´80% dell´energia elettrica italiana era prodotta dal gas naturale, da combustibili solidi e da prodotti petroliferi. Tra le fonti rinnovabili, il 70% della produzione traeva origine dagli impianti idroelettrici. In testa ai principali produttori figurava il Gruppo Enel seguito, con meno della metà della generazione, dal Gruppo Edison. Venivano poi Edipower, Endesa Italia, Gruppo Eni e Tirreno Power. Le importazioni di energia elettrica da altri paesi ammontavano a circa il 15%. I maggiori fornitori, in ordine decrescente, erano: Svizzera, Francia, Slovenia, Austria e Grecia. Enel è la più grande azienda elettrica d’Italia e la seconda utility (azienda di servizi pubblici) quotata d’Europa per capacità installata. Enel produce, distribuisce e vende elettricità e gas in tutta Europa (Bulgaria, Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna), in Russia, Nord America e America Latina. A seguito dell’acquisizione della compagnia elettrica spagnola Endesa è ora presente in 21 paesi, con una potenza di 75,5 Gw (al 31 dicembre 2007) e serve più di 50 milioni di clienti nell’elettricità e nel gas. Quotata dal 1999 in Borsa, Enel è la società italiana con il più alto numero di azionisti, circa 1,7 milioni tra privati (retail) e istituzionali. Il Ministero dell’Economia detiene direttamente il 21,1% del capitale e indirettamente un ulteriore 10,1% attraverso la Cassa depositi e Prestiti. Il capitale flottante è pari a circa 68,8%. Sin dal maggio 1999, il Decreto Legislativo n. 79/99 (Decreto Bersani) ha sancito la separazione tra la proprietà e la gestione della rete di trasmissione introducendo, in una prima fase, il modello Iso e, successivamente, la separazione proprietaria. Ciò ha portato alla costituzione dell´impresa di trasmissione Terna all´interno del Gruppo Enel, che è si è poi trasformata in "Terna - Rete Elettrica Nazionale Spa" nel novembre 2005 quando è diventata operativa l´unificazione tra proprietà e gestione della "Rete di Trasmissione Nazionale" (Rtn). Il Gruppo Terna ha acquisito nel 2006 Edison Rete e Aem Trasmissione e, l´anno successivo, Aem Trasporto Energia s. R. L. Torino, diventando così proprietaria di oltre il 98% della Rtn. Ha inoltre il controllo di quattro società che operano nel settore della trasmissione di energia in Brasile. L’azionista di maggioranza relativa è la Cassa Depositi e Prestiti, che detiene il 29,99% del pacchetto azionario. Il 64% del capitale sociale è in mani italiane, mentre il 36% è detenuto da fondi esteri. Gli altri Stati membri che hanno proceduto alla "ownership unbundling" sono il Regno Unito, la Spagna, il Portogallo, la Svezia, la Danimarca, la Finlandia, la Lituania, la repubblica ceca e la Slovacchia. Da dati elaborati dall´Enel, nel 2005, risulta che il 19% della generazione elettrica nell´Ue25 proveniva dal gruppo pubblico francese Edf, seguito da E-on e Rwe con il 7% ciascuno, da Vattenfall con il 6%, da Enel e Endesa con entrambe il 5%, da Electrabel con il 4% e da Iberdrola con il 2%. Il restante 45% era prodotto da altre imprese minori. Dal 1° luglio 2007 in Italia, come nel resto d’Europa, è scattata la completa liberalizzazione della domanda di energia, in attuazione delle Direttive Ue del 2003. Quasi 30 milioni di famiglie hanno quindi la possibilità di rivolgersi a venditori di energia elettrica anche diversi da quello da cui sono state rifornite sino ad allora, scegliendo l’offerta ritenuta più interessante. Fino ad allora poteva cambiare fornitore di elettricità solo chi aveva una partita Iva. Da prime stime, sembra che la percentuale di utenti privati che hanno optato per il mercato libero sia relativamente bassa e che, tra questi, la maggior parte abbia scelto l´ex monopolista come fornitore. L´enel rimane il principale fornitore di elettricità nelle case degli italiani con circa un quarto del mercato. Le imprese concorrenti sono, essenzialmente, Edison, Eni, Asm Energy, Sorgenia, Egl ed Acea. .  
   
 

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