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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Settembre 2008
 
   
  LA COMMISSIONE EUROPEA STABILISCE 5 PRIORITÀ PER LA POLITICA DEI CONSUMATORI NELL´ERA DIGITALE

 
   
  Bruxelles, 8 settembre 2008 - Il Commissario Ue Meglena Kuneva, in un discorso tenuto il 20 luglio a Londra ha delineato cinque ambiti prioritari d´azione per la politica dei consumatori nell´era digitale. Questi comprendono: un unico, semplice corpus di normativa contrattuale in materia di consumo, la necessità di riesaminare le restrizioni imposte dai fornitori alla distribuzione via internet, una valutazione critica dell´uso di modelli commerciali basati sulla discriminazione geografica online, la repressione della "prossima generazione" di pratiche commerciali sleali che stanno emergendo online e infine la delicata problematica della privacy, in particolare le condizioni alle quali i consumatori danno un consenso informato per l´uso dei loro dati personali. L´obiettivo generale è di aprire il mercato interno per far sì che il commercio elettronico riveli appieno i propri vantaggi per i consumatori. Il Commissario Kuneva ha affermato: "Il mercato unico al dettaglio per i consumatori si realizzerà online. Internet costituisce un´enorme opportunità per i consumatori: espande le dimensioni del mercato in cui essi effettuano le loro transazioni e dà loro accesso a un maggior numero di fornitori e a una maggiore scelta. Internet rende possibile comparare i fornitori e i prezzi dei prodotti su una scala mai vista prima. Dobbiamo far sì che l´adozione della piattaforma internet non venga inutilmente rallentata se omettessimo di rimuovere importanti barriere normative, di mantenere il mercato esente da forme sempre diverse di truffe e pratiche sleali e di affrontare le questioni fondamentali per i consumatori legate alla privacy e alla fiducia. " Le 5 misure prioritarie 1. Un unico, semplice corpus di norme contrattuali in materia di consumo - "Quest´autunno la Commissione presenterà proposte in merito a un quadro unico di norme contrattuali in materia di consumo da applicarsi nel mercato interno europeo. Attualmente abbiamo una giungla di strumenti normativi complessi che si sono accumulati alla spicciolata nell´ultimo ventennio. Ne risulta nella pratica un labirinto di diritti e pratiche diversi che vanno da periodi diversi di riflessione per recedere da un contratto a garanzie che sono altrettanto nebulose per i consumatori quanto sono complicate per le aziende. " 2. Necessità di riesaminare le restrizioni su internet all´atto della revisione del regolamento sulle restrizioni verticali nell´ambito della normativa Ue in materia di concorrenza - "Dobbiamo riflettere sulla pertinenza delle restrizioni imposte dai fornitori per la distribuzione via internet. Ritengo che la revisione, che si terrà nel prossimo biennio, della regolamentazione sulle restrizioni verticali nell´ambito della normativa Ue in materia di concorrenza sia l´occasione ideale per riesaminare la pertinenza di queste restrizioni su internet. Voglio segnalare in questa occasione che, nella mia qualità di Commissario per i consumatori, svolgerò un ruolo attivo nel corso delle discussioni della Commissione sul modo di conciliare le scelte dei consumatori con altri imperativi del commercio online. " 3. Necessità di esaminare criticamente la legittimità di restrizioni geografiche artificiali che rinchiudono i consumatori nei loro confini nazionali - "È particolarmente importante che i consumatori impugnino i modelli di contrattazione basate su una discriminazione geografica. Nel mondo in cui viviamo non siamo obbligati a fare i nostri acquisti nei supermercati e nei negozi che hanno il nostro stesso codice postale. Non siamo obbligati a fare i nostri acquisti all´interno del nostro comune. Né dovremmo essere obbligati ad acquistare all´interno dei nostri confini nazionali. Resta il fatto però che non possiamo comperare liberamente computer, biglietti di treno o play-station da qualsiasi paese dell´Ue. Siamo costretti ad acquistarli nel nostro paese. Sia ben chiaro che nel Mercato unico europeo non vi è posto per restrizioni geografiche artificiali che rinchiudano i consumatori nei loro confini nazionali. Stiamo conducendo uno studio sul commercio elettronico che spero servirà ad avviare il dibattito. " 4. Eliminare la prossima generazione di pratiche commerciali sleali che stanno rapidamente emergendo online - "La Commissione europea pubblicherà quest´anno una Guida dell´utilizzatore digitale per chiarire in che modo i vigenti diritti in materia di consumo si applicano nello spazio digitale. La vera e propria sfida proviene dal manifestarsi di nuove pratiche contro le quali la legislazione deve ancora fare le sue prove, come ad esempio l´uso ricorrente di caselle contrassegnate in anticipo, la pubblicità virale e la commistione di comunicati commerciali e non commerciali. Intendo redigere orientamenti interpretativi dettagliati per indicare in che modo le vigenti norme Ue in materia di pratiche commerciali sleali vadano applicate al commercio online e al mondo digitale. " 5. Assicurare che importanti questioni legate alla privacy – raccolta dati e profiling – non scuotano la fiducia nello spazio digitale. - "Intendo assicurare che negli accesi dibattiti in materia di privacy la voce dei consumatori si faccia chiaramente sentire. Intendo intensificare i nostri sforzi per sviluppare, nell´interesse dei consumatori, principi di base in materia di privacy destinati a ripercuotersi su tutti i settori e tutte le tecnologie in modo da realizzare un approcci più coerente per quanto concerne le condizioni legate al tracciamento e al profiling. Inviterò i miei colleghi Commissari a unirsi a me per elaborare un quadro coerente in materia di raccolta dati e profiling applicabile alle varie piattaforme. Ritengo che quella del consenso informato sia la questione centrale in materia di privacy che la politica dei consumatori dovrà affrontare prossimamente. Il Garante europeo della protezione dei dati ha affermato che la nostra legislazione vigente richiede un consenso esplicito ogni qualvolta si raccolgono dati personali. La realtà su internet è ben lungi dal rispettare questi principi. Ma se dobbiamo chiedere il consenso, questo consenso in che forma deve essere dato? Attualmente molti siti web invitano a cliccare per ottenere "servizi evoluti" (enhanced services). Mi chiedo se questo è un consenso informato. Quanti sanno che questo corrisponde a un consenso a lasciar tracciare il proprio comportamento, un´autorizzazione alla memorizzazione e all´uso commerciale dei dati?" . .  
   
 

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