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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2008
 
   
  TOSCANA: CASE POPOLARI, GARANTIRE CHI HA BISOGNO E NON SVENDERE IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO SARÀ SEMPRE AGGANCIATO AL REDDITO

 
   
  Firenze, 9 settembre 2008 - Case popolari: l’assessore regionale Eugenio Baronti replica nel metodo e nel merito alle critiche diffuse dall’Unione Inquilini circa la bozza di testo unico sulla casa in fase di elaborazione. Nel merito: «Non è vero – ribatte Baronti – che nella proposta alla quale stiamo lavorando il canone non sia più agganciato al reddito. L’accesso infatti – precisa – verrà determinato per ogni nucleo familiare con il calcolo del reddito Isee e il canone è calibrato per ogni singolo nucleo familiare all’interno di quattro fasce: massima protezione, protezione, permanenza e decadenza. Ogni fascia è contraddistinta da una percentuale di reddito massimo oltre il quale il canone non può andare: si va dal 10 al 15% del reddito Ise. » Ma oltre la precisazione, Baronti ribadisce anche un’altra assicurazione ! che aveva già dato a tutte le parti sociali. «La tabella che riassume la determinazione dei canoni è provvisoria – sottolinea – e sulla base di questa stiamo effettuando migliaia di simulazioni per capire quale sarebbe l’impatto. Siamo comunque disponibili a cambiare i parametri di riferimento per assicurare la massima equità e giustizia. Ribadisco, tutti i parametri della tabella sono da considerarsi provvisori e da concordare in un prossima incontro sulla base delle risultanze della simulazione. » L’assessore regionale replica anche sulla questione delle vendite. «Sono convinto che le case popolari – sottolinea - non devono essere vendute, almeno in questo contesto storico dove il patrimonio Erp è largamente insufficiente a soddisfare i fabbisogni minimi. Per questo siamo dell’opinione che gli alloggi popolari non si “assegnano” , perché l’assegnazione diventa l’anticamera del diritto di proprietà, le case popolar! i invece vanno affidate in locazione. La casa popolare rappresenta un servizio abitativo sociale pubblico per tutti coloro che sono in difficoltà economica, questo servizio non può essere dato per sempre a prescindere dalle capacità di reddito dei cittadini, ma va assicurato per un periodo fin tanto che permane il diritto. Quando una persona non ha più bisogno della casa popolare, è più giusto che sia riassegnata ad altri che ne hanno bisogno. Ricordo che sono circa 18. 000 le famiglie che hanno diritto ad un alloggio, spesso vivono in condizioni drammatiche, e attualmente non vedono riconosciuto il loro diritto perchè non ci sono abbastanza alloggi. E’ anche per questo che ho voluto la sospensione delle “svendite a saldo” degli alloggi che in un decennio ci ha privati di un patrimonio di quasi 20. 000 case popolari. » Anche qui però l’assessore precisa: «Il decreto di ! sospensione riconosce i diritti acquisiti. La proposta inoltre! prevede che si possano vendere solo appartamenti vuoti, laddove sia dimostrabile la non convenienza al recupero ed inoltre la vendita va finalizzata ad incrementare il patrimonio di alloggi pubblici». Infine i costi. «Saranno stabiliti attraverso una perizia tecnica che ne accerti il reale valore e la vendita deve avvenire a base d’asta. » Quanto ai tempi e alle modalità. «L’obiettivo è quello di portare in approvazione la legge entro la fine dell’autunno. Quella attuale è ancora una bozza sulla quale si sta lavorando – precisa Baronti – una bozza che non è ancora nemmeno un articolato. Finora – ricorda - abbiamo fatto decine di incontri con tutti gli interessati ed io personalmente ho partecipato a tutti. Altri incontri ci saranno ancora. E’ questo un percorso democratico, che ci pone nella condizione di inserire tutti i suggerimenti per fare la migliore delle leggi possibile, l&! rsquo;Unione inquilini invece – conclude Baronti - ha scelto la strada della polemica senza neppure attendere che le proposte raccolte venissero inserite nel testo e discusse insieme. » .  
   
 

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