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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  UE, AMPLIAMENTO: MANTENERE GLI IMPEGNI E POTENZIARE LA CAPACITÀ D´INTEGRAZIONE

 
   
  Strasburgo, 15 luglio 2008 - Gli allargamenti passati sono stati un grande successo. E´ quanto sostiene il Parlamento europeo ribadendo l´impegno Ue verso i paesi candidati che dovranno comunque rispettare i criteri di adesione e risolvere i problemi interni. Chiede all´Ue di rafforzare la sua capacità d´integrazione e di prepararsi alle adesioni per non incidere negativamente sulla sua coesione interna e la capacità di agire. Propone la creazione di un Commonwealth europeo e di un´Unione del Mar Nero, che includa la Turchia. Gli allargamenti passati sono stati generalmente un grande successo di cui hanno beneficiato sia i vecchi che i nuovi Stati membri dell’Ue, poiché «hanno incentivato la crescita economica, promosso il progresso sociale e portato la pace, la stabilità, la libertà e la prosperità». Adottando con 534 voti favorevoli, 44 contrari e 45 astensioni una relazione di Elmar Brok (Ppe/de, De), il Parlamento ribadisce il suo fermo impegno nei confronti di tutti i paesi candidati e dei paesi cui sono state fornite chiare prospettive di adesione. La strategia di allargamento dovrebbe inoltre riflettere gli impegni già assunti, nonché trovare il giusto equilibrio tra gli interessi geostrategici dell´Ue, le ripercussioni degli sviluppi politici al di fuori dei suoi confini e la capacità d´integrazione dell´Unione. D´altra parte, i deputati ricordano che gli Stati membri dovrebbero evitare di imporre ai paesi candidati all’adesione standard più elevati rispetto a quelli applicati in alcune zone dell’Unione. Fermo restando che «i paesi candidati dovrebbero rispettare appieno e rigorosamente tutti i criteri di Copenaghen e che l’Unione dovrebbe compiere sforzi per potenziare la propria capacità d’integrazione». A questo proposito, rilevano che la capacità d´integrazione «è collegata alla capacità dell´Unione, in un momento dato, di stabilire i propri obiettivi politici e quindi di raggiungerli». Tra questi citano, in particolare, la promozione del progresso economico e sociale e di un alto livello di occupazione nei suoi Stati membri, «l´affermazione della propria identità» e la capacità di agire sulla scena internazionale, la promozione dei diritti e degli interessi dei cittadini degli Stati membri e dell´Europa, lo sviluppo di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la piena salvaguardia e lo sviluppo dell´acquis comunitario e la difesa dei diritti e delle libertà fondamentali. Rilevano peraltro che il «concetto di capacità di integrazione» comprende quattro elementi. In primo luogo, gli Stati con prospettive di adesione dovrebbero favorire e non compromettere la capacità dell’Unione di mantenere lo slancio verso il raggiungimento dei propri obiettivi politici. Inoltre, il quadro istituzionale dell’Ue dovrebbe garantire un governo efficiente ed efficace e le risorse finanziarie dell’Unione dovrebbero consentire di far fronte alle sfide della coesione economica e sociale. Infine, occorre avviare una strategia globale di comunicazione intesa a informare l’opinione pubblica circa le conseguenze dell’allargamento. Il Parlamento sottolinea peraltro l’importanza del consolidamento, della condizionalità e della comunicazione quali principi guida della strategia di allargamento. D´altro lato, esprime preoccupazione per il fatto che ulteriori allargamenti, senza un consolidamento ed una preparazione adeguati, «potrebbero influenzare negativamente la coesione interna dell´Ue», avere gravi ripercussioni sulla sua capacità di azione - «poiché ne indebolirebbe le istituzioni» - e rendere gli Stati membri «più vulnerabili a pressioni esterne e pregiudicare la credibilità dell´Ue sulla scena mondiale». Secondo i deputati, inoltre, la struttura economica e gli interessi di ciascuno dei nuovi Stati membri potrebbero incidere sulla direzione che prenderanno le politiche e il bilancio dell´Ue e gli adeguamenti politici richiesti potrebbero ripercuotersi sulla sua stessa natura. Sono quindi convinti del fatto che, prima di poter aderire all´Unione, ogni nuovo Stato membro dovrebbe cercare di risolvere tutti i suoi principali problemi interni, «in particolare quelli concernenti la sua configurazione territoriale e costituzionale». I futuri allargamenti, inoltre, dovrebbero essere accompagnati da una strategia di comunicazione concertata, che coinvolga tutte le istituzioni dell´Ue e i governi degli Stati membri, nonché i rappresentanti della società civile e informi in modo adeguato l’opinione pubblica circa i risultati positivi dei precedenti allargamenti. Un Commonwealth europeo - Per quanto riguarda i «vicini orientali» che al momento non dispongono di prospettive di adesione, ma che soddisfano determinate condizioni democratiche ed economiche, l´Ue dovrebbe creare uno spazio basato su politiche comuni, assistendo tali paesi in un graduale ravvicinamento alle norme Ue ed aprendo così la strada a una loro più stretta integrazione nel consesso europeo. Il Parlamento valuta positivamente il rilancio del "Processo di Barcellona: un´Unione per il Mediterraneo" che considera un «passo avanti nelle relazioni con i nostri vicini meridionali». Questa nuova iniziativa, infatti, rafforza la tesi «a favore di relazioni contrattuali multilaterali specifiche anche con i nostri vicini orientali» che, rispetto ai partner meridionali dell´Ue, «hanno chiare ambizioni e prospettive europee». Ricorda poi che, come primo passo, tali relazioni dovrebbero tradursi nella creazione di una zona di libero scambio, cui dovranno far seguito relazioni più strette «secondo il modello di uno Spazio economico europeo Plus (See +), di un Commonwealth europeo o di quadri di cooperazione regionale specifici, ad esempio nella regione del Mar Nero». Un´unione per il Mar Nero e i Balcani - I deputati ribadiscono, nel contesto dei suddetti quadri di cooperazione regionale, l´importanza di individuare una strategia «più sofisticata e generale» per la regione del Mar Nero che vada oltre l´attuale iniziativa di sinergia e preveda la creazione di «accordo di cooperazione del Mar Nero», che poterebbe divenire un´Unione del Mar Nero in una fase successiva, e che dovrebbe comprendere l´Ue, la Turchia e tutti gli Stati che si affacciano sul Mar Nero, cercando allo stesso tempo il pieno coinvolgimento della Russia. Tale quadro multilaterale dovrebbe non solo offrire ai paesi coinvolti la possibilità di potenziare la loro cooperazione con l´Ue in un´ampia gamma di settori politici, ma consentire anche a quest´ultima di svolgere un ruolo più attivo nell´individuare soluzioni pacifiche ai conflitti della regione, contribuendo così positivamente alla sicurezza della zona. Ricordano poi che, per i paesi dell´ex Iugoslavia, la piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia costituisce una condizione irrinunciabile ed esprimono soddisfazione per la firma dell´accordo di stabilizzazione e associazione con la Serbia e con la Bosnia-erzegovina che considerano «un ulteriore passo avanti nel consolidamento dei legami tra questa regione e l´Ue». Chiedono, a tale riguardo, un´accelerazione dei negoziati per la liberalizzazione dei visti con i paesi dei Balcani occidentali al fine di facilitare la loro partecipazione ai programmi comunitari .  
   
 

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