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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Settembre 2008
 
   
  SCUOLA E LIBRI DI TESTO – PREZZI DEI LIBRI SCOLASTICI DECISAMENTE SOTTO L’INFLAZIONE. IL 62% HA LO STESSO PREZZO DELLO SCORSO ANNO, COME RILEVA L’ISPO DI RENATO MANNHEIMER PER AIE.

 
   
  Milano, 8 settembre 2008 - Prezzi dei libri scolastici cresciuti cinque volte meno dell’inflazione, il 62% dei testi scolastici a un prezzo identico allo scorso anno e il 34% con un aumento comunque inferiore o uguale al tasso di inflazione corrente. E ancora: grande valore riconosciuto dagli italiani all’istruzione, tanto da superare quello per la casa. E’ quanto rileva l’Ispo di Renato Mannheimer nell’indagine realizzata per l’Associazione Italiana Editori (Aie) e presentata oggi, 28 agosto, a Milano, che ha confrontato i prezzi di listino per il 2008 degli oltre 31mila titoli destinati alla scuola attualmente presenti sul mercato con quelli dell’anno precedente e che ha fatto oggetto di indagine anche le percezioni delle famiglie italiane sulla spesa per l’istruzione e sui rincari dei libri scolastici. I prezzi dei libri scolastici: cresciuti 5 volte meno dell’inflazione - L’indice di variazione media % si attesta nel 2008 a + 0,73 rispetto ad un tasso di inflazione rilevato a luglio 2008 del 4,1%. In particolare, nella scuola secondaria di primo grado la crescita dei prezzi è stata dello 0,66%, nella secondaria di secondo grado dello 0,76%. Tale variazione, oltre ad essere inferiore di 3 punti al tasso di inflazione, è anche in calo rispetto agli anni passati, visto che è scesa in 5 anni di oltre un punto. Il 96% dei libri non ha aumentato i prezzi o, comunque, è sotto l’inflazione - Il 96% dei libri in commercio non ha registrato aumenti dei prezzi o, comunque, un aumento inferiore al tasso di inflazione. In particolare, il 62% dei libri di testo è in commercio ad un prezzo che non è aumentato rispetto all’anno scorso, mentre il 34% ha fatto registrare un aumento comunque inferiore o uguale al tasso di inflazione corrente. Solo il 4% dei libri di testo ha subito un aumento superiore alla media. Cresce per le famiglie italiane il valore dell’istruzione. E supera, per la prima volta dal 2003, quello della casa. L’istruzione risulta oggi al primo posto fra i generi e le voci per cui vale la pena spendere risorse familiari sempre più erose da un’inflazione che a luglio è stata pari al 4,1%. Questo in effetti emerge dal sondaggio realizzato, sempre dall’Ispo, su un ampio campione di oltre 4. 000 individui rappresentativo della popolazione italiana con più di 17 anni. I libri incidono sul bilancio familiare, ma esattamente come tre anni fa - Cresce nella percezione delle famiglie il peso della spesa affrontata per i libri di testo, ma non coloro che la ritengono la più incisiva nell’anno scolastico. Il libro di testo è sì la singola voce di spesa ritenuta pesare di più nel costo sostenuto per l’istruzione per i figli, ma nella stessa misura di tre anni fa. Il commento – “Non c’è scandalo - ha chiarito il presidente di Aie Federico Motta – Per questo le anticipazioni di giudizio che l’Antitrust ha lanciato con questi nuovi controlli sono veri e propri processi alle intenzioni e questo ci ha profondamente colpito, facendoci pensare a un intento persecutorio nei confronti dell’editoria. Oggi ci ritroviamo da una parte “verificati”, dopo solo tre mesi, dall’Antitrust, dall’altro assediati dalle associazioni dei consumatori con il loro “balletto di cifre” incontrollate, dall’altra ancora con il Ministro Tremonti che ritiene che i libri e i loro contenuti debbano avere una certa stabilità: certo, peccato che dal 1997 a oggi gli ordinamenti scolastici, i programmi e le Indicazioni nazionali siano stati modificati tre volte dai Ministri in carica (nel 1997, nel 2003, nel 2007). E questo cambia i testi. Insomma, di cosa stiamo parlando? Le nuove edizioni sono nel 2008 il 4% dei testi adottati (nel 2007 erano il 5%). Siamo di fronte a una colossale montatura: siamo persone perbene e per noi il libro costituisce davvero un valore e un investimento. Tutte queste polemiche ad arte non ci appartengono”. .  
   
 

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