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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Luglio 2008
 
   
  A PERUGIA SEMINARIO ANNUALE SUL TURISMO: UNICITÀ E QUALITÀ VALORE AGGIUNTO DELL’UMBRIA

 
   
   Perugia – “Fondamentale per la crescita complessiva di questa regione, il turismo umbro ha bisogno di un piano strategico, entro il quale tutte le forze interessate trovino la loro collocazione, e capace di creare reti: solo così si può competere e vincere, costruendo con il massimo impegno prodotti di qualità”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, concludendo il 16 luglio a Perugia, nella Chiesa di San Francesco al Prato, il terzo seminario di approfondimento tematico sul turismo, promosso dal Servizio Turismo della Regione Umbria e dal Comitato di indirizzo e sorveglianza dell’Osservatorio Tematico sul Turismo, un appuntamento annuale, destinato a fare il punto del lavoro svolto nel settore e delineare le prospettive future. Nel corso dei lavori, sono stati illustrati una ricerca della Doxa sul “posizionamento turistico dell’Umbria” e le strategie di comunicazione, il Rapporto Annuale sul Turismo 2008, una relazione sulle prospettive del turismo archeologico e i programmi di attività dell’Agenzia di Promozione Turistica dell’Umbria. Sono stati inoltre presentate la neo-costituita “Commissione per la Promozione della Qualità” (la prima struttura del genere in Italia) e, da parte di padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’“Opera Romana Pellegrinaggi”, le iniziative (frutto di una intesa fra la Regione e l’Opera) del progetto “L’umbria e i cammini d’Europa”. Sottolineando il valore del seminario come “la sintesi, il ‘precipitato’ del lavoro di un anno nel settore”, Maria Rita Lorenzetti ha definito il turismo (del quale detiene la delega) “un settore fondamentale per l’Umbria, nel quale – ha detto - siamo riusciti ad esprimere al meglio la filosofia del Patto per lo Sviluppo e l’Innovazione, fondato sulla condivisione, la creazione di reti, il lavoro comune sugli obiettivi”. Le straordinarie caratteristiche e peculiarità dell’Umbria, che ne fanno una terra particolarmente vocata allo sviluppo turistico – ha affermato la presidente -, “ci caricano di una responsabilità in più: con il nostro lavoro, con il lavoro delle reti che siamo riusciti e saremo in grado di creare, dobbiamo essere all’altezza di quello che evochiamo: la qualità del prodotto turistico dev’essere declinata in umbro, e si deve vedere e riconoscere. Il valore aggiunto del turismo umbro è la nostra unicità, la singolarità non standardizzata della nostra offerta. Bisogna dunque – ha aggiunto Maria Rita Lorenzetti – non fermarsi, potenziare le infrastrutture, qualificare l’offerta, migliorare la capacità imprenditoriale, fare in modo che ciascuno svolga la propria parte, per offrire al turista il prodotto finale, che è il calore dell’accoglienza e il piacere di stare bene”. Le Relazioni. “In questo anno abbiamo lavorato – ha detto nella sua relazione introduttiva il direttore regionale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive Ciro Becchetti – sia sulla ‘immagine generale’ dell’Umbria, sia sulle singole offerte tematiche, come il ‘cicloturismo’, il ‘benessere’ o l’‘enogastronomia’. E tutto ciò – ha spiegato – nel segno di un’azione volta alla riqualificazione qualitativa della ricettività, e al sostegno di prodotti turistici collettivi e innovatori”. “Una esperienza multisensoriale, multicentrica e multinteresse”: così l’indagine “Doxa” sul “posizionamento turistico” della regione ha definito l’esperienza del turista in Umbria. Ed una adeguata strategia di comunicazione (culminante nel “brand system”) dovrebbe coglierne appunto – secondo la ricerca - la caratteristica di “autenticità e luogo dell’anima”, oltre che “di peculiare italianità”. Chiara dall’Aglio (Sviluppumbria) ha presentato il “Rapporto Annuale sul Turismo 2008”, una “fotografia” del comparto turistico, contenente tutte le informazioni relative ai prodotti, alla domanda e al potenziale. Andrea Massarelli (Unioncamere) si è soffermato sul sistema imprenditoriale, mentre Flavia Coccia, direttore operativo dell’Isnart, ha puntato l’attenzione sulle potenzialità del turismo archeologico, un settore – ha detto – che dovrebbe “coniugare l’archeologia con la spettacolarizzazione, con un senso di magia e di mistero”. L’amministratore unico dell’Agenzia di Promozione Turistica dell’Umbria Stefano Cimicchi ha illustrato le linee di azione dell’“Apt”, fondata sul “potenziamento dell’offerta secondo un filo conduttore coerente ed unitario”. Giancarlo Dall’ara (che con il “gastronauta” Davide Paolini, Mauro Santinato e Stefano Sibilio fa parte dell’appena avviata “Commissione per la Promozione della Qualità”) ha presentato le finalità del nuovo organismo, che ha come compito quello di “diffondere una cultura della qualità, che si àncori alla storia e alla cultura della regione, per riverberarsi sulla qualità delle imprese”. Per padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi”, “se vogliamo parlare del futuro del turismo, il paradigma del relax dev’essere ripensato, qualificando l’esperienza con un contenuto ed un vissuto di arricchimento personale”. Di qui la necessità di promuovere un turismo culturale e religioso, per la quale l’Umbria è particolarmente vocata: “Cammini d’Europa”, la riscoperta delle vie francìgene, il tracciato che consentirà di percorrere a piedi la strada da Perugia a Roma, il prossimo svolgersi in Umbria (in novembre) del meeting di 200 operatori del turismo religioso, e (nel gennaio 2009 a Roma) dello “Josp Festival” (con giovani provenienti da 80 nazioni) sono – ha detto padre Atuire – “tappe importanti di questo processo”. La Scheda. In Umbria crescono le imprese del comparto turistico, con le attività ricettive e ristorative che rappresentano l’87 per cento del totale, mentre il restante 13 per cento opera in attività di supporto organizzativo e logistico e in attività ricreative e culturali. Al 31 marzo 2008, le imprese attive risultano complessivamente 6112, tra cui 5264 attività ricettive e ristorative, 644 nel settore trasporti e agenzie di viaggio, 92 tra parchi divertimento, centri benessere e attività culturali. È uno dei dati che emergono dal secondo “Rapporto annuale sul turismo” dell’Osservatorio turistico regionale, realizzato dal gruppo di lavoro espressione di Sviluppumbria, Centro Studi sul Turismo, Unioncamere e “Isnart” (Istituto nazionale ricerche turistiche). Il “Rapporto” dà conto dei principali indicatori sull’andamento dei flussi del turismo in Umbria, del sistema delle imprese, dell’evoluzione normativa nel settore e delle attività promozionali realizzate dall’Agenzia di promozione Turistica dell’Umbria, presenta, per la prima volta, anche una rilettura delle informazioni raccolte dall’Osservatorio per linee di prodotto. Dalla fotografia dei caratteri e dell’evoluzione del sistema turistico al primo trimestre dell’anno, risulta che gli incrementi più rilevanti per il territorio regionale sono quelli relativi agli “altri alloggi” (case vacanza, affittacamere, bed & breakfast) che crescono in un anno da 733 a 764, e alle “Agenzie di viaggio ed altri intermediari del turismo” che salgono da 260 a 276. Ulteriori elementi positivi, sono l’incremento di 11 nuove unità locali nel settore degli “Alberghi, hotel e pensioni” nella provincia di Perugia (da 462 a 473) e il dato positivo registrato complessivamente per la provincia di Terni (da 1438 a 1447 imprese). L’umbria, e in particolare la provincia di Perugia, si caratterizzano per una propensione all’imprenditorialità in ambito ricettivo (alberghiero ed extra alberghiero) più marcata rispetto al dato nazionale e a quello delle regioni del Centro. Le attività turistiche in Umbria si confermano relativamente attrattive per l’imprenditoria giovanile, in particolare nella provincia di Terni. Hanno titolari fra i 30 e i 49 anni di età il 52,4 per cento delle imprese turistiche umbre (52,2 nel Centro Italia,; 53,5 per cento a livello nazionale); il 6,3 per cento ha più di 70 anni. L’impresa turistica umbra, inoltre, si dimostra “molto attrattiva per l’imprenditoria femminile, in misura ancor più marcata rispetto ai già rilevanti valori riscontrabili su base interregionale e nazionale”: in Umbria le imprese femminili del settore sono il 43,5 per cento a fronte del 40,4 dell’Italia centrale e del 39,9 in Italia. Quanto agli addetti del comparto, dagli 11. 230 del 2007 si è saliti a 14. 802 al 31 marzo 2008 (nel solo settore alberghiero, da 10. 334 a 13. 522), con la conferma del forte apporto delle attività ristorative e ricettive in termini di occupazione. Gli addetti del comparto turistico allargato rappresentano il 5,8 per cento del totale degli occupati nelle imprese operanti in Umbria (6,1 per cento nella provincia di Perugia e 5,3 per cento nella provincia di Terni). Al 31 marzo 2008, rispetto allo stesso periodo del 2007, il “Rapporto” registra una differente velocità nella crescita del comparto turistico tra i diversi comprensori della regione, con una maggiore dinamicità per il Tuderte, l’Orvietano, l’Alto Tevere, la Valnerina, il Folignate, il Ternano ed il Trasimeno che registrano incrementi superiori alla media regionale. I valori registrati per il Tuderte e la Valnerina, si rileva, confermano la forte attrattività e vocazione turistica di questi comprensori. Nella seconda parte del “Rapporto”, vengono prese in esame le linee di offerta dell’Umbria, a cominciare dal turismo culturale che “dal punto di vista delle motivazioni caratterizza la quota principale di flussi di visitatori in Umbria”. Fra i dati analizzati, l’impatto economico del turismo culturale. I turisti individuali italiani spendono mediamente 47 euro per il viaggio e 50 euro al giorno per l’alloggio. Le spese per gli acquisti extra viaggio e alloggio sono mediamente pari a 36 euro al giorno, prevalentemente per pasti consumati in strutture ristorative, acquisto di prodotti tipici (con spesa media di 14 euro al giorno da parte del 22,9 per cento dei turisti), spese per attività culturali e trasporti. Il turista culturale straniero spende mediamente 153 euro circa per il viaggio e 65 euro al giorno per l’alloggio, mentre le spese medie giornaliere extra viaggio e alloggio sono intorno ai 38 euro pro-capite. In particolare, lo straniero spende ogni giorno per visitare musei, monumenti e mostre quasi 8 euro e circa 6 euro per le visite guidate. Tra gli altri acquisti, spiccano i souvenir (34,2% dei turisti per una spesa media giornaliera di circa 18 euro al giorno) e i prodotti enogastronomici tipici (25,4% dei turisti, per una spesa media di circa 19 euro al giorno). Le spese dei turisti culturali italiani, in base al “Rapporto”, sono complessivamente pari ad oltre 218 milioni di euro, dei quali il 62,2 per cento per acquisti di beni e servizi offerti da imprese ricettive e ristorative pari a 135,7 milioni di euro ed il restante 37,8 per cento speso per prodotti manifatturieri (11,8% pari a 25,8 milioni di euro) quali souvenir e prodotti artigianali tipici, ma anche per prodotti agroalimentari (5,6%, pari a circa 12,3 milioni di euro), trasporti (4,8% pari a circa 10,4 milioni di euro) e attività ricreative e di intrattenimento (5%, pari a 10,8 milioni di euro). I turisti culturali stranieri, invece, hanno speso nell’anno 2007 complessivamente 143,6 milioni di euro, dei quali il 66,4% (pari a circa 95,4 milioni di euro) nelle imprese dell’ospitalità e della ristorazione locale e il restante 33,6% per acquisti di beni e servizi degli altri settori, quali il comparto manifatturiero (17,2%, pari a 24,8 milioni di euro), agroalimentare (6% per un totale di 8,7 milioni di euro). Tra le varie componenti del turismo culturale, viene analizzato il turismo archeologico che “può rappresentare per l’Umbria una importante risorsa sia per incrementare i flussi di turismo ‘special interest’, come quello scolastico, sia per cercare di arricchire il soggiorno di turisti interessati a proposte di tipo culturale, incidendo in questo positivamente sull’allungamento delle permanenze medie e di delocalizzazione dei flussi, con la riscoperta di aree ‘minori”. I siti archeologici più visitati nella regione sono la Necropoli del Crocifisso del Tufo di Orvieto (73% italiani, 59% stranieri) e due siti di Perugia, l’Ipogeo dei Volumni (16,7% italiani, 21,9% stranieri) e il Pozzo Etrusco (10,4% italiani, 12,5% stranieri). I due musei archeologici più citati dai turisti si trovano a Orvieto e Perugia: sono il Museo “Claudio Faina” (72% italiani, 68% stranieri) e il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria (50% italiani, 70% stranieri). Il turismo archeologico interessa il 30,6 per cento dei vacanzieri che soggiornano nella regione, di questi il 67,2 per cento sono italiani (provenienti in prevalenza da Campania, Lazio e Toscana). Gli stranieri che scelgono una vacanza all’insegna dell’archeologia in Umbria sono il 32,8 per cento, provenienti in prevalenza da Stati Uniti e Francia, e danno un giudizio sull’offerta turistica nel complesso pari a 8,3 su un massimo di 10. Si conferma “l’elevata soddisfazione in merito alla qualità del mangiare e del bere” (con una valutazione dell’8,2). .  
   
 

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