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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Luglio 2008
 
   
  APPROVATO IL REGOLAMENTO PER LE STRUTTURE SOCIALI SARDE

 
   
   Cagliari, 14 Luglio 2008 - Il Consiglio regionale ha dato il via libera il 10 luglio, all’unanimità, al Regolamento della legge 23 che, di fatto, ridisegna le regole di organizzazione e funzionamento delle strutture sociali. Vengono introdotte tipologie nuove, la possibilità di interventi differenziati all’interno della stessa struttura sociale, l’individuazione di precisi requisiti di adeguatezza per ciò che riguarda il personale e la struttura. “E´ importante - ha detto l’assessore Dirindin - che il Regolamento sia stato approvato da tutto il Consiglio, un segnale della volontà comune di far fare un salto di qualità ai servizi e all’assistenza sociale. Un passaggio significativo riguarda il rigoroso rispetto delle norme contrattuali e il pagamento delle contribuzioni ai dipendenti delle strutture: nel caso in cui i Comuni accertino la mancata osservanza, hanno l’obbligo di diffidare il soggetto gestore a mettersi in regola entro 30 giorni, quindi possono procedere alla sospensione e alla revoca dall’autorizzazione in caso di mancato adeguamento. Per gli stessi motivi, e con procedure simili, anche dalla Regione può essere revocato l’accreditamento. Già la legge 23 del 2005 prevede che i Comuni non possano fare gare al massimo ribasso per i servizi sociali”. Atteso dai Comuni e dagli operatori del sociale, il Regolamento individua i soggetti destinatari delle prestazioni (minori e giovani adulti, persone con disturbo mentale, persone con disabilità, con problematiche psico-sociali, anziani); disciplina l’articolazione delle strutture (a seconda del tipo di cure prestate alle persone ospitate e alle prestazioni di carattere sanitario erogate); definisce le caratteristiche che devono avere le comunità di tipo familiare (per esempio case famiglia, ma anche comunità di sostegno a gestanti o madri con bambini, residenze comunitarie per anziani, comunità per adulti con misure restrittive della libertà personale). Vengono poi regolamentate l´organizzazione e il funzionamento di strutture a ciclo diurno - come i centri di aggregazione sociale o i centri socio-educativi per minori o disabili - ed è previsto il collegamento dei centri per la famiglia con i consultori familiari delle Asl. Una decina di articoli sono dedicati ai servizi socio educativi per la prima infanzia (nidi, micronidi, nidi aziendali, sezioni primavera, spazi bambini, ludoteche, servizi educativi in contesto familiare), con modifiche che tengono conto delle differenziate esigenze delle famiglie. A seguire, sono individuati i requisiti minimi perché le strutture sociali residenziali e a ciclo diurno possano ottenere l’autorizzazione, l’attività di vigilanza, la possibilità di revoca e sospensione delle autorizzazioni; la disciplina dell’accreditamento; i criteri di compartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni sociali. A chiudere, gli articoli che riguardano gli organismi di partecipazione, consultazione, concertazione e monitoraggio: la Consulta regionale per i servizi sociali, l´Osservatorio regionale sulle povertà e l´Osservatorio degli appalti e dei contratti collettivi di lavoro nel settore sociale. .  
   
 

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