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Notiziario Marketpress di
Giovedì 03 Luglio 2008 |
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LAVORATORI ATIPICI, UN PATTO FRA REGIONE TOSCANA E SINDACATI
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Firenze, 3 luglio 2008 - Contenere la precarietà del lavoro e offrire maggiori garanzie ai lavoratori cosiddetti atipici in un quadro di progressivo rafforzamento di percorsi di stabilizzazione. A fronte di un quadro toscano che evidenzia ancora zone di debolezza e precarietà del mercato del lavoro, la Regione sta moltiplicando i suoi sforzi per contrastare la precarietà del lavoro, coinvolgendo attorno a questo obiettivo tutti i soggetti sociali ed economici della società toscana. Un importante passo, il primo del genere a livello nazionale, viene realizzato grazie all’intesa con le organizzazioni sindacali. L’intesa, la prima a configurarsi come un vero e proprio patto per i lavoratori atipici, è stata siglata ieri dall’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini per la Regione Toscana e dal segretario della Cgil regionale Alessio Gramolati, della Uil Vito Ma! rchiani e dal rappresentanti della segreteria regionale Cisl C! ino Recc e. «In un momento nel quale - sottolinea l’assessore Simoncini – ripartono, anche con iniziative del governo, spinte alla deregolamentazione del mercato del lavoro, è di grande importanza riaffermare un impegno comune della Regione e delle organizzazioni sindacali a favore dei lavoratori atipici e ribadire il fatto che, per noi, il contratto di lavoro standard è quello a tempo indeterminato». Nell’ultimo decennio - spiega ancora l’assessore - l’estensione del lavoro temporaneo, incluse le forme di lavoro dipendente con contratti a termine e il lavoro atipico propriamente detto, ha inciso profondamente sulla qualità del lavoro. In particolare è stata rilevata la tendenza di questi contratti a protrarsi oltre la fase di inserimento occupazionale e quindi a trasformarsi in lavoro precario, con tutte le difficoltà, economiche e sociali del caso, in particolare per i lavoratori più! ; giovani. Per i lavoratori adulti, spesso vittime di crisi aziendali, i lavori a termine costituiscono spesso una soluzione di ripiego nella speranza di una nuova ricollocazione a tempo indeterminato o della pensione». «La Regione - ha ricordato l’assessore - ha già attivato da tempo strumenti per contrastare l’uso distorto della flessibilità, combattendo la precarizzazione del rapporto di lavoro (incentivi alle imprese che trasformano contratti a termine in tempo determinato; fondo di garanzia per i lavoratori atipici; misure di formazione continua; sportelli per orientamento e consulenza), affiancandoli agli interventi strutturali per i servizi per l’impiego e sui sistemi di istruzione, formazione e orientamento». Con il Patto siglato oggi la giunta si impegna, di comune accordo con le organizzazioni sindacali, a sviluppare sistematicamente programmi coerenti con le politiche di contrasto alla precarizza! zione. Punti di riferimento della sua azione, condivisi d! ai sinda cati, sono: la definizione di programmi coerenti con politiche di contrasto alla precarizzazione e di sostegno alla stabilità e continuità dei rapporti di lavoro; garantire (per il 2008-2013) una rete di sportelli in materia di lavoro, orientamento e formazione per i lavoratori con tipologie contrattuali a termine; emanare bandi specifici per il settore degli atipici in attuazione del programma operativo del Fondo sociale europeo; rafforzare le competenze professionali e le capacità imprenditoriali e negoziali attraverso la creazione di accessi specifici ai Servizi per il Lavoro; potenziare gli strumenti di analisi e di monitoraggio del fenomeno; potenziare azioni di orientamento finalizzate a rafforzare le conoscenze dei giovani e delle giovani, dei lavoratori e delle lavoratrici, e delle persone non occupate sui cambiamenti e sulle opportunità del mercato del lavoro; favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso la program! mazione di interventi mirati nei servizi integrati per l’impiego; prevedere un sistema di formazione permanente in grado di sostenere percorsi formativi individuali e azioni di tutoraggio e supporto all’imprenditorialità; sostenere iniziative mirate alla formazione qualificata finalizzate allo sviluppo tecnologico delle imprese; sostenere iniziative di assistenza tecnica in collaborazione tra Centri per l’Impiego, sindacati, associazioni di categoria, Università, Scuole e Camere di Commercio; prevedere indirizzi, nei piani di programmazione regionale per i servizi a domanda individuale, per l’assimilazione dei lavoratori atipici a quelli dipendenti. Qualche dato sul lavoro atipico in Italia e in Toscana Nel 2007 si è interrotta la crescita del lavoro temporaneo che era cresciuto ininterrottamente dal 2001. In Toscana l’incidenza degli occupati temporanei (dipendenti a termine più collaboratori) è sc! esa al 10,8% del totale degli occupati dall’11,2% del 20! 06. In t ermini assoluti, l’occupazione temporanea “ufficiale” complessiva è stata stimata in 167. 470 lavoratori, di cui 132. 050 dipendenti a termine e 35. 420 collaboratori. In base ai nuovi dati, i lavoratori dipendenti con contratto a termine incidono per il 12,2% sul totale dei dipendenti. La flessione annua è stata di – 4. 893 unità (-2,8%). La variazione è stata più accentuata tra i collaboratori (-5,8%) che tra i dipendenti a termine (-2,0%). Inoltre, il calo è stato moderatamente più marcato tra le donne (-3,2%) che tra gli uomini (-2,4%). A livello nazionale l’incidenza del lavoro temporaneo sul totale nel 2007 è risultata all’11,9% a fronte dell’11,8% dell’anno prima. Un dato aggregato di sostanziale stabilità, dunque, dal quale la Toscana si differenzia abbastanza nettamente. «Il dato toscano – commenta l’assessore Simoncini -! sembra in qualche modo premiare le politiche attuate nell’ultimo biennio, che hanno introdotto misure di stabilizzazione del precariato e di dissuasione nel ricorso al lavoro atipico. Ciò appare particolarmente importante a fronte di un’offerta di lavoro giovanile e femminile che, anche in forza della maggiore istruzione, richiede al contrario nuovi percorsi di qualificazione, stabilità, prospettiva di crescita professionale, uscita dalla precarietà». Va ricordato che al lavoro precario si aggiungono, anche nel mercato del lavoro toscano, le numerose forme “sommerse” o irregolari, che si riscontrano in prevalenza nei servizi e nelle attività di sostegno alla famiglia, nelle costruzioni e in attività manifatturiere con forte presenza di immigrati. . |
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