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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Giugno 2008
 
   
  INCLUSIONE SOCIALE: GLI EMARGINATI DEL WELFARE, NUOVA SFIDA DELLE POLITICHE SOCIALI: APERTO A TRENTO UN SEMINARIO EUROPEO

 
   
  Trento, 18 giugno 2008 – Un brindisi e un applauso hanno salutato nella Sala Depero della Provincia l’avvio di Esf-co. Net, la rete transnazionale fra autorità di gestione e organismi centrali del Fondo sociale europeo promossa dalla Provincia autonoma di Trento, un partenariato che vede unite, accanto alle province autonome di Trento e di Bolzano, altre 8 regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Marche, Molise, Sicilia) e 10 autorità di gestione europee (Finlandia, Germania, Austria, Polonia, Slovenia, Isole Aarland, Malta, Irlanda del Nord, Romania e la regione delle Fiandre) interessate a mettere a fattor comune le rispettive esperienze in materia di inclusione sociale. L’atto d’avvio dell’iniziativa, lanciata il febbraio scorso a Vienna e che sarà completato tra due giorni da un altro incontro a Roma, è il seminario dedicato alle “nuove frontiere” dell’inclusione sociale, con particolare attenzione alle sfide che s’impongono oggi in tutta Europa in materia di politiche del lavoro, sanitarie, previdenziali e formative, seminario ospitato appunto oggi a Trento ed i cui lavori sono stati aperti dall’assessore alle politiche sociali della Provincia autonoma, Marta Dalmaso. Oggetto del confronto allargato fra le realtà regionali italiane ed europee, le “buone pratiche” maturate su un tema che sta diventando cruciale: l’esclusione sociale di individui e gruppi che si trovano ad essere emarginati ed in situazioni di svantaggio rispetto alle condizioni medie di vita delle comunità nelle quali vivono. Un fenomeno che riguarda anche il Trentino – che su questi temi da anni sta sviluppando una approfondita azione di ricerca e proposta - e che rappresenta una sfida per i sistemi di welfare, perché richiede strumenti ed interventi aggiuntivi, eccezionali e straordinari e dunque attenzioni, sforzi e strumenti particolari. Per questo si parla, specificamente, di “politiche di inclusione sociale”, politiche che variano da paese a paese, che si rivolgono a target diversi e che attivano attori diversi. Le esperienze praticate in questo campo in Europa sono varie, a volte assai diverse tra loro, ma in esse sono rintracciabili alcune linee di fondo che fanno riferimento al contenimento dei costi (limitazione dei criteri di accesso alle prestazioni, razionalizzazione dei sistemi di gestione, aumento della contribuzione da parte dei destinatari), allo sviluppo di un’economia mista di servizi (welfare mix) ed alle cosiddette “politiche di attivazione” (incentivazione delle persone a lavorare e svolgere un ruolo attivo nelle società piuttosto che essere destinatari passivi di misure e programmi di protezione sociale). E proprio l’”inattività sociale”, che nasconde fenomeni quali la disoccupazione di lunga durata, i costi eccessivi dei sussidi di disoccupazione, la diffusione dell’esclusione sociale e l’esistenza diffusa di atteggiamenti di dipendenza dal welfare, è il vero rischio che ogni sistema di politiche sociali, per quanto avanzato, si trova oggi a dover affrontare. Di questo ha parlato, introducendo il seminario, anche l’assessore Dalmaso: “Ciò che dobbiamo fare – ha affermato – è far conoscere, diffondere, scomporre e rimodellare le buone azioni e le pratiche positive che, grazie ai Fondi comunitari a finalità strutturale ed in particolare il Fondo sociale europeo, e grazie all’azione di amministrazioni particolarmente attente e innovative su questo fronte, hanno avuto successo nei contesti europei in cui sono state sviluppate. Da queste esperienze potremo trarre, anche qui in Trentino, indizi di riproducibilità e linee guida generali da proporre poi a tutti i portatori d’interesse coinvolti”. Al seminario di ieri a Trento hanno partecipato non solo i massimi esperti in materia a livello europeo ma anche attori istituzionali che hanno effettivamente condotto delle concrete esperienze di rilievo in settori d’intervento quali povertà e deprivazione, immigrazione, disabilità, invecchiamento attivo ed altre forme di svantaggio sociale. . .  
   
 

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