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Notiziario Marketpress di
Giovedì 07 Settembre 2006 |
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ACCELERA LA CRESCITA ECONOMICA IN EUROPA NEL 2006, SPINTA DALLA FORZA DEGLI INVESTIMENTI E DEI CONSUMI
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Bruxelles, il 6 settembre 2006 - Nell´anno in corso la crescita economica registra un´accelerazione al 2,7% nell´Unione europea e al 2,5% nell´area dell´euro, trainata essenzialmente dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti. Si tratta della crescita più forte dal 2000. Grazie al clima positivo, il numero di posti di lavoro creati dall´economia è anch´esso in crescita: a luglio il tasso di disoccupazione è sceso all´8% nell´Ue e al 7,8% nell´area dell´euro. Nonostante la spinta al rialzo dei prezzi al consumo dovuta all´aumento dei costi per l´energia, l´inflazione di base rimane contenuta grazie all´aumento della produttività del lavoro e alla maggiore concorrenza a livello internazionale. Nel complesso, l´inflazione dovrebbe assestarsi al 2,3% nel 2006 sia nell´Ue che nell´area dell´euro, rispetto al 2,2% dello scorso anno. "Quest´anno la crescita economica dovrebbe essere la migliore dal 2000. Approfittiamo della congiuntura favorevole per proseguire con le riforme strutturali e il risanamento di bilancio. Solo in questo modo saremo in grado di accrescere il potenziale di crescita lì dove è debole e di creare i margini di sicurezza necessari per affrontare i momenti difficili", ha dichiarato Joaquín Almunia, il commissario responsabile per gli Affari economici e monetari. Nel 2006 la crescita economica dovrebbe raggiungere il 2,7% nell´Ue e il 2,5% nell´area dell´euro, rispetto all´1,7% e all´1,4% rispettivamente nel 2005. Si tratta di una netta revisione al rialzo delle previsioni economiche di primavera 2006 della Commissione (2,3% e 2,1% rispettivamente). La revisione è giustificata principalmente dall´accelerazione della crescita allo 0,8% nel primo trimestre e allo 0,9% nel secondo trimestre, sia nell´Ue che nell´area dell´euro. Nel 2006 l´indice dei prezzi al consumo dovrebbe raggiungere il 2,3% sia nell´Ue che nell´area dell´euro, mentre le previsioni di primavera indicavano 2,1% e 2,2% rispettivamente, e nel 2005 il risultato è stato del 2,2%. Queste proiezioni si basano sull´ipotesi che il prezzo del petrolio si mantenga intorno ai 73 dollari al barile, in linea con le aspettative del mercato, e che il tasso di cambio dell´euro rispetto al dollaro rimanga al livello attuale. Si tratta della seconda edizione delle previsioni intermedie pubblicate della direzione generale degli Affari economici e monetari della Commissione. Come per l´edizione di febbraio, le previsioni forniscono aggiornamenti sulle cinque maggiori economie dell´Ue. Nella presente edizione è stata inclusa anche la Polonia, essendo il più grande dei 10 paesi che hanno aderito all´Ue nel 2004. Nel complesso, le economie esaminate rappresentano il 77% del Pil dell´Ue. L´economia europea dovrebbe continuare a crescere oltre il suo potenziale nel corso dell´anno, nonostante l´aumento dell´80% del prezzo del petrolio dall´inizio del 2005. La crescita mondiale, rivista al rialzo di circa ½ punto percentuale quest´anno, continua a sostenere prospettive positive. Ma il principale motore della ripresa nell´Ue è la domanda interna. Gli ultimi dati confermano la forza degli investimenti privati, che hanno registrato un aumento del 2% nel secondo trimestre rispetto allo stesso trimestre dell´anno precedente. Questa netta ripresa della crescita nell´Ue va di pari passo con la riduzione del divario di crescita tra le maggiori economie. Per quanto i dati lascino prevedere un rallentamento nel secondo semestre, gli Stati membri più grandi dovrebbero registrare una crescita equivalente o superiore al loro potenziale. Nel caso della Germania, il profilo della crescita è influenzato dall´aumento dell´aliquota ordinaria dell´Iva di 3 punti percentuali nel gennaio 2007, ma l´effetto globale della misura è giudicato sostanzialmente neutro in un orizzonte temporale di due anni. A più lungo termine l´aggiornamento delle previsioni sulla crescita economica potrebbe comportare una revisione al rialzo anche per il 2007. Dovrà tuttavia essere esaminato attentamente l´impatto di un riporto più consistente al 2007. Le prossime previsioni economiche complete della Commissione verranno pubblicate all´inizio di novembre. Sul fronte dell´inflazione, i costi dell´energia continuano a spingere al rialzo i prezzi al consumo, ma l´inflazione di base (che non tiene conto dei prezzi dell´energia e dei prodotti alimentari non trasformati) resta contenuta, il che indica che finora gli effetti secondari sono stati limitati. Le aspettative di inflazione rimangono anch´esse relativamente contenute grazie all´aumento della produttività e all´intensa concorrenza sui prezzi a livello internazionale. Tuttavia, la maggiore pressione sui prezzi a livello della produzione comincia a creare preoccupazioni. Nel complesso, l´inflazione dovrebbe assestarsi al 2,3% nel 2006 sia nell´Ue che nell´area dell´euro (+0,2 e 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera). Al pari dell´attività economica, la crescita dell´occupazione è stata più vigorosa a partire dall´ultimo trimestre del 2005. A luglio il tasso di disoccupazione era all´8% nell´Ue e al 7,8% nell´area dell´euro, rispetto all´8,7% e all´8,6% rispettivamente dell´anno precedente. Tenuto conto della netta ripresa dell´attività economica, la produttività del lavoro dovrebbe aumentare a circa il 2% quest´anno. Le informazioni disponibili indicano inoltre che nella maggior parte degli Stati membri più grandi i risultati di bilancio potrebbero essere leggermente migliori di quanto previsto per il 2006, grazie al miglioramento delle prospettive e alle maggiori entrate fiscali generate dalla crescita economica. Le incertezze che pesano sulle previsioni dovrebbero essere per lo più positive nella seconda metà dell´anno. Se perdurerà la congiuntura favorevole, la forte spinta alla crescita potrebbe confermarsi, generando tassi di crescita trimestrali superiori alle attese. Inoltre, il miglioramento della situazione sul mercato del lavoro potrebbe avere un impatto maggiore sulla spesa del settore privato di quanto ipotizzato. Tuttavia, se si guarda al prossimo anno, dei rischi pesano sulle previsioni. In particolare, non sono da escludere ulteriori aumenti del prezzo del petrolio. Inoltre, una correzione disordinata degli squilibri mondiali continua a costituire una minaccia per le prospettive di crescita mondiale, in particolare se il mercato edilizio statunitense dovesse segnare un rallentamento più netto. . |
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