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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2008
 
   
  SECONDO LE AZIENDE L’ABUSO DA PARTE DEI DIPENDENTI È LA PEGGIOR MINACCIA ALLA SICUREZZA DELLE RETI DA UN SONDAGGIO CONDOTTO DA LSI

 
   
  Milano, 9 settembre 2008 - Il 41% delle organizzazioni vede l’abuso della rete aziendale da parte dei dipendenti come la più grande minaccia alla sicurezza, secondo un recente sondaggio condotto da Lsi, un importante fornitore di tecnologie su silicio, sistemi e software per i mercati dello storage e delle reti. Il sondaggio di 170 direttori dell’It e decision maker a livello di Cda ha rilevato che dopo l’abuso da parte dei dipendenti, il 21% delle organizzazioni ritiene che la più grande minaccia alla propria sicurezza venga dall’hacking tradizionale, seguito a breve distanza dall’allargarsi dei perimetri di rete (15%) e infine dalle minacce terroristiche e la mancanza di crittografia nei datacenter. John Bromhead, del product marketing dei processori di contenuto Tarari di Lsi, ha commentato: “i numeri citati dimostrano che l’educazione del personale è fondamentale quando si parla di sicurezza. Le organizzazioni devono assicurarsi che il proprio personale sia pienamente consapevole dei rischi cui possono esporre un’azienda quando scaricano immagini o lasciano password incustodite in ufficio. ” Tuttavia l’educazione è solo metà della soluzione. Questa deve essere sostenuta da un robusto sistema di protezione, specialmente quando si considera la crescente quantità di dati che attraversano una rete aziendale. Minacce quali cavalli di Troia, spam e hacker si evolvono di anno in anno, e un mancato investimento nelle più recenti protezioni comporta il rischio di essere colpiti da uno o più di essi. Ulteriori analisi hanno indicato che la ragione più comune per cui le organizzazioni non investono in protezione di rete è il costo, il che non sorprende quando si considera l’attuale clima economico. Inoltre, nell’ottica della sempre crescente sensibilità ecologica, i produttori dovranno valutare soluzioni che non solo riducano i costi e migliorino le prestazioni, ma riducano inoltre i consumi. Bromhead ha continuato: “il costo è sempre uno dei più gravi punti dolenti quando si parla di sicurezza, e non sorprende che sia stato evidenziato come ragione principale per cui le aziende non investono in tecnologie di protezione. Lsi sta affrontando il problema con i propri processori su chip per l’ispezione dei contenuti Tarari, che ridurranno il costo complessivo nell’incrementare l’intelligence, il controllo e la sicurezza sulle reti. ” La serie Tarari T1000, sviluppata per gli Oem del networking, facilitano la creazione di procedure di sicurezza sfaccettate sotto forma di applicazioni per la gestione unificata delle minacce, capaci di occuparsi della protezione delle informazioni, l’identificazione delle intrusioni e il controllo di virus. “Le percezioni di sicurezza devono cambiare in modo che le organizzazioni realizzino i vantaggi che questa può apportare. Non solo la protezione dalle minacce, ma anche una maggiore efficienza e adempimenti aziendali. La protezione non deve costare un mondo: là fuori ci sono tecnologie in evoluzione che offrono veramente risparmi di costi e consumi. Sono passati i giorni in cui questo livello di protezione era riservato solo alle grandi aziende,” ha concluso Bromhead. .  
   
 

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