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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Settembre 2008
 
   
  NUOVA PUBBLICAZIONE DELLA STATISICA: “CASA, LAVORO E TEMPO LIBERO. LE DIFFERENZE DI GENERE IN TRENTINO” IL LAVORO DOMESTICO E FAMILIARE SEMPRE AL CENTRO DELLE ATTIVITÀ QUOTIDIANE FEMMINILI

 
   
  Trento, 8 settembre 2008 - Il Servizio Statistica della Provincia Autonoma di Trento ha dato alle stampe un nuovo il fascicolo della collana Comunicazioni “Casa, lavoro e tempo libero. Le differenze di genere in Trentino” che analizza le differenze di genere in relazione ad alcuni stili di vita della popolazione trentina. La pubblicazione, che sarà disponibile a breve anche on-line (www. Statistica. Provincia. Tn. It/) può essere richiesta al servizio statistica al n. 0461-497301-02. L’attenzione del fascicolo è rivolta alla distribuzione delle attività quotidiane (occupazione, lavoro domestico, ricorso ai servizi, attività del tempo libero) e alla percezione dello stato di benessere individuale. I dati sono desunti dall’Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” (2006) condotta dall’Istat e curata in provincia di Trento dal Servizio Statistica su un campione di 524 famiglie e 1. 356 individui. Nonostante le profonde trasformazioni avvenute in Trentino e nel resto d’Italia negli ultimi 50 anni, che hanno determinato una notevole crescita dell’occupazione femminile ed un incremento diffuso dei livelli di istruzione nelle nuove generazioni, risulta evidente il perdurare di sostanziali differenze di genere. Il lavoro domestico e familiare continua ad occupare una parte cospicua delle attività quotidiane femminili per tutte le età e condizioni socio-demografiche (21 ore settimanali per le donne contro 6 ore settimanali per i maschi). La presenza nel nucleo familiare di bambini piccoli (età inferiore ai 5 anni) aumenta il monte ore dedicato alle faccende domestiche per entrambi i sessi, riguardando in modo più consistente le donne. Anche le scelte professionali riflettono le differenze di genere: tra coloro che sono occupati più del 50% delle donne lavora nella pubblica amministrazione o nei servizi (contro il 30% degli uomini); tale rapporto si inverte nell’industria, nell’edilizia e in agricoltura. La componente femminile risulta ancora poco presente nelle posizioni professionali apicali e libero professionali, ciò avviene anche in settori caratterizzati da una netta prevalenza femminile. La componente maschile può contare su un reddito da lavoro nel 66% dei casi, contro il 43% della controparte femminile, mentre il 31% delle femmine si avvale del mantenimento da parte dei familiari, contro il 9% dei maschi. Tale esclusione femminile dal mondo del lavoro retribuito riguarda prevalentemente le casalinghe, ma anche donne occupate che non dispongono di fonti di reddito proprie sufficienti al sostentamento. In Trentino trova conferma il fenomeno dell’innalzamento del livello di istruzione dei giovani, la loro dipendenza economica e la posticipazione dell’uscita dalla famiglia di origine (oggi l’83% dei giovani celibi/nubili di età compresa fra i 18 ed i 34 anni vive in famiglia, con prevalenza dei maschi, anche quando svolgono un’attività lavorativa retribuita). Anche l’analisi delle abitudini di vita conferma l’esistenza di differenze di genere: le femmine vanno a piedi in misura maggiore rispetto ai maschi e quando si muovono con un mezzo di trasporto utilizzano in misura inferiore l’auto o la motocicletta di quanto fa il maschio, viaggiando più spesso in qualità di passeggero ed usando maggiormente il mezzo di trasporto pubblico. Le donne utilizzano di più i servizi sanitari e scolastici, mentre gli uomini ricorrono maggiormente ai servizi collegati al mondo del lavoro (pratiche automobilistiche, certificati catastali ecc. ); non risultano invece sostanziali differenze di genere nel ricorso a servizi comunali, postali o bancari. A tal proposito preme sottolineare come negli ultimi 10 anni l’utilizzo di bancomat e di carta di credito sia aumentato in modo esponenziale (ben il 64% delle femmine con più di 15 anni dispone di un bancomat). Permangono forti differenze anche nell’ambito dei consumi culturali e della partecipazione sociale: tra gli occupati le donne vanno di più al cinema (femmine 59%, maschi 46%) e a teatro (femmine 32%, maschi 18%), visitano di più musei ed assistono a concerti, leggono più libri. Per contro i maschi leggono di più i quotidiani (74% dei maschi, 66% delle femmine), frequentano di più le manifestazioni sportive (maschi 48%, femmine 27%) e fanno più sport (maschi 33%, femmine 18%) e si informano di più di politica. I luoghi della politica e dell’associazionismo si confermano territori tradizionalmente di dominio maschile. Oggi in Trentino il 2% della popolazione è iscritto ad un partito politico. Solo nelle forme di associazionismo legate al volontariato si riduce il divario nella partecipazione maschile e femminile. I motivi basilari espressi da chi non si informa mai di politica sono la mancanza di interesse (maschi 10%, femmine 14%) e la sfiducia nel sistema politico italiano (maschi 7%, femmine 6%). I maschi sono più attenti alle nuove tecnologie: utilizzano di più e con maggiore frequenza il computer ed Internet (utilizza il computer tutti i giorni il 35% dei maschi, contro il 21% delle femmine). Il processo di alfabetizzazione digitale tende tuttavia ad annullare il divario tra i due sessi vista l’accelerazione più marcata riscontrata tra le giovani donne (il 100% delle ragazze fra i 15 ed i 18 anni utilizza il computer, contro l’86% dei loro coetanei, mentre tra i 45 ed i 54 anni lo utilizza solo il 44% delle femmine contro il 68% dei maschi). Per quanto riguarda valori ed aspettative non si riscontrano fra maschi e femmine le differenze evidenziate in merito ai comportamenti ed alle abitudini di vita. Entrambi individuano tra i problemi prioritari del Paese la criminalità, la disoccupazione e l’immigrazione e mettono al primo posto tra gli aspetti prioritari della vita la salute, seguita dalle relazioni familiari, dalla situazione economica e dal lavoro. La soddisfazione per la situazione economica varia naturalmente in base ai livelli occupazionali e al titolo di studio conseguito. Dal punto di vista lavorativo, tra le femmine, le casalinghe registrano i livelli più bassi di soddisfazione (84%) rispetto alle occupate (91%). Le donne “in carriera” risultano mediamente meno soddisfatte della controparte maschile. .  
   
 

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