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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Luglio 2008 |
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UN MARCHIO PER GLI ALIMENTI SALUTE
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Un tempo, non troppo lontano, erano le aspettative di gusto, piacere, varietà, sicurezza e qualità che ci indirizzavano, assieme al nostro portafoglio, nei nostri acquisti alimentari. La pubblicità e il packaging dei prodotti agivano di conseguenza. Oggi, quando ci soffermiamo davanti allo scaffale di un supermercato e non siamo esclusivamente concentrati sul prezzo degli alimenti che ci vengono offerti, cosa che di questi tempi accade sempre più spesso, a quelle aspettative ne aggiungiamo altre: valori nutrizionali, stato di benessere, equilibrio corpo e mente. E’ questo il frutto di una maggiore attenzione al cibo, alla dieta e alla salute; il risultato di una crescita culturale nella quale hanno un ruolo crescente i media e internet, ma anche la costante offerta di alimenti con alto contenuto innovativo, ampiamente pubblicizzati attraverso i mass media e sui punti vendita. Un trend culturale destinato a crescere, crisi economica permettendo, e che sta condizionando tutta l’industria alimentare. Una ricerca Nomisma-demetra della fine del 2007 rivelava che il 30 % delle famiglie italiane dichiarava di consumare prodotti alimentari arricchiti (con preferenze per yogurt, succhi, latte, pane e cereali) e di queste il 44,2% dichiarava di acquistarli ogni settimana e il 26,9% circa 2-3 volte al mese. Al Cibus di primavera Federalimentare comunicava che l’8% del fatturato dell’agroalimentare italiano era costituito da alimenti ad alto contenuto salutistico e di servizio. In questa situazione è comprensibile che il benessere sia diventato la principale leva di marketing dei prodotti alimentari, alla quale nessuna azienda produttrice intende rinunciare. Da qui la varietà e la moltiplicazione dei messaggi: sembra non poter esistere più un prodotto che non vanti dei meno (grassi saturi, colesterolo, sale, acidi grassi) o dei più (vitamine, fibre, antiossidanti, acido folico, calcio, omega 3, fitosteroli, iodio, super fermenti, selenio, ecc. ) in grado di migliorare la nostra salute. Tutto questo ha certamente effetti positivi sul nostro benessere ed anche sulla nostra salute. Tuttavia non tutti i prodotti sono degni di essere considerati degli “alimenti salute” in grado cioè di aggiungere alle proprietà nutrizionali delle specifiche proprietà salutistiche che abbiano effetti misurabili. Nel giro di un paio di anni la situazione dovrebbe risultare più chiara per il consumatore. Al termine di un complesso iter burocratico già avviato dovrebbe entrare a regime il regolamento comunitario 1924/2006 che consentirà all’Efsa di definire i profili nutrizionali degli alimenti e le indicazioni nutrizionali consentite. Parallelamente si sta procedendo alla classificazione dei messaggi (claims) salutistici, sia per i prodotti che contengono indicazioni funzionali (ruolo di una sostanza per la crescita, sviluppo e funzioni dell’organismo; funzioni per la crescita e comportamentali; controllo del peso/riduzione stimolo della fame/maggiore senso di sazietà/riduzione dell’energia) che per quelli che contengono indicazioni sulla riduzione dei rischi di malattia. Solo questi ultimi saranno degni di essere considerati “alimenti salute” (e che oggi a seconda dei casi vengono chiamati: funzionali, arricchiti, supplementati, fortificati, nutraceutici), a patto però che utilizzino messaggi corretti e che siano corredati di informazioni complete riguardanti le proprietà nutrizionali e salutistiche dichiarate, posologia, efficacia ed effetti nel tempo, eventuali controindicazioni, test clinici e studi scientifici a supporto. Uno specifico iter autorizzativo è previsto per i nuovi prodotti. Questo non basterà per riconoscere gli “alimenti salute”, ma c’è una via d’uscita. L’esempio viene dal Giappone dove gli alimenti riconosciuti come Foshu - Foods for Specified Health Use, si avvalgono di uno specifico marchio identificativo. Sono cinque le categorie di alimenti classificate come Foshu e riguardano: - il miglioramento del sistema immunitario, - il controllo e la prevenzione del diabete e delle malattie cardiache, - la riduzione del colesterolo, - l’aiuto alla digestione o l’assorbimento di vitamine e minerali, - la riduzione dell’invecchiamento. L’adozione di un marchio identificativo per gli alimenti salute, così come di fatto avviene per gli alimenti biologici (che seguono tutti un medesimo schema interpretativo) aiuterebbe i consumatori a riconoscerli e a distinguerli dagli altri prodotti della stessa tipologia. Certamente alla facoltà per le imprese di avvalersi di un marchio identificativo degli alimenti salute, qualora approvato, dovranno corrispondere una effettiva vigilanza sulle caratteristiche degli alimenti, sulla correttezza dei claims utilizzati e sulla completezza delle informazioni fornite. . |
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