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Notiziario Marketpress di
Lunedì 08 Settembre 2008 |
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PRIVACY: NEI GIORNALI TROPPI DATI SUI MINORI VITTIME DI ABUSI
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La notizia è quella terribile di un caso di violenza in famiglia, ma i due quotidiani locali che la riportano eccedono nel fornire informazioni tanto da rendere riconoscibili i minori vittime degli abusi. Interviene il Garante e stabilisce che i due giornali non potranno più pubblicare, anche attraverso i loro siti web, quei dettagli e quelle informazioni decisamente non essenziali. Il divieto del Garante è stato adottato a seguito di una segnalazione. La vicenda si è svolta in un piccolo comune della Calabria in cui risiede un padre che è stato condannato per aver compiuto atti di violenza e abusi, anche di natura sessuale, ai danni dei figli. I due quotidiani locali che ne danno notizia non solo descrivono in modo dettagliato la vicenda e il genere di abusi subiti dai minori, ma riportano tutta una serie di informazioni sull´episodio in grado di ledere gravemente la riservatezza dei minori rendendoli riconoscibili. Negli articoli vengono infatti citati il nome e cognome del padre, il nome del comune in cui vive la famiglia, il sesso delle vittime e, nel caso di uno dei due giornali, anche l´iniziale dei bambini. A causa di questi dati, nonostante non si siano fatti i loro nomi, i minori interessati sono risultati riconoscibili quanto meno in ambito locale, in particolare all´interno della cerchia familiare e amicale, considerato il piccolo comune dove si sono verificati i fatti. Ma sono altri due gli aspetti sui quali si è appuntato il provvedimento del Garante. Il primo riguarda il principio dell´essenzialità dell´informazione: larga parte delle informazioni pubblicate non erano infatti indispensabili per dare una compiuta rappresentazione della vicenda, che pure rivestiva un interesse pubblico e sulla quale stato legittimamente esercitato il diritto di cronaca. Il secondo aspetto è connesso con la tutela rafforzata da assicurare ai più piccoli, tanto più se vittime di atti di molestie o violenza sessuale. Tale tutela è sancita dalle norme che vietano la divulgazione di notizie o immagini relative a minori coinvolti in procedimenti penali, dal Codice privacy (che obbliga a omettere, quando si diffondono procedimenti giurisdizionali, le generalità o altri dati identificativi anche relativi a terzi dai quali si possa desumere anche indirettamente l´identità di minori) e dallo stesso Codice di deontologia dei giornalisti che, richiamando la Carta di Treviso, stabilisce che il diritto del minore alla riservatezza è prevalente rispetto al diritto di cronaca, tanto più quando i minori siano addirittura vittime di violenza. "Attenzione ai minori anche quando si tratta di dati apparentemente innocui" - ha commentato il relatore Giuseppe Fortunato - "Questo è l´importante principio che il Garante raccomanda a tutti i giornalisti. Se si tratta dei più "piccoli", anche un "piccolo" dato potrebbe procurare un danno immenso". Copia del provvedimento del Garante è stato inviato ai Consigli regionali competenti e al Consiglio nazionale dell´Ordine dei giornalisti. |
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