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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Giugno 2008
 
   
  7° RAPPORTO CENSIS/UCSI SULLA COMUNICAZIONE - L´EVOLUZIONE DELLE DIETE MEDIATICHE GIOVANILI IN ITALIA E IN EUROPA

 
   
  Roma, 25 giugno 2008 - Il 7° Rapporto sulla comunicazione Censis/ucsi è stato presentato alla Camera dei Deputati presso la Sala delle Colonne di Palazzo Marini da Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis, e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. La settima edizione del Rapporto prosegue lo studio avviato lo scorso anno e basato sul confronto dell’uso dei media da parte della popolazione nei principali paesi europei: Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna. Il Rapporto è dedicato quest’anno soprattutto ai comportamenti giovanili, perché si è ritenuto utile confrontare la situazione attuale italiana con quella rilevata nel 2003, nell’ambito del Terzo Rapporto sulla comunicazione, incentrato appunto sullo studio delle diete mediatiche giovanili. Questi sono alcuni dei principali risultati del Rapporto. Il balzo in avanti nell’uso di Internet da parte dei giovani italiani tra i 14 e i 29 anni è stato enorme: tra il 2003 e il 2007 l’utenza complessiva (uno o due contatti alla settimana) è passata dal 61% all’83%, e l’uso abituale (almeno tre volte alla settimana) dal 39,8% al 73,8%. Ma l’indagine sulle relazioni tra giovani e media registra un aumento generalizzato nell’impiego di tutti i media. Non stupisce tanto che il cellulare sia usato praticamente da tutti (il 97,2%), quanto constatare che il 74,1% legge almeno un libro all’anno (esclusi i testi scolastici) e il 62,1% più di tre libri. Il 77,7% dei giovani legge un quotidiano una o due volte alla settimana (il 59,9% nel 2003), mentre il 57,8% legge almeno tre giornali alla settimana. I periodici hanno una utenza complessiva pari al 50% dei giovani (era il 44% nel 2003). Le differenze di genere si sono notevolmente ridotte, ma non annullate. Nell’utenza complessiva dei media, le femmine ascoltano di più la radio (il 90,3% contro l’83,1% dei maschi) e leggono di più i periodici (il 55,2% contro il 45,3%); i maschi leggono di più i quotidiani (l’80,4% contro il 74,6% delle ragazze) e guardano di più la Tv satellitare (il 39,9% contro il 33,6%). Più marcate appaiono le differenze legate alle diverse fasce d’età. I giovanissimi, tra i 14 e i 18 anni, sono i più voraci consumatori di media, ma con due importanti eccezioni: quotidiani e radio. Se il dato relativo all’ascolto della radio riferito a tutti i giovani è in aumento (gli utenti complessivi sono passati dall’82,8% all’86,5%), nella fascia compresa tra i 14 e i 18 anni scende al 78,9%. L’esperienza delle giovani generazioni nel mondo digitale passa ormai da un mezzo all’altro senza badare troppo alla sua natura. Il numero dei media è aumentato ed è sempre più difficile tracciare al loro interno dei confini. In questo contesto i giovani si trovano a loro agio e hanno elaborato strategie di adattamento. «La molteplicità dei media a disposizione li spinge a passare da uno all’altro – afferma Giuseppe Roma, direttore generale del Censis – secondo un nomadismo mediatico che si accompagna al disincanto dovuto all’assenza di una vera prospettiva gerarchica tra i media». I consumi mediatici dei giovani sono molto ricchi e articolati: prevedono il contatto non solo con i nuovi media (Internet e cellulari), ma anche con i più antichi (libri e quotidiani), senza però attribuire importanza decisiva a nessuno di essi. I giovani italiani assomigliano ai giovani europei, ma non sono del tutto uguali. Dappertutto si fa un grande uso del telefonino, ma solo in Italia il 96,5% dei giovani lo adopera in maniera abituale, mentre negli altri paesi gli utenti abituali oscillano tra l’89,3% della Germania, l’83,9% della Gran Bretagna, l’83,7% della Spagna, per scendere al 73,8% della Francia. Per i giovani inglesi e tedeschi Internet riveste un ruolo ancora più importante che in Italia: l’uso abituale della rete raggiunge, infatti, in Gran Bretagna il 77,7%, in Germania il 76,5%, in Italia il 73,8%. Infine, i ragazzi spagnoli e francesi non solo usano meno Internet (rispettivamente il 69,5% e il 65,7%), ma leggono anche meno libri dei coetanei europei: almeno tre libri all’anno gli spagnoli per il 43,3%, i francesi per il 48,1%, rispetto al 60,7% dei tedeschi, al 62,1% degli italiani e al 64,5% dei britannici. .  
   
 

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