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Notiziario Marketpress di Venerdì 11 Luglio 2008
 
   
  TURISMO: QUELLO CHE VA BENE PER IL VENETO VA BENE PER L’ITALIA

 
   
  Il Veneto dei primati assoluti nell’economia dell’ospitalità in Italia, con oltre 61 milioni e mezzo di presenze nel 2007, è pronto a parlare con una sola voce di turismo, cultura, enogastronomia, identità e territorio, andando al di là di divisioni e particolarismi che spesso ne hanno finora contraddistinto l’azione, per attrarre nuovi turisti e sempre più di qualità, pronti a spendere il giusto per godere di un’offerta completa e al massimo livello. E’ questo il messaggio lanciato il 3 luglio al Molino Stucky Hotel Hilton di Venezia, in occasione della 7^ edizione di Veneto For You, dal vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato, dal presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia, dell’assessore comunale al decoro della città lagunare Augusto Salvadori, dal presidente di Unioncamere Veneto Federico Tessari, accanto ai quali è intervento il responsabile delle relazioni esterne dell’Enit Marco Bruschini. Mentre al pianterreno dello Stucky si svolgevano le contrattazioni tra i rappresentanti di quasi 400 imprese turistiche venete e i circa 200 buyers di 31 Paesi di ogni angolo del mondo, dando vita all’ormai tradizionale borsa internazionale operativa del turismo veneto promossa da Regione e Unioncamere, al piano di sopra i rappresentanti delle istituzioni hanno illustrato alla stampa un insieme di strategie condivise per consolidare e sviluppare il principale comparto economico regionale. Il turismo, con i suoi 12 miliardi di fatturato, vale infatti circa il 10 per cento del Pil veneto e registra, da solo; quasi un sesto di tutte le presenze italiane, facendo da vetrina ad Veneto fatto di storia, arte, sapori, ambiente, calore umano, opportunità, qualità, e di quelli che lo stesso Manzato ha definito i mille angoli ancora sconosciuti o non scoperti di una Regione bellissima e dal sorriso ospitale. E se il Veneto ha capito da tempo che questo settore è fondamentale per la sua economia, anche l’Italia – ha rilevato Bruschini – sembra aver compreso che il comparto è in grado di fare da traino per il Paese e va sostenuto con iniziative adeguate. Due le questioni che il Veneto mette al centro della sua azione, ha sottolineato Manzato: la valorizzazione del territorio come insieme di tutti i fattori che lo compongono e la redditualità delle aziende turistiche, il cui benessere si riflette sulla comunità e da essa dipende. “Vogliamo promuovere il sistema veneto nella sua interezza – ha ribadito Manzato – con una visione generale che porti al consolidamento ma anche all’acquisizione di nuovi turisti, all’interno di un buy customer project. E rispetto a questo chiediamo che a livello nazionale si tenga presente che ci sono particolarità importanti, come il Veneto, che fanno da polo di attrazione per tutti. Quello che va bene al Veneto va bene all’Italia”. L’azione regionale dovrà svilupparsi in un contesto che non deve puntare solo a far crescere il numero dei turisti, ma soprattutto la qualità, rispetto alla quale la Regione si prepara a spendere dall’autunno prossimo 8 milioni di euro come contributo agli investimenti delle imprese per l’ulteriore miglioramento delle strutture. Entro la fine dell’anno, inoltre, sarà promossa una convention dalla quale dovranno emergere orientamenti e strategie per il settore da qui ai prossimi 20 anni. “Tra i miei sogni nel cassetto – ha fatto presente il vicepresidente della giunta regionale – c’è anche la valorizzazione di un’unica immagine del Veneto non solo per i prodotti turistici, ma anche per gli altri, a partire da quelli agroalimentari e comprendendo anche le fiere, pur nella loro reciproca autonomia”. Su questa linea, che tra l’altro riconosce come Venezia sia utile al Veneto e il Veneto a Venezia, si sono riconosciuti anche Zoggia e Salvadori: servono sinergie di immagine, che hanno già cominciato ad esprimersi con la presenza unitaria all’ultima edizione della Bit, mentre vi sono problemi distinti tra il capoluogo lagunare (universalmente conosciuto, dove va preservata la residenzialità per mantenerne la funzione vitale di città e occorre governare i flussi turistici) e la restante offerta del territorio, il cui problema è spesso di non essere abbastanza noto e frequentato. .  
   
 

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