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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Luglio 2008
 
   
  SARKOZY AL PARLAMENTO: L´UE NON È CONDANNATA ALL´INAZIONE .

 
   
   Strasburgo, 14 luglio 2008 - Illustrando all´Aula il programma del semestre francese, il Presidente Sarkozy ha affermato che senza il trattato di Lisbona e nuove istituzioni non sono possibili ulteriori ampliamenti dell´Ue. Ha poi sottolineato la responsabilità di uscire dalla crisi e la necessità di rassicurare e proteggere i cittadini europei. Molti gruppi politici hanno sostenuto le priorità della Presidenza, altri hanno criticato la poca attenzione ai temi sociali e la partecipazione all´apertura delle Olimpiadi. Nicolas Sarkozy ha esordito esprimendo il grande onore di rivolgersi al Parlamento in un momento critico per l´Europa in cui tutti debbono assumersi le proprie responsabilità per uscire dalla crisi e evitare l´immobilismo. A suo parere, «occorre fare delle nostre differenze una forza a servizio dell´Europa che soffre» e rassicurare gli europei «che sono preoccupati», dando un´immagine dell´Europa che proceda assieme «senza lasciare indietro nessuno» e che «lavori per tutti». Riguardo al problema istituzionale, il Presidente ha ricordato che i Capi di Stato e di governo hanno approvato il Trattato di Lisbona che, anche se non risolve tutti i problemi, «era ed è il migliore compromesso auspicabile». Ha poi ricordato che, durante la campagna elettorale, si era preso la responsabilità di procedere alla ratifica del Trattato per via parlamentare e ha spiegato la sua «scelta politica» asserendo che le questioni istituzionali sono materia per i parlamenti e non devo essere sottoposte a referendum. Ha poi spiegato che è necessario trovare, tra ottobre e dicembre, delle soluzioni al no in Irlanda «senza offendere cittadini irlandesi» e facendo sapere agli europei su quali basi si affronteranno le elezioni del 2009. In proposito, ha precisato che «non ci sarà una nuova Conferenza intergovernativa e non ci sarà un nuovo trattato», la scelta sarà tra «Nizza o Lisbona». Il Presidente ha quindi precisato di aver sempre sostenuto l´ampliamento e quello del 2004 «è stato un successo» che ha «riunito la famiglia». Tuttavia, ha deplorato che l´Europa non si sia dotata delle istituzioni necessarie «prima dell´ampliamento» ed ha ammonito dal «non rifare gli stessi errori»: se si rimane a Nizza l´Unione «resterà con 27 Stati membri», se - «come vogliamo» - si intende procedere con l´ampliamento «abbiamo bisogno di nuove istituzioni». Dicendosi favorevole all´adesione di Serbia e Croazia - «paesi indubbiamente europei» - ha esclamato che «Lisbona è l´ampliamento». Ha inoltre sottolineato che "l´Europa a due velocità" «è l´ultima delle soluzioni possibili». Passando a illustrare il programma della Presidenza, Sarkozy ha affermato che non vi è «niente di peggio che dare l´impressione di un´Europa immobile». L´ue, ha aggiunto, ha il dovere di agire subito e «non è condannata all´inazione». Occorre infatti, dimostrare agli europei «che siamo in grado di proteggerli, senza essere protezionisti». In questo contesto, ha sottolineato l´importanza del pacchetto clima/energia, una questione che le Nazioni non posso affrontare da sole. In proposito, ha affermato che «siamo l´ultima generazione che può evitare la catastrofe» e, criticando l´approccio di coloro che si dicono d´accordo sulla necessità di agire «a condizione che inizino gli altri», «l´Europa deve mostrare l´esempio». Sottolineando come il pacchetto sia esigente, il Presidente ha chiesto la mobilitazione del Parlamento affinché possa essere adottato nel corso del semestre, evitando negoziati Stato per Stato a favore di un approccio europeo. Osservando che le decisioni imporranno regole alle imprese, si è chiesto perché l´Europa deve continuare a importare prodotti da imprese che non rispettano norme similari. Occorre quindi istituire un meccanismo alle frontiere. Dopo aver ricordato che 23 Stati membri su 27 sono parte dell´area Schengen, consentendo la libera circolazione delle persone, il Presidente ha annunciato che la Francia abolirà tutte le restrizioni d´accesso al mercato del lavoro. L´esistenza di questa aerea, ha proseguito, rende necessaria una politica europea dell´immigrazione, che avrebbe anche il pregio di isolare gli estremisti e di responsabilizzare il dibattito, senza doppi fini politici». L´europa, ha precisato, non è una fortezza e ha bisogno dell´immigrazione, ma non può accogliere tutti. Ha poi auspicato una politica comune in materia di asilo. Il Presidente ha poi sottolineato la necessità di una politica europea della difesa: «come può l´Europa essere una potenza politica se non è in grado di difendersi e di darsi i mezzi per attuare la sua politica?», e come può diventare uno spazio economico prospero senza difesa? - ha chiesto. Ha poi puntualizzato che la politica europea deve essere complementare alla Nato e non opporsi ad essa. Ha inoltre sostenuto che non è più possibile affidare la difesa a solo 4 o 5 Stati membri e che non è razionale che ogni paese «costruisca i suoi aeroplani» da solo. Un´altra priorità della Presidenza riguarda la Politica agricola comune (Pac). In proposito, Sarkozy ha sostenuto che non è ragionevole la produzione europea di derrate alimentare quando 800 milioni di persone muoiono di fame nel mondo, e anche in considerazione del fatto che la popolazione mondiale aumenterà fino a 9 miliardi nel 2050. La sicurezza alimentare, ha aggiunto, riguarda tutti. Ha poi chiesto se è ragionevole imporre norme sanitarie agli agricoltori europei e, al contempo, continuare a importare carni che non rispettano nessuna regola. Con il check up della Pac, ha insistito, occorrerà trovare un accordo su sufficienza e sicurezza alimentare in Europa. Il Presidente ha poi accennato alla dimensione sociale, sostenendo che nel corso del semestre dovranno essere adottate diverse direttive, come quelle sul comitato aziendale e sul part time. Pur non rientrando tra le competenze comunitarie, ha annunciato l´intenzione di riunire esperti europei per trovare delle soluzioni alla malattia dell´Alzheimer e del cancro: «saremmo tanto più forti se lavorassimo assieme». Inoltre, osservando l´esistenza di un´eccezione culturale in Europa, ha sottolineato la necessità di far rientrare la cultura nel dibattito quotidiano, anche per non ridursi a una sola lingua e a una sola cultura. Dicendosi poi favorevole alla libera circolazione delle persone e delle merci, il Presidente ha tuttavia affermato di non accettare che gli sforzi di formazione del club sportivi siano resi vani, ed ha quindi auspicato una «eccezione sportiva». Sarkozy ha poi criticato la «vigliaccheria» di coloro che addossano all´Europa «scelte che non sono stati in gradi di difendere a Bruxelles». In proposito, ha ricordato che il Presidente polacco ha negoziato il trattato di Lisbona e ora deve quindi mantenere la parola - «non è una questione politica, ma morale», ha detto. Infine, ha sottolineato la necessità di un vero dibattito tra tutte le istituzioni dell´Ue anche sulla strategia economica e monetaria, sui tassi di cambio e d´interesse. In proposito si è chiesto se l´Europa può permettersi un tasso d´interesse del 4,25% a fronte del 2% applicato negli Usa. Ha poi concluso il suo intervento notando che tutti vogliono un accordo commerciale, ma l´Europa «non deve essere ingenua» e i paesi emergenti «non possono rivendicare diritti senza sottostare a doveri». .  
   
 

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