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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Luglio 2008
 
   
  CENTRO RIABILITAZIONE NEUROCOGNITIVA VIA LIBERA AL PROGETTO DI RICERCA CLINICA A TRENTO

 
   
  Trento, 2 luglio 2008 - La Giunta provinciale ha approvato il 30 giugno la delibera dell’assessore alle politiche per la salute, Remo Andreolli, che dà via libera al progetto di ricerca clinica nel settore della riabilitazione neurocognitiva. Un progetto importante – conosciuto come progetto Cerin (Centro Riabilitazione Neurocognitiva – e che prevede la creazione di una struttura, frutto di un accordo fra Università di Trento e Azienda provinciale per i servizi sanitari, che si inserirà in una rete che include i reparti di Neurologia e di Riabilitazione post-acuzie del Servizio sanitario provinciale. L’obiettivo: diventare un punto di riferimento per la riabilitazione cognitiva per l’intero Nord-est, anche coinvolgendo strutture al di fuori della provincia, sia cliniche che universitarie. Il campo affrontato è quello dei disturbi cognitivi e linguistici. Esito molto frequente di ictus, traumi cranici, malattie degenerative, infiammatorie, neoplastiche e malformative del sistema nervoso centrale. Le loro conseguenze, potenzialmente devastanti, possono manifestarsi con deficit di memoria, con l’incapacità di leggere o di scrivere, di parlare o di capire ciò che gli altri dicono, con l’impossibilità di usare i numeri e il calcolo o di riconoscere volti familiari e interpretare i rumori dell’ambiente circostante. Possono insomma impedire una normale attività lavorativa e spesso anche una normale vita di relazione. Il problema, di dimensioni vastissime, è una delle principali cause di morte e di disabilità permanente in tutti i paesi industrializzati e anche se alcune patologie responsabili di deficit cognitivi sono più frequenti oltre i 65 anni di età, molto spesso vengono colpite persone nel pieno della loro vita produttiva, basti pensare che il 15% degli ictus e il 54% dei traumi cranici riguarda individui con meno di 50 anni. In conseguenza di ciò, il numero di persone con disturbi linguistici e cognitivi è inesorabilmente destinato ad aumentare. Secondo stime realistiche è lecito ritenere che nella sola provincia di Trento, che conta circa 500 mila abitanti, ogni anno vengano colpite da ictus circa 1. 100 persone delle quali circa 440 sono afasiche nella fase acuta. Fra queste, a distanza di due anni dal trauma, circa 200 soffrono ancora di disturbi del linguaggio. Per quanto riguarda i soli disturbi afasici, si può calcolare che in questo momento in provincia vi siano oltre 1. 500 persone con afasia conseguente ad un ictus emisferico sinistro, cui vanno aggiunte quelle diventate afasiche in seguito a traumi cranici, aneurismi, neoplasie, malattie infiammatorie. Il numero dei casi si deve in ogni caso almeno raddoppiare in quanto vanno incluse le persone con danni cognitivi secondari a lesioni dell’emisfero destro e quelle con disturbi diversi dall’afasia secondari a lesioni dell’emisfero sinistro. Si pone rilevante a questo punto un problema medico e sociale, quello cioè di cercare di restituire queste persone ad una vita sociale e lavorativa identica o comunque vicina a quella precedente la malattia. Il processo di recupero di queste patologie va ben oltre i tempi di ricovero consentiti alle strutture ospedaliere per acuti e per la riabilitazione post-acuzie. A queste persone è necessario fornire prestazioni riabilitative altamente specializzate, che facilitino il recupero dei deficit cognitivi senza costringere ad un ricovero ospedaliero. E’ in questo contesto che viene proposta la creazione della struttura. Il progetto di riabilitazione neurocognitiva fra Azienda provinciale per i servizi sanitari e il Centro Interdipartimentale Mente Cervello (Cimec) dell’Università degli Studi di Trento. Si tratta del progetto Cerin (Centro Riabilitazione Neurocognitiva) dedicato alla diagnosi ed al trattamento dei disturbi cognitivi, linguistici e motosensoriali in soggetti con danno neurologico, con modalità innovative legate ad attività di ricerca finalizzata a comprendere la natura dei disturbi cognitivi ed i modi migliori per il loro recupero; fornitura di servizi clinici contestualmente all’attività della ricerca; formazione del personale in grado di erogare questi servizi, in esito agli approcci e alle metodiche messi a punto dalla ricerca. I servizi clinici saranno indirizzati a persone residenti in provincia di Trento e in altre province. L’attività di formazione riguarderà il personale sanitario e parasanitario (neurologi, neuropsicologi, logopedisti), giovani ricercatori interessati alle neuroscienze, studenti dei corsi di laurea triennale e specialistica. L’attività di ricerca riguarderà argomenti clinici – come, ad esempio, l’efficacia di diversi approcci alla riabilitazione o gli effetti della terapia sulla riorganizzazione funzionale del cervello – e problematiche legate alla formazione. Le attività cliniche del Cerin consisteranno nella diagnosi e nella riabilitazione dei disturbi cognitivi e linguistici secondari a danno cerebrale e mireranno a consentire, mediante un approccio caratterizzato dalla globalità del trattamento e dall’apporto multidisciplinare, il massimo recupero possibile dopo danno neurologico, prevenendo menomazioni secondarie e curando disabilità, per contenere o evitare l’handicap e consentire al disabile la migliore qualità della vita e l’inserimento psico-sociale. Il personale del Cerin sarà formato da personale sanitario, parasanitario e amministrativo. I tempi di assunzione del personale dovranno essere concordati tra l’Università e l’Azienda sulla base dell’effettivo volume delle prestazioni erogate. L’università avrà la responsabilità clinica del progetto e dovrà definire, attraverso i protocolli operativi, la puntuale definizione dei criteri di accesso alle prestazioni riabilitative (che in ogni caso devono prevedere la prescrizione da parte del medico specialista del Ssp) e le procedure di esecuzione delle medesime prestazioni; sarà inoltre tenuta a richiedere le autorizzazioni sanitarie e l’accreditamento istituzionale necessari, rispettivamente, all’esercizio delle attività sanitarie presso la propria sede ambulatoriale di Rovereto, in via Matteo del Ben, 5 ed al convenzionamento con l’Azienda. L’università metterà a disposizione i propri spazi nel Trade Center di Rovereto in via Matteo del Ben, 5 e sarà tenuta alla gestione della sede e, in particolare, all’aggiornamento della strumentazione utilizzata per lo svolgimento delle attività previste nel progetto. Sempre in capo all’Università è la cura degli interventi formativi in favore, in particolare, del personale medico e non medico dell’Azienda in servizio presso il Cerin. L’azienda provinciale per i servizi sanitari mette a disposizione del progetto il personale medico e paramedico, stabilisce i protocolli di accesso ed assicura il finanziamento complessivo dei costi attraverso la remunerazione delle prestazioni ambulatoriali eseguite. Al finanziamento del progetto contribuiranno la Provincia, ai sensi dell’Accordo di programma, e l’Università per la parte relativa agli oneri per la formazione del personale. La parte restante di spesa verrà finanziata dal fatturato derivante dalle prestazioni erogate, per le quali sono previste specifiche tariffe che vanno ad integrare il nomenclatore tariffario delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. .  
   
 

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