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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Luglio 2008
 
   
  L’ESCLUSIONE DEI ROM RICHIEDE UNA RISPOSTA COMUNE, AFFERMA UNA RELAZIONE CE

 
   
  Bruxelles, 3 luglio 2008 - Milioni di europei di origine rom sono oggetto di continua discriminazione – sia a livello individuale che a quello istituzionale – e di diffusa emarginazione sociale, afferma una recente relazione della Commissione europea resa pubblica oggi. Vi sono però gli strumenti per migliorare la situazione se l´Ue, gli Stati membri e la società civile uniranno le forze per coordinare le loro attività. La relazione di oggi costituisce una risposta alla richiesta formulata nel dicembre 2007 dai capi di Stato e di governo dell’Ue di esaminare le politiche e gli strumenti disponibili a livello Ue per migliorare l’inclusione dei rom. "I rom sono una delle più grandi minoranze etniche nell’Ue ma troppo spesso essi sono anche i cittadini dimenticati dell’Europa" ha detto il Commissario Vladimír Špidla responsabile per le pari opportunità. "Essi si trovano ad affrontare una continua discriminazione e un’ampia emarginazione sociale. L’ue e gli Stati membri hanno la responsabilità condivisa di por fine a questo stato di cose. Abbiamo gli strumenti per farlo – si tratta ora di usarli nel modo più efficace. " Il 77% degli europei ritengono che essere rom costituisca uno svantaggio nella società quasi altrettanto che essere disabili (79%). La relazione odierna giunge alla conclusione che esiste una salda base di strumenti legislativi, finanziari e di coordinamento politico e che questi sono usati in misura crescente, ma che negli Stati membri sussistono ancora lacune sul piano dell’attuazione. I Fondi strutturali dell´Ue – compreso il Fondo sociale europeo (Fse) – e gli strumenti di preadesione sono essenziali per superare l’emarginazione. Ad esempio, nel 2000-2006 stanziamenti dell’Fse per un valore di 275 Mio Eur sono stati consacrati a progetti specificamente indirizzati ai rom mentre un altro miliardo di Eur è stato speso a vantaggio dei gruppi vulnerabili, rom compresi. La chiave per il successo è data da un coordinamento forte ed efficace e dal pieno coinvolgimento della società civile nella progettazione, nell´attuazione e nel monitoraggio dell´azione Ue. L’ue dispone di chiari poteri nel campo della discriminazione, di cui ha fatto uso per legiferare (direttiva 2000/43/Ce – parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica) e per monitorare il corretto recepimento della normativa Ue. Resta il fatto però che la responsabilità principale in merito a molti degli aspetti centrali dell´inclusione dei rom compete essenzialmente agli Stati membri (ad esempio istruzione, occupazione, inclusione sociale). In questi ambiti l’Ue può soltanto coordinare le politiche degli Stati membri e corroborarne l’attuazione facendo leva tra l’altro sui Fondi strutturali. La relazione esamina gli strumenti – legislazione, politica di coesione e azioni antidiscriminazione (informazione, sensibilizzazione, cooperazione con la società civile) – e i più importanti ambiti politici per l’inclusione dei rom – occupazione, inclusione sociale, istruzione, sanità, allargamento e parità tra i sessi. Il documento costituisce un bilancio degli attuali strumenti e politiche ma addita anche diversi insegnamenti tratti dal passato che consentiranno al quadro attuale di funzionare con maggiore efficacia. Essa integra il nuovo approccio strategico della Commissione in materia di antidiscriminazione a seguito del 2007 Anno europeo delle pari opportunità per tutti, delineato in una comunicazione adottata in data odierna (vedi Ip/08/1071). Entrambi i documenti saranno discussi al vertice europeo sui rom che si terrà a Bruxelles il 16 settembre 2008. Ip/08/1070: La Commissione propone l´agenda sociale rinnovata per dare ai cittadini gli strumenti e l´aiuto di cui hanno bisogno nell´Europa del 21° secolo .  
   
 

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