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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Giugno 2008
 
   
  FONDO SOCIALE EUROPEO E CORSI DI FORMAZIONE LA COMMISSIONE EUROPEA PROMUOVE IL TRENTINO

 
   
   Trento, 25 giugno 2008 – “Il Trentino è un ottimo esempio di continuità, di efficacia e di spesa oculata dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo, non solo a livello quantitativo, ma anche qualitativo. La Provincia autonoma di Trento già nel 2007 e questo vale anche per l’anno in corso ha di fatto raggiunto gli obiettivi di Lisbona previsti per il 2010. Gli obiettivi riguardano le risorse umane, le persone e sono fondamentali per lo sviluppo di un Paese”. Maurizio Corradetti della Commissione Europea (Direzione Generale Occupazione Affari Sociali e Pari Opportunità) promuove l’operato della Provincia nell’ambito della programmazione 2000-2006 e di quella successiva, fino al 2013, riguardante l’obiettivo 2, ovvero i corsi di formazione e lo sviluppo delle risorse umane. Il rappresentante della Commissione europea era presente – con la collega Angela Alfieri del ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, in rappresentanza del Governo – alla riunione del comitato di sorveglianza del Fondo sociale europeo, ovvero l’organo incaricato di verificare come vengono spesi i finanziamenti comunitari in provincia, che si è riunito nella mattina di oggi presso il Palazzo della Provincia autonoma di Trento. Sono oltre 100 mila - su una popolazione attiva di circa 216. 000 persone, quindi circa il 50 per cento - i trentini che negli ultimi sette anni si sono iscritti a corsi di formazione di vario genere e livello finanziati dal Fondo sociale europeo. Le attività formative - che dal 2000 al 2007 hanno comportato un impegno di spesa complessivo pari a 262,6 milioni di euro (il 45 per cento messi a disposizione dall’Unione europea, il 44 per cento dallo Stato, l’11 per cento dalla Provincia autonoma di Trento) – sono destinate a tutte le fasce d’età: dagli studenti agli over 50 in cerca di rioccupazione, dalle donne ai diversamente abili, dai dipendenti di aziende a disoccupati. Nell’ultimo anno tale spesa è stata di circa 26 milioni di euro. In questi anni si sono registrati degli ottimi risultati sul piano dell’occupabilità: ad esempio i percorsi post diploma e post laurea) hanno consentito all’82 per cento degli iscritti (sia per i maschi che donne) di trovare un’occupazione entro tre mesi. Dal 2000 ad oggi sono state avviate circa 700 azioni formative all’anno per un numero di circa 8000 persone (sempre all’anno). I progetti sono state estesi a tutte le aree richieste dal mondo del lavoro: formazione continua degli occupati, reingresso degli over 50, reinserimento delle donne, detenuti, disabili e, soprattutto, studenti. “Il successo del Trentino – spiega Maurizio Corradetti della Commissione Europea – è da ricercarsi nella capacità organizzativa e nella conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Qui siamo riusciti a tarare le attività formative con l’obiettivo di conseguire delle ricadute sul territorio. In questo senso, possiamo affermare che le attività formative permettono di offrire una chance in più, sono un biglietto da visita, per il mondo del lavoro”. Secondo i dati rilevati. La maggioranza delle persone che hanno seguito di corsi di formazione hanno trovato un’occupazione entro un anno dalla conclusione dei corsi. Malgrado la forte penetrazione nel mondo del lavoro è ancora bassa – secondo la Commissione europea – la conoscenza tra la popolazione di questo strumento formativo. “In un prossimo futuro – spiega Angela Alfieri del ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali – avvieremo un piano di comunicazione, approvato recentemente, con cui chiederemo alla Provincia autonoma di Trento degli eventi annuali così da portare alla popolazione le informazioni sui corsi”. Circa l’esistenza di azioni giudiziarie su alcuni beneficiari dei finanziamenti comunitari, il giudizio della commissione europea è positivo: “Si tratta di fenomeno sgradevoli, che gli organi giudiziari dovranno accertare. Fin d’ora possiamo però affermare che si trattano di una quota minima, sotto il punto percentuale, che non inficia il lavoro svolto fino ad oggi. In ogni caso, deve rimanere massima l’attenzione verso possibili forme di truffa o il cattivo utilizzo dei fondi strutturali”. “La forza e l’efficacia dei corsi – continua Corradetti – è nella capacità di anticipare le trasformazione del mondo del lavoro. Grazie alle rilevazioni di analisi del fabbisogno da parte delle imprese, riusciamo a dare risposte concrete. Resta molto importante il fatto di rendere continuativa l’attività di formazione della forza lavoro in un mondo, qual è quello attuale, in forte evoluzione”. Secondo l’osservatorio privilegiato della formazione, le fasce sociali più in difficoltà risultano essere i giovani: la disoccupazione – anche a livello europeo – permane alta. Ad esempio, le imprese chiedono figure intermedie di alto contenuto tecnico scientifico, mentre il mondo della scuola tende a garantire una preparazione spesso basata su una conoscenza classica e nozionistica. .  
   
 

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