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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Settembre 2008
 
   
  LA RETE TOSCANA ANTIMAFIA SI ALLARGA, DAL 2009 IN LOCRIDE

 
   
  Gioiosa Jonica (Rc), 11 settembre 2008 - Fino ad oggi nei campi confiscati alla criminalità, domani magari nelle cooperative che alla criminalità si oppongono cercando di favorire uno sviluppo economico diverso ed un turismo responsabile. La rete toscana contro le mafie potrebbe allargarsi e dal prossimo anno le centinaia di giovani toscani che ogni estate lavorano e danno il proprio aiuto nei ventitre campi di lavoro già attivi tra Sicilia, Calabria e Puglia potrebbero essere ospiti anche delle cooperative del consorzio Goel, nel cuore della Locride. E con loro magari, studenti delle scuole superiori toscane. La Regione Toscana avanzerà infatti una proposta precisa all’Ufficio scolastico regionale: organizzare gite in Calabria, che aiutino i ragazzi a crescere nella cultura della legalità, imparando a conoscere chi si oppone alla ‘ndrangheta. «Abbiamo iniziato con i campi di pomodori, uva e melanzane confiscate alla mafia e all’’ndrangheta - spiega a Gioiosa Jonica, nel corso di una conferenza stampa nella sede del consorzio Goel, il vice presidente della Toscana Federico Gelli – Siamo convinti che tenere un riflettore acceso e portare i nostri giovani in Sicilia e Calabria sia stato e continui ad essere una reciproca occasione di crescita e un contributo, piccolo ma importante, per riaffermare il principio del rispetto della legalità». «Lo facciamo - prosegue - da quattro anni e continuiamo a crederci. Ma c’è anche chi si oppone alla criminalità attraverso cooperative che non lavorano la terra ma creano ugualmente sviluppo ed occupazione legale, togliendo i ragazzi dalla strada e magari inserendo in attività lavorativa persone svantaggiate. Ed anche a queste realtà i giovani toscani e le istituzioni toscane potrebbero dare il proprio sostegno. Per aiutare e far capire che la legalità conviene, anch! e con un turismo responsabile e solidale». Per Gelli oggi è l’ultimo di tre giorni passati tra Sicilia e Calabria, in visita ad alcuni dei campi di lavoro nati e cresciuti nei terreni confiscati alla criminalità organizzata. «Le istituzioni devono e possono testimoniare la loro presenza contro i poteri occulti e meno occulti, al fianco di chi li combatte, in Calabria come in Toscana – ripete - La vitamina ‘L’ va assunta quotidianamente, in dosi più o meno massicce ma a qualsiasi latitudine». Accanto a lui, assieme ad alcuni sindaci ed amministratori della Locride, di fianco al presidente del consorzio Goel Vincenzo Linarello, c’è Gabriele Santoni: pisano come Gelli, assessore in provincia a Pisa e vice presidente nazionale di Avviso Pubblico, l’associazione degli enti locali che dal 1996 si sono uniti per prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali e per educare a! lla legalità. «La mafia e la ‘ndrangheta - dice Santoni - si combatte soprattutto se le si sottrae la ‘roba’ e la si fa diventare produttiva. Ci sono associazioni e cooperative che lo fanno, ma che hanno bisogno di avere dalla loro le istituzioni. E Avviso Pubblico è disponibile da subito a diventare anello di collegamento per le amministrazioni che vorranno entrare in questa rete». Gioiosa Jonica, su una collina che guarda il mare, è il paese del murales che rappresenta il Quarto Stato contro la ‘ndrangheta che nel 1978 artisti e volontari da tutta Italia dipinsero un anno dopo l’omicidio di Rocco Gatto su i muri del teatro cittadino. Lo stesso murales che trent’anni dopo sempre un comitato spontaneo ha restaurato e che una settimana fa è stato inaugurato. Il consorzio Goel nasce qui, nel 2003, ed è davvero una realtà importante che si allarga oggi a tutta la Locride: 11 cooperative sociali, una cooperativa agricola, una fondazione e due associazioni, 90 dipendenti alla fine del 2007 (tante donne e tanti immigrati che sono tornati a casa) e una politica commerciale eticamente orientata ma ‘aggressiva’. C’è chi a Bivongi ricama, studia l’antico punto bizantino, tesse tessuti a mano e medita di creare una marchio di abbigliamento confezionando modelli di Versace, c’è chi a Roccella Jonica raccoglie abiti usati che compra anche a Prato in Toscana, li vende o li trasforma in pezzame, c’è a Gioiosa chi confeziona bomboniere, bigiotteria o prodotti equo e solidali. La cooperativa ha anche un hotel, case vacanze, un’agenzia di viaggi e un hi-lab che crea piattaforme on line di e-commerce. E il prossimo anno potrebbero aprire un negozio a Milano. Una realtà diversificata, ma soprattutto solida e in grado di stare sul mercato: il 50 per cento delle risorse arriva infatti da committenza privata e per un c! onsorzio di cooperative sociali è già un record nazional e. Dopo la conferenza stampa, nel pomeriggio, il vice presidente Federico Gelli e il vice presidente di Avviso Pubblico Gabriele Santoni hanno incontrato anche il sindaco di Lamezia Terme. ‘In campo’ per la legalità, 450 giovani toscani contro le mafie Tre giorni tra Sicilia e Calabria, in visita ai campi di lavoro. Da Corleone in Sicilia, un paese che sorge in mezzo al nulla (o quasi) patria di santi, boss mafiosi ed eroi come Placido Rizzotto, alle terre di Gioiosa Ionica in Calabria, nel mezzo della calda Locride, coltivate dal Consorzio Goel. Nel mezzo Pentedattilo, borgo abbandonato sempre in provincia di Reggio Calabria che sorge su una roccia assolata a forma di cinque dita, due chilometri di tornanti al di sopra del mare azzurrissimo di Melito Porto Salvo. Sono solo alcuni dei campi di lavoro confiscati alla mafia, alla potente ‘ndrangheta d! ove ogni estate, da quattro anni, lavorano centinaia di giovani toscani. E sono i luoghi visitati in tre giorni dal vice presidente della giunta regionale toscana Federico Gelli, che da quattro anni sostiene il lavoro di queste cooperative sociali coordinate dall’Arci, da Libera di Don Ciotti e da altre associazioni. Quella toscana è un’esperienza quasi unica in Italia. I posti quasi non bastano a coprire le richieste. E già questo la dice lunga sul successo di un’iniziativa che non ha neppure troppo bisogno della pubblicità per promuoversi: basta a volte il tam tam dei ragazzi. Da maggio a novembre anche quest’anno saranno infatti più di quattrocento giovani volontari toscani ‘in campo’ per la legalità, giovani tra i 16 e i 30 anni, ragazzi ma soprattutto ragazze, 290 in Sicilia, 115 in Calabria e altri 45 in Puglia, sparsi in 23 campi diversi. Quattro anni fa arrivavano soprattutto da Firen! ze. Oggi l’esperienza coinvolge tutta la regione: 53 i c! omuni e otto le province da cui quest’anno sono partiti. A parte Massa Carrara e Lucca c’è proprio tutta la Toscana. Ragazzi di mondi e culture diverse, a volte già impegnati nel volontariato ma anche alla prima esperienza. Ragazzi che fanno attività nelle case del popolo e nelle parrocchie, da qualche anno anche gruppi dell’Agesci, l’associazione degli scout cattolici. Ragazzi che pagano dieci euro al giorno per ‘sporcarsi’ le mani di terra. Ragazzi che per una settimana o quindici giorni volentieri prestano le loro braccia per dissodare i campi e dunque offrono un aiuto concreto con manodopera che si aggiunge a quella dei lavoratori delle cooperative del posto, giovani a volte svantaggiati reinseriti in attività lavorativa. Ragazzi che vogliono capire, che al mattino lavorano nei campi e la sera fanno magari animazione. Ragazzi che con il loro impegno permettono di tenere un riflettore sempre acceso e rompere l&! rsquo;isolamento di una terra su cui, a volte con fatica, si sta riaffacciando la speranza. Ragazzi che in questo modo potranno dotarsi dei migliori anticorpi di fronte ad infiltrazioni criminali che, ricorda il vicepresidente Gelli, «non riguardano solo la lontana Sicilia e Calabria, ma anche la Toscana, dove una trentina sono stati i beni confiscati alle mafie in questi ultimi anni». Questi ragazzi coltivano pomodori e peperoni, melanzane e zucchine, uva e alberi da frutto, a seconda del posto. Ogni campo ha la sua vocazione. Negli occhi gli legge la stanchezza fisica, ma anche tanta soddisfazione. Ci si alza la mattina presto: ore ed ore con la schiena curva, a strappare erbacce, riempire cassette o ad accudire le piante. Nel primo pomeriggio ci si riposa. Poi iniziano gli incontri o le visite ai luoghi della memoria: in Sicilia quest’anno l’Arci ha voluto dedicare i campi a Giuseppe Fava e a Peppino Impastato, giornalisti che hanno combattut! o la mafia e che per questo sono morti. E alla sera semp! re quest i ragazzi sono spesso protagonisti di attività di animazione nei paesi che li ospitano. In piazza o in luoghi simbolo, come può essere a Corleone in Sicilia una palazzina di tre piani confiscata alla famiglia Riina o un appartamento che era di Provenzano, dove i ragazzi anche dormono. Immobili messi a disposizione dal Comune, rispettivamente da un anno e da sette mesi. .  
   
 

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