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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Settembre 2008
 
   
  IL TRENTINO SEMPRE PIÙ AMICO DELLA FAMIGLIA, IL MARCHIO FAMILY AD ALTRE NOVE REALTá

 
   
  Trento, 11 settembre 2008 – Sono 54, a tutt’oggi, gli enti, organizzazioni, associazioni, musei, pubblici esercizi e Comuni “amici della famiglia” trentini che danno corpo nella provincia al “Distretto famiglia”. Tra gli ultimi ad ottenere il marchio Family in Trentino il Comune di Villalagarina (secondo Comune, dopo Arco, ad aderire al progetto, mentre in istruttoria sono le adesioni dei Comuni di Brentonico, Roncegno e Dro), la pizzeria “Il Caminetto” di Transacqua, il Museo dell’aeronautica “G. Caproni” di Mattarello, per i servizi per l’infanzia a supporto della vita familiare le associazioni Periscopio, Arcobaleno Basket, al Centro “La Chioccia” di Arco e la Cooperativa Cet per l’attività estiva a Vezzena Camp, la Pro Loco di Pedersano per l’iniziativa “De mas en mas”, la Pro Loco di Villalagarina-castellano-cei per l’iniziativa “Castelfolk”. Il 5 agosto in Provincia, con l’assessore alle politiche sociali Marta Dalmaso, la consegna degli attestati. In sala stampa anche Sauro Avanzi, dirigente del Servizio politiche sociali del Comune di Parma, che ha avviato – come già hanno fatto la Provincia di Verona e la città di Lamezia Terme - una collaborazione con la Provincia autonoma di Trento per “importare”, adattandolo alla propria realtà, il progetto Family. Da alcuni anni in Trentino si sta operando per qualificare il territorio “Amico della famiglia”, ovvero un territorio accogliente ed attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse, un territorio che sia capace di connettere le politiche familiari con quelle orientate allo sviluppo economico e culturale, in grado dunque di offrire servizi ed interventi qualitativamente aderenti alle esigenze ed alle aspettative delle famiglie residenti ed ospiti. Tutto questo costituisce il “Distretto famiglia”: si tratta di una dimensione strategica, trasversale ai vari settori della vita pubblica e privata, all’interno della quale si coinvolgono e si mettono in rete gli operatori pubblici, si valorizzano e si riorientano i servizi erogati dai soggetti privati, si riconosce l’importanza delle associazioni di famiglie che partecipano attivamente al processo distrettuale, si attivano laboratori territoriali, si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative, si innovano i modelli organizzativi. Al centro di tutto questo fermento si pone il benessere della famiglia riconosciuta come risorsa che unisce e dà senso alla comunità, come “luogo” che realizza legami ed appartenenza, come ambito privilegiato che rafforza la coesione nella società e crea capitale sociale. “Abbiamo voluto fare delle politiche familiari un patrimonio di tutti – ha spiegato l’assessore Dalmaso – nella considerazione con le famiglie hanno bisogno di essere aiutate nella loro quotidianità. Il marchio non è una premessa per avere contributi ma una segnalazione di un modo di operare che guarda alle famiglie ed ai loro bisogni in un’ottica privilegiata. C’è un gran bisogno, oggi, di diffondere l’attenzione alla famiglia coinvolgendo tutti i settori sociali, economici ed istituzionali”. L’attribuzione del marchio conta e incide poco? Dalmaso spiega che non è così: “Ci vuole tempo per radicare nel tessuto sociale ed economico, si tratta di un lungo lavoro che investe la mentalità, la cultura e l’atteggiamento generale ed individuale di persone ed enti nei riguardi del nucleo fondante della nostra società”. E proprio lo sviluppo di una nuova sensibilità verso la famiglia è per Paolo Rebecchi, neo presidente del Forum delle associazioni familiari trentine (40 associazioni aderenti) il valore aggiunto del marchio Family in Trentino: “L’importante è deideologizzare la famiglia, vedere i suoi problemi come opportunità di crescita, offrire azioni concrete”. Soddisfazione per l’acquisizione del marchio al Museo dell’aeronautica Caproni (dopo il Museo tridentino di scienze naturali e il Museo delle palafitte di Ledro) è stata espressa anche dall’assessore alla cultura Margherita Cogo: “Spero che tutti i musei arrivino prima o poi a questa sorta di certificazione di qualità sociale; il Caproni è il museo che soffre di più in termini logistici e ciò nonostante ha cercato di adeguare i propri standard di servizio”. .  
   
 

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