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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Luglio 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: SÌ A UNA POLITICA SPAZIALE PER LA SICUREZZA UE, MA NO ALLE GUERRE STELLARI

 
   
  Strasburgo, 14 luglio 2008 - Il Parlamento europeo rileva lŽimportanza della dimensione spaziale per la sicurezza dellŽUe e sollecita una strategia comune europea nello spazio. Ma esprime preoccupazione per la minaccia di militarizzazione dello spazio e raccomanda il divieto di ricorso alle armi contro i dispositivi spaziali. Chiede un sistema Ue di sorveglianza spaziale, la tutela delle infrastrutture a terra, un dialogo con la Nato sulla difesa antimissile e lŽinteroperabilità dei sistemi di telecomunicazione. Adottando con 483 voti favorevoli, 99 contrari e 20 astensioni la relazione di Karl von Wogau (Ppe/de, De), il Parlamento osserva che lŽUe non dispone di unŽinfrastruttura spaziale comune per scopi di sicurezza e di difesa, rilevando lŽimportanza della dimensione spaziale per la sicurezza dellŽUe e la necessità di una strategia comune per la difesa degli interessi europei nello spazio. Sottolinea poi la necessità di dispositivi spaziali affinché le attività politiche e diplomatiche dellŽUe possano basarsi su informazioni «indipendenti, affidabili ed esaurienti» a sostegno delle sue politiche di prevenzione dei conflitti, delle operazioni di gestione delle crisi e della sicurezza mondiale. Invita peraltro gli Stati membri a condividere e a scambiarsi le informazioni geospaziali necessarie a una valutazione comunitaria autonoma delle minacce e li esorta a rendere compatibili i loro diversi tipi di radar, satelliti ottici e per i rilevamenti meteorologici e sistemi di ricognizione. Chiede poi un accesso «sicuro, indipendente e sostenibile» allo spazio per lŽUe, «quale premessa per lŽautonomia dei propri interventi» e raccomanda che i satelliti europei non commerciali siano lanciati in orbita da vettori europei, «preferibilmente a partire dal territorio dellŽUnione». Gli investimenti strategici a lungo termine nei nuovi vettori europei dovrebbero quindi essere fatti quanto prima, per «tenere il passo con la crescente concorrenza internazionale». Il Parlamento raccomanda inoltre che lŽUe sviluppi una nozione comune di intelligence geospaziale, creando le condizioni per il coinvolgimento del Centro Satellitare dellŽUe (Csue) nella pianificazione di ogni operazione Pesd che richieda unŽosservazione e unŽintelligence con base nello spazio. Raccomanda poi che il Csue stabilisca una linea di comunicazione sicura a sostegno delle operazioni Pesd, non solo con il comando operativo (Ohq) con base nellŽUe ma anche con il comando della forza (Fhq) nella regione di dispiegamento. Propone inoltre che lŽUe analizzi la possibilità di un contributo finanziario al Csue a titolo del bilancio dellŽUe, al fine di fornire fondi sufficienti che soddisfino le crescenti necessità delle operazioni Pesd. No alla militarizzazione dello spazio I deputati si compiacciono dellŽadozione della politica spaziale europea da parte del Consiglio, ma deplorano allo stesso tempo lŽassenza di qualsiasi riferimento alla minaccia di militarizzazione dello spazio e, ribadendo lŽimportanza del principio dellŽutilizzo a scopi pacifici dello spazio, esprimono preoccupazione in tal senso. Insistono infatti sulla necessità di assicurare che «in nessuna circostanza la politica spaziale europea contribuisca alla militarizzazione e allŽarmamento generale dello spazio», e invitano tutti gli attori internazionali «ad astenersi dallŽutilizzare apparecchiature offensive nello spazio». In proposito, esprimono particolare inquietudine per «le azioni distruttive nei confronti dei satelliti, come ad esempio il sistema antisatellitare collaudato dalla Cina e per le ricadute sulla sicurezza nello spazio del forte incremento di detriti spaziali». Il Parlamento raccomanda pertanto lŽadozione su base volontaria di strumenti internazionali giuridicamente vincolanti intesi a vietare lŽimpiego di armi contro i dispositivi spaziali e lo stazionamento di armi nello spazio. Chiede inoltre il rafforzamento del regime giuridico internazionale al fine di disciplinare e tutelare lŽutilizzo dello spazio per scopi pacifici, invitando la Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo ad elaborare un accordo multilaterale sulla prevenzione della corsa al riarmo nello spazio e chiedendo alle istituzioni dellŽUe di convocare una conferenza di revisione del Trattato sullo spazio extra-atmosferico. Sistema di sorveglianza spaziale, protezione delle infrastrutture e difesa antimissile - I deputati sostengono inoltre la creazione di un sistema europeo di sorveglianza spaziale per «tenere sotto controllo le infrastrutture spaziali, i detriti spaziali e altre eventuali minacce». Deplorano poi il fatto che gli Stati membri non abbiano accesso ai dati istantanei sul lancio di missili balistici a livello mondiale e chiedono quindi lŽavvio di progetti mirati alla messa a punto di un sistema satellitare di allerta precoce in grado di rilevare il lancio di missili balistici. Sottolineando poi la vulnerabilità dei dispositivi spaziali strategici e delle infrastrutture che consentono di accedere allo spazio, quali ad esempio i vettori e i porti spaziali, i deputati evidenziano la necessità di proteggerli in maniera adeguata mediante una difesa terrestre contro i missili di teatro, aerei e sistemi di sorveglianza spaziale. Si dicono inoltre favorevoli alla condivisione dei dati con partner internazionali nellŽeventualità che «i satelliti siano messi fuori uso da unŽazione del nemico». Il Parlamento esorta poi lŽUe e la Nato ad avviare un dialogo strategico sulla politica spaziale e la difesa antimissile, in particolare sulla complementarietà e lŽinteroperabilità dei sistemi per le comunicazioni satellitari, la sorveglianza spaziale e il sistema di allerta precoce contro i missili balistici, nonché la protezione delle forze europee mediante un sistema di difesa contro i missili di teatro, tenendo presente «lŽimperativo giuridico di evitare qualsiasi azione che possa risultare incompatibile con il principio dellŽuso pacifico dello spazio». LŽue e gli Usa dovrebbero inoltre avviare un dialogo strategico sullŽimpiego dei dispositivi spaziali ed assumere un ruolo di guida a livello globale. Sottolineando la necessità di comunicazioni satellitari per le missioni Pesd e le missioni degli Stati membri sotto mandato delle Nazioni Unite, della Nato e di altre organizzazioni analoghe, i deputati chiedono la reciproca interoperabilità degli attuali e dei futuri sistemi satellitari per le telecomunicazioni a disposizione degli Stati membri ed insistono sulla possibilità di realizzare risparmi mediante lŽuso in comune delle infrastrutture terrestri a supporto dei diversi sistemi nazionali di telecomunicazione. Chiedono poi agli Stati membri di analizzare la possibilità di elaborare un "codice della strada" giuridicamente o politicamente vincolante per gli operatori spaziali, unitamente a un regime di gestione del traffico spaziale. Programmi comuni per la politica spaziale europea - I deputati sottolineano che la spesa per le attività spaziali europee in comune prevista nel bilancio dellŽUe nel periodo 2007-2013 ammonta «allŽincirca a 5,25 miliardi di euro, pari a una spesa media annua di 750 milioni di euro per il periodo in questione». Si dicono però preoccupati per la mancanza di coordinamento tra gli Stati membri, «che comporta una penuria di risorse, imputabile a unŽinutile duplicazione delle attività» e sono pertanto favorevoli allŽidea di avviare programmi comuni, «che consentiranno nel lungo termine di ridurre i costi». Evidenziando poi la grande importanza del finanziamento a titolo del bilancio comunitario, come nel caso del progetto Galileo, chiedono di prevedere una dotazione operativa per i dispositivi spaziali a sostegno della Pesd e degli interessi europei in materia di sicurezza. Background - LŽagenzia Spaziale Europea - La missione dellŽAgenzia Spaziale Europea (Esa) consiste nello sviluppo delle capacità spaziali europee. Il suo compito, infatti, è quello di delineare il programma spaziale europeo e di attuarlo. I progetti dellŽAgenzia sono concepiti per scoprire quanto più possibile sulla Terra, lŽambiente spaziale circostante e il Sistema solare e lŽUniverso in generale, ma puntano anche allo sviluppo di tecnologie e servizi satellitari e alla promozione delle industrie europee. Inoltre, lŽEsa collabora attivamente con le organizzazioni spaziali extra-europee. Gli stati membri dellŽEsa sono 17 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Svizzera. Canada e Ungheria partecipano ad alcuni progetti in base ad accordi di cooperazione). Ha sede a Parigi, ma dispone anche di centri operativi e direzionali in altri paesi europei. LŽ Esrin (European Space Research Institute), ad esempio, si trova a Frascati, nei pressi di Roma. Le sue responsabilità includono la raccolta, lŽarchiviazione e la distribuzione di dati satellitari ai partner dellŽEsa. Oltre a ciò, la struttura agisce come centro di informazione tecnologica per lŽintera agenzia. Le attività statutarie dellŽEsa (programmi di astronomia e attività generali di bilancio) sono finanziate con il contributo economico di tutti gli Stati membri dellŽagenzia, calcolato in base al prodotto interno lordo di ciascun paese. Oltre a ciò, lŽEsa conduce un certo numero di programmi opzionali a cui i singoli paesi partecipano liberamente, decidendo il livello di sostegno destinato a ciascuno di tali programmi. . .  
   
 

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