GUIDE TURISTICHE – MANZATO: UN’ULTERIORE BATOSTA ALL’AUTONOMIA DEL VENETO
“Un’ulteriore batosta all’autonomia del Veneto”. Non usa certo mezzi termini il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato nel commentare la sentenza della Corte Costituzionale n. 222 depositata il 20 giugno riguardante turismo e liberalizzazioni. “La decisione della Consulta – spiega Manzato – ritiene legittimo quanto previsto in materia di esercizio delle attività di guida turistica e di accompagnatore turistico dal secondo Decreto Bersani sulle cosiddette liberalizzazioni, giustificando quella che è stata una evidentissima lesione delle competenze esclusive regionali in materia di turismo. Il tutto sacrificando la questione sull’altare del principio comunitario di libera concorrenza. Anche questa pronuncia – afferma Manzato – mi sembra in realtà figlia di quella cultura statalista che spesso interpreta il nostro regionalismo in un’ottica che tende ad uniformare tutto piuttosto che a esaltare e valorizzare l’autonomia, le capacità e la responsabilità delle singole e variegate realtà territoriali del nostro Paese”. “Purtroppo non si tratta semplicemente di una questione di principio – fa presente il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto – perché la conseguenza concreta che purtroppo discende da tale pronuncia è che i circa 15 milioni di turisti che ogni anno visitano la nostra Regione potranno correre il rischio di incappare in guide che non sono in grado di fornire un servizio di qualità, all’altezza della realtà che devono illustrare. Per esercitare tale professione sarà infatti sufficiente infatti aver conseguito una certa laurea, meritata finchè si vuole ma piuttosto generale e generica, mentre le guide e gli accompagnatori non dovranno più superare alcun esame che permetta di far lavorare soltanto le professionalità più meritevoli e a conoscenza della specificità del singolo territorio, della sua storia, della sua cultura e del suo tessuto sociale. E tutto questo – conclude Manzato – grazie a Bersani e alla Consulta”. .
