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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Luglio 2008
 
   
  LO STUDIO DELLA REGIONE ATMOSFERICA COMPRESA FRA 12 E 60 KM DI ALTEZZA È FONDAMENTALE PER COMPRENDERE I CAMBIAMENTI GLOBALI: 400 SCIENZIATI DI TUTTO IL MONDO RIUNITI PRESSO L’AREA DELLA RICERCA CNR DI BOLOGNA NE PARLERANNO PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA

 
   
  Per la prima volta in Italia, 400 scienziati ed esperti provenienti da tutto il mondo, si incontreranno presso l’Area della ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna per fare il punto su cambiamenti climatici globali ‘visti’ dalla stratosfera. I principali risultati ottenuti dalla ricerca sui sistemi meteorologici, sulla chimica del clima, sulle nubi nella regione atmosferica compresa fra 12 e 60 km di altezza, saranno presentati dal 31 agosto al 5 settembre 2008 durante il Iv Simposio internazionale Sparc (Stratospheric Processes and their Role in Climate), un progetto internazionale del Wcrp (World Climate Research Programme). Sparc studia l’influenza dei processi fisico-chimico-dinamici in stratosfera sul clima terrestre per giungere ad una visione unitaria di problemi fondamentali quali il rapporto tra l’ozono e i cambiamenti climatici. “La quantità di ozono presente in questa fascia, infatti, influenza la composizione chimica di tutta l’atmosfera e quindi, in maniera indiretta, il clima sulla Terra”, spiega Susanna Corti, ricercatrice dell’Isac-cnr. “Ma il ruolo della stratosfera non è limitato ai soli processi radiativi legati all’ozono. Recenti studi hanno dimostrato che la variabilità nella circolazione delle masse d´aria in questa regione atmosferica influenza i regimi di circolazione nella bassa troposfera, e quindi risulta importante rispetto al problema delle previsioni meteorologiche su scala stagionale e per le previsioni climatiche”. Durante i lavori si farà anche il punto sulle future tendenze e sui possibili meccanismi naturali di variabilità dei cambiamenti climatici attraverso l’analisi dei recenti risultati delle ricerche sullo stato del vapore acqueo in stratosfera. Oggetto di attenzione anche “la composizione chimica dell’atmosfera”, prosegue la ricercatrice, “che gioca un ruolo importante nel determinare l’ammontare dei gas serra e quindi sulle variazioni del clima terrestre”. Per questa ragione le previsioni climatiche del prossimo rapporto Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) conterranno dei modelli che trattano in modo esplicito la chimica dell´atmosfera. I ricercatori dibatteranno, infine, su nuove scoperte che cambiano la visione corrente dei processi atmosferici, come la formazione dei cirri, le nubi più alte e composte di ghiaccio, sui cui meccanismi di deposizione recenti studi mettono in discussione la visione corrente. Il Convegno - organizzato da Susanna Corti e Federico Fierli dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr (Isac-cnr) e da Elisa Manzini del Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc) - si aprirà domenica 31 agosto alle ore 14,00, con l’intervento di Susan Solomon, scienziata americana fra gli scopritori del buco dell´ozono stratosferico, medaglia d´oro dell´Accademia delle Scienze americana e Chair del Iv rapporto Ipcc. .  
   
 

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